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I funghi primaverili

I rigori di quest’ultimo rigido e lungo inverno restano ormai alle nostre spalle e la bentornata primavera li spinge sempre più lontani con il tepore delle sue giornate. La natura torna a vivere in tutte le sue espressioni e, con il ritorno della primavera, ritorna, in quanti come noi amano la vita all’aria aperta, il desiderio di fare lunghe e salutari passeggiate nei boschi non disdegnando, all’occorrenza, incontri ben predisponenti nei confronti dei prodotti spontanei della natura, tra i quali, ovviamente, non possono mancare quei curiosi esserini che, posizionati in botanica nel “Regno dei Fungi”, incominciano a fare le loro prime apparizioni. Ed ecco che micologi, micofili o, ancor più, semplici micofagi, tirata fuori dal ripostiglio l’attrezzatura necessaria (scarponi, bastone e cestino), a suo tempo riposta per la diminuita fruttificazione fungina dovuta al periodo invernale, meno propizio alla raccolta, si riversano nei boschi nella consapevolezza che la frutti...

Amanita ponderosa un fungo rarissimo ritrovato sui Peloritani

Abbiamo più volte affermato, nelle nostre precedenti “dissertazioni  micologiche”, che “l’Andar per Funghi” anche nel periodo invernale o nelle stagioni meno propizie alla raccolta, può essere, oltre che una sana e salutare passeggiata a contatto con la natura, anche fonte di piacevoli sorprese, specie per quanti, come noi, sono soliti recarsi nei boschi non per soddisfare desideri di natura gastronomica, ma per dedicarsi alla ricerca di macromiceti interessanti dal punto di vista micologico ed al fine di approfondire le proprie conoscenze nella determinazione delle varie specie fungine. Ed è proprio per confermare questo assunto che, nei giorni scorsi (esattamente il 3 marzo), ci siamo recati (Angelo Miceli e Franco Mondello) nel vicino bosco della Candelara, sui Monti Peloritani, a ridosso della città di Messina, in una zona che si pone, per la sua altitudine sul mare, da circa 250 – a 400 metri. E’ stata una mattinata ricca di “incontri”: dopo aver ritrovat...

I funghi del tardo autunno e dell’inverno

Tricholoma saponaceum

E’ profondamente radicata, anche tra quanti sono soliti fare uso dei funghi quali prelibatezze gastronomiche e tra quanti altri assumono come verità le tante credenze sui funghi che solitamente vengono tramandate da padre in figlio, la convinzione che questi prelibati e ricercati “abitanti dei boschi” facciano la loro apparizione esclusivamente nel periodo autunnale ed in coincidenza con l’aumento dell’umidità stagionale dovuta alle tipiche precipitazioni atmosferiche del periodo. Riteniamo, in merito, di dover dissentire da tale errata e fuorviante convinzione in quanto i funghi sono soliti nascere, crescere e riprodursi durante l’intero anno solare privilegiando, a seconda delle varie specie, il riprodursi in una o in altra delle quattro stagioni; rimanendo, ovviamente, la stagione autunnale quella durante la quale, in considerazione delle più idonee condizioni atmosferiche, legate alla temperatura ed all’umidità ambientale, si ha la maggiore fruttificazione fung...

Andar per funghi: Amanita caesarea

Amanita caesarea

Conosciuto fin dall’antichità e particolarmente apprezzato per il suo sapore eccellente e per il delicato profumo, è uno dei funghi commestibili più ricercati dai numerosi raccoglitori che, purtroppo, raccogliendolo in maniera indiscriminata già dai primi stadi di crescita (ancora a forma di ovolo), con la presunzione di essere in grado di riconoscerlo e distinguerlo dalle specie velenose anche se non presenta ancora, in maniera netta, i suoi caratteri distintivi, causano un enorme danno all’ecologia boschiva  mettendo a rischio la sua riproduzione e, in caso di confusione con la velenosa e mortale Amanita phalloides (non di rado avvenuta nel caso di raccolta allo stadio di ovolo), anche la vita dei consumatori. Conosciuto anche come “ovolo buono”, fu molto apprezzato sulla tavola degli imperatori romani tanto che il nome “caesarea” gli venne attribuito perché ritenuto, per il suo particolare e delicato sapore, “degno dei cesari”. Nella sistematica fungina appa...

Sua Maestà il Porcine

Boletus aestivalis

Puntuali, con l’arrivo dell’autunno e delle prime piogge, i “funciari” (cercatori di funghi), si riversano, fin dalle prime luci dell’alba, nei boschi alla ricerca di quei curiosi “esserini” che, in questo periodo, popolano le aree boschive. Da sempre apprezzati in cucina per il loro particolare sapore, i funghi catturano l’attenzione di quanti vogliono coniugare il piacere di una sana e salutare passeggiata nei boschi con l’appagamento dei sensi del gusto. Le prede più ambite, ovviamente, ovuli e porcini! Attenti però al loro corretto riconoscimento, la possibilità di fare confusione tra le innumerevoli specie esistenti è sempre in agguato e può riservare, per i meno esperti, spiacevoli sorprese anche con conseguenze drastiche ed irreversibili. “Re Porcino”, sovrano dei boschi e di tutte le tavole, nella sistematica micologica viene inserito nella Famiglia delle Boletaceae – Ordine delle Boletales – e, all’interno della famiglia di appartenenza, è ...

Rinnovare la tradizione del Natale attraverso la fantasia e la semplicità

Una città, alla ricerca di se stessa, tende a riappropriarsi del proprio passato, quasi a voler esorcizzare la violenza di un “mostro”, sempre in agguato, che si cela nell’inconscio dei suoi abitanti. In quest’ottica è nato il concorso “ ’A Cona più bella- Il Natale di tradizione a Messina”, giunto già alla V edizione. Nata su iniziativa di Alessandro Fumia, appoggiata dall’ Associazione Amici del Museo di Messina, in collaborazione con il Museo “ Cultura e Musica popolare dei Peloritani” di Gesso e con il Centro Studi Cateriniani “Mons. Giuseppe De Maria”, la manifestazione tende a valorizzare e diffondere la “Cona”, un apparato natalizio, sia domestico che pubblico, tipico della tradizione messinese e peloritana in genere.

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“ Insieme verso il Natale”: quando la musica diviene tessuto connettivo di Fede e Cultura

Nell’atmosfera sacrale della Basilica Cattedrale di Messina, il 19 Dicembre alle ore 19,00, per  festeggiare la ricorrenza del Santo Natale, Stefania  la Manna, organista e pianista messinese di chiara fama, si è esibita ,con la perizia che le è consueta, in un concerto sul grande organo Tamburini. L’evento intitolato “Insieme verso il Natale “ è stato organizzato dall’Associazione Adset , presieduta dal Prof. A. Miceli e costituita da dirigenti scolastici, in quiescenza o ancora in servizio, che hanno deciso di consociarsi ,per far convergere capacità, energie, inclinazioni al fine di favorire, in modo esponenziale, la crescita culturale e sociale della comunità sociale della  città.

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L’attualità del Presepe

  Nella città dei “Bamminiddhari” (bambinelli di cera plasmati dalle abili mani di illustri artisti), in cui l’arte del presepio era coltivata con grande perizia, tanto da essere apprezzata in  molte parti d’Italia e d’Europa, si colloca la mostra di presepi di Rosanna Marullo,  inaugurata Mercoledì , 10 Dicembre 2014,ore 18,00 e aperta fino al 20, presso la Galleria d’arte ”Il Gabbiano” corso Cavour 119. Artista sensibile già nota autrice di paesaggi, Rosanna, pur non alterando i simboli essenziali della Natività, rinnova gli schemi classici della composizione” presepiale” e intitola la mostra “La mia canzone per Natale”.

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Incontro con l’autore: Domenico Barrilà

“…Quando davvero si è educatori!  Quando Messina interagisce lo fa con sapienza, in modo particolare quando c’è di mezzo il 16° Istituto Comprensivo e la sua infaticabile dirigente Giovanna De Francesco, complice quella Daniela Bonanzinga, cacciatrice di ‘punta’ di talenti scrittorii, che offre in pasto alla Città vere eccellenze culturali. Giorno 28 maggio 2014 gli astanti in ‘Sala Visconti’ hanno goduto della professionalità (la professionalità va oltre la sapienza, perché la contiene e la supporta di realismo pragmatico!) di un … messinese!

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Eschilo … “se lo conosci,… NON lo eviti! ”

“Eschilo, Eschilo, che qui si Sofocle; attenzione alle scale, che sono Euripide!” : era la battutaccia colta che stava sulle bocche di noi liceali nei nostri verdi anni (per ovvi motivi ometto quelle ‘spinte’ – almeno tre – su un utilizzo strumentale del greco!); riportarla qui non avrebbe avuto valore, se non si volesse evidenziare come il giocare con la cultura era non solo un vezzo per quei giovani che fummo, bensì un supporto di riferimento per l’ironia; ed – attenzione ! – il vezzo non era sulle bocche dei ‘primini’ della classe (non si sarebbero mai permessi, con la loro rigidità spesso secchiona!); era invece sulle bocche di quelli che faticavamo per quel tanto in greco da riuscire non più che a spuntarla, nonostante il disappunto di un genitore grecista e latinista.

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L’alba di un nuovo giorno!

Noi di ADSeT siamo i “professori per sempre”, quale che sia stato il nostro ruolo nelle scuole; noi, felici di ciò che abbiamo donato – in eredità del messaggio senechiano – oggi, non è esatto dire che un po’ vi invidiamo, né che indulgiamo alla nostalgia, ma certamente amiamo avere il piacere di condividere in solidarietà con i colleghi dirigenti, professori, direttori amministrativi, esecutori amministrativi, tecnici e ausiliari l’alba di un nuovo giorno, il nuovo giorno per la eterna seduzione dell’educare: è il nuovo giorno d’inizio del nuovo anno scolastico, é la magia del ricominciare a lavorare sull’uomo, il privilegio di esercitare l’arte – perché arte è, e guai quando diventa mestiere! – che dall’esperienza trae la tecnica maieutica, mai deterministica, che ci conduce, noi “professori per sempre” ribadisco, educatori, a godere della professione più gratificante tra tutte, gratificante perché dà gioia, in quanto cura la formazione de...

ADSeT in azione!

Chi lo dice che Quiescenti è sinonimo di … omissis … “essere inattivo” (dal latino ‘Quiesco’: cfr. pag. 1211 di Castiglioni Mariotti, ‘Il Vocabolario della lingua latina’, c. e. Loescher, Roma 31.07.‘63/23.10‘65, stampa presso Officine Grafiche Fratelli Stianti, Sancasciano Val di Pesa – FI- Gennaio 1966)? … Il nostro “quiescere” è, sì, riposo, ma è riposo dalle pastoie superfetate della burocrazia di stato che, quando non sia quella tuttora benemerita istituzione che chiamiamo didattica, sarebbe apparato-scuola, intesa come coacervo di norme di divieti e/o di concessioni che proprio sulla didattica vanno a incidere negativamente, laddove – di contro – la snellezza delle direttive tornerebbe a rendere feconda/a prescindere dalla burocrazia e non defatigante la detta didattica. Bene! Noi Quiescenti giubilati ci siamo congedati da quel tipo di servizio attivo; non ci siamo congedati tuttavia dal rinnovato impegno volontario per la scuola, per l’ed...

Personaggi famosi della Sicilia

ovvero… In ratione scribendi veritas! … E non solo ‘in vino’ (e forse più pericolosamente): è il motivo per cui sommessamente e con patos reverenziale ho fornito un mio breve autografo in disastrata grafia (quella di sempre) a Barbara Taglioni, timoroso di una sua rivelazione: “Vuoi vedere che Questa mi rivela che col pensionamento sto iniziando ad ottundermi (pensione di ‘vecchiaia’ fu)?!” Vogliate perdonarmi l’attimo di auto-ironia: è più forte di me, e credo di avere ereditato questa ‘incontinenza’ ironica dal grande preside catanese, amico e collega di mio padre Angelo, Arturo Mannino, brillante ingegno – giornalista, scrittore e italianista d.o.c. – che mi tenne a battesimo alla mia prima supplenza in quel di Catania; taccio per auto-verecondia su quanti anni fa! Tanto quell’uomo non se la teneva, la ‘facies’ ironica, che si procurò per questo non poche astiosità presso alcuni di non adeguata intelligenza, e anche di un personaggio in citt...

Mostra micologia con cena a tema presso Istituto Antonello

Fidarsi è bene, ma … ‘Antonello’ è meglio, e non solo! 14.11.2014: lì per lì mi sono chiesto con quali riferimenti commentare questa serata, ma soprattutto quando e … come!  Il menù proposto mi poneva in questa perplessità: cappuccino ai funghi, tortino di pleurotus con cuore di formaggio su lamelle di champignon affumicate e marinate, girelle di pasta fresca con farcitura di fungo porcino e ricotta di pecora con salsa alla frutta secca e burro chiarificato al tartufo, tacchinella farcita con contorno di chiodini glassati e terrina di porro e zucca, tortino di pistacchio con pallina di gelato ai funghi, e – dunque – mi chiedevo converrà redigere un testamento olografico precauzionale … o conviene aspettare almeno 45 giorni e poi commentare una superba succulenta cena? Ma poi Messina, nell’ipotesi migliore, dispone di 90 posti letto, quanti eravamo?

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Ancora una serata colta: presentazione del libro “E Dio creò i media”

Ormai è nello stile ADSeT creare occasioni di incontro che nella gradevolezza, nella snellezza, ma esaurientemente abbiano prioritariamente una finalità colta e valoriale: ancora una volta è accaduto venerdì 28 novembre 2014, grazie al mecenatismo di ospitalità della illuminata Dirigente Maria Muscherà, che ha consentito che l’evento si svolgesse nel suo prestigioso Istituto ‘Antonello’. Riferimento culturale, questa volta, è stato Dario Morelli autore del libro ‘E Dio creò i media’; l’iniziativa è stata promossa e proposta ad ADSeT per la condivisione dalla benemerita ‘Associazione Culturale Maurolico’ di cui è ‘anima’ il suo presidente Nino Grasso.

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La maieutica dello spirito (ovvero ‘Insieme verso Natale’)!

Tanto ha potuto ADSeT, questa volta! Il rozzo insipiente, il villano che si lamentò col prevosto della lunghezza della messa cantata, quando al rimprovero dello stesso: “ Figliolo la musica eleva lo spirito” ebbe a rispondere, “ sì, ma fa calari ‘u latti ”! la visse come una afflizione a causa del prolungarsi delle musiche di intermezzo lungo la cerimonia perché – a mio giudizio – non era stato penetrato dalla maieutica dell’organo, che in quell’occasione non suonò; perché, se così fosse avvenuto, nonostante la sua rozzezza, avrebbe piuttosto avuto da lamentarsi del contrario col sacerdote, e cioè della brevità della esecuzione, lunga per quanto potesse essere stata.  Quale magia, quella dell’organo!

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Un giovane sessantottenne, un messinese D.O.C., S.E. mons. Montenegro

Non amo l’autolesionismo italo-peloritano-centrico, e non mi associo mai dunque per civico amor proprio e per principio a un tale mal vezzo di cori consolidati delle ‘prefiche’, cantori lamentevoli di una eterna agonia della città; e pur tuttavia in qualità di messinesi, spesso ci viene tentazione di raffrontare questa strapazzata città a quanto cantò De Andrè in “Faccia di cane”: «… in questa città vorrei piantarci un faro per vederci più chiaro, in questa città vorrei trovarci il sale, in questa città che prende a calci un cane mentre muore di fame, in questa città che affoga senza il mare [ndr: perché lo abbiamo emarginato], in questa città in cui facilmente si nasce alla stazione [e/o] dentro una barca a forma di vagone, ghiaccio a Natale sopra i marciapiedi!.. »

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Il Caso Gulotta: C’è un giudice a Berlino ?

Non la pongo come affermazione, così come è nata in relazione al caso del mugnaio settecentesco che, non riuscendo ad avere giustizia a Potsdam dai locali giudici, volle ottenerla appellandosi al suo re: Federico di Prussia il Grande, e da questi ottenne giustizia: ma si trattava di un sovrano particolarmente dedito ad amministrare la buona giustizia; basterà ricordare il suo ‘Codex Fridericianus’ ottimamente regolante fino dal 1747 la delicata funzione dell’amministrazione di essa, finché anche lì, in Prussia, morto l’illustre Cocceio – al momento condizionato il re dai gravi fatti di guerra – ebbero a riemergere gli abusi, per opera della gente di toga; nonostante la sua gotta il re diede ragione al ricorrente e, affermando che “ci sono dei giudici a Berlino”, ed in questo spirito, rimise mano ad una nuova regolamentazione della giurisprudenza affidata alla redazione di un nuovo Codice; è la prima parte di ‘Prozess-Ordnung’, ossia Regolamento di Procedura...

La vera buona scuola (è questa)!

La frase con cui il presidente Angelo Miceli ha sapientemente concluso l’incontro di giorno 26 maggio 2015 e la stagione sociale ADSeT 2014-2015, ha perfettamente contenuto in sé il valore – perché di valore si è trattato – di questa serata primaverile: due progetti didattici lungamente collaudati, a Messina, sono stati veicolati verso le scuole, ma soprattutto a beneficio degli alunni, come non ha mancato di osservare la preside Maria Muscherà, la quale, presentando la serata, ha posto l’accento sulla centralità dell’alunno nel processo didattico in sé, e soprattutto nella attività docente. “Metodologie ed innovazioni didattiche nella scuola dell’obbligo”, tema dell’incontro, ha visto la duplice presentazione dei progetti: “Progetto G.I.O.CO.” di Angela Lenzo e “Metodo Cassalia” di Pasquale Cassalia. Ma, poiché l’attività culturale per essere educativa e formativa verso gli alunni deve alimentarsi della ricerca, nell’intervallo tra le due rela...

Giuseppe Rando: un timido estroverso … poco accademico!

Così ha definito se stesso l’illustre cattedratico italianista dell’Ateneo peloritano.  Solo le grandi anime sanno farsi … piccole piccole; solo i micragnosi magnificano se stessi oltre modo, ma soprattutto oltre merito! Bisogna dire grazie alla ch. ma prof. ssa Paola Colace Radice per aver ella voluto e posto in essere questo “Meeting filologico-letterario con Giuseppe Rando” volto a tributare i meritati onori ad un uomo di spicco del mondo letterario che ha condotto la sua vita e la sua carriera all’insegna di quel “Lathe biosas” epicureo, che a quei livelli non è da tutti, in quel momento di svolta che l’esser giubilati imprime a marchio nella esistenza di ogni uomo. E certamente avranno avuto di che dolersi per non esserci stati i quadri di spicco dell’Ateneo sottratti alla presenza da inderogabili impedimenti. 

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Un Dovere morale da Statuto

Caro Presidente, cari Consoci, abbiamo fondato ADSeT ancorandoci fondamentalmente all’articolo 4 dello Statuto, che ne disciplina la motivazione ad esistere: “Lo spirito e la prassi dell’Associazione trovano origine nel rispetto dei principi della Costituzione Italiana che ispirano l’Associazione stessa e si fondano sul pieno rispetto della dimensione umana, culturale e spirituale della persona.” Faccio qui appello, poiché identica sensibilità so che non si riscontra nella prassi burocratica con la quale il personale Educatore   – sottolineo educatore –  viene posto in quiescenza, laddove un – il più delle volte  sdrucito – foglio di carta immesso in una busta gialla di servizio informa il destinatario, ormai inutile,  che l’amministrazione non ha più alcuna utilità a servirsi  dei suoi cattivi o buoni servigi che siano stati, e di cui nessuno  ha notizia,  e che ciò è irrevocabilmente dovuto all’esser pervenuti alla pensione di vecchiaia!

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L’audience della (anti) mafia

L’audience si nutre di tutto. Delle lacrime e delle risate a buon mercato. Delle urla e di parole ben scandite e ad effetto. Della rabbia e dell’indignazione di chi guarda, spesso con curiosità morbosa, le vite altrui spedite attraverso il tubo catodico. Ma si nutre anche di fango umano, e rovista spesso tra le pieghe inquinate della società. E su questo audience sembra ritagliata la trasmissione ‘Porta a Porta’ condotta da Bruno Vespa che stasera per la seconda volta, a distanza di quasi sette mesi da quando aprì le porte della seconda serata di Rai 1 ai Casamonica, regalerà uno spazio sulla televisione pubblica alla presentazione del libro di Salvo Riina, sulla vita del padre Totò. Uno spaccato familiare, già messo nero su bianco, che non era il caso di raccontare anche in tv. Da quella Rai, che si regge anche sui soldi versati con il canone dagli italiani, che fino a poche ore prima della messa in onda del programma ci teneva a ribadire il suo impegno contro le mafi...

Testimoni ed esuli di (in)giustizia

Sono 83 in Italia gli uomini e le donne che hanno scelto di denunciare i soprusi e la violenza delle mafie. Una piccola comunità di cittadini italiani che dopo avere testimoniato, aprendo così le porte del carcere a tanti esponenti della criminalità, da anni lotta per riavere una vita dignitosa. Vite di cui poco si parla, al punto che i testimoni di giustizia (ex imprenditori, commercianti, o semplici onesti cittadini) vengono spesso confusi con i collaboratori di giustizia (meglio noti come “pentiti”) che provengono dalla malavita e hanno deciso di collaborare con la giustizia. Cittadini resi invisibili, non tanto e non solo dalla scelta coraggiosa di aver detto No alle mafie ma dalle istituzioni incapaci di attuare la legge 45 del ’91, che prevede tutele per il testimone di giustizia e la sua famiglia e anche il diritto ad un lavoro nella pubblica amministrazione. Per continuare a leggere l’articolo segui il link

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Terrorismo mafioso

Nell’epoca del terrorismo e del costante tentativo di esorcizzare le paure, delle nuove guerre che giocano su strategie che i libri di scuola non ci hanno mai raccontato, l’esigenza diffusa (per certi versi legittima) è quella di placare gli allarmismi. Specie se il rischio è sapersi cittadini di uno Stato che potrebbe entrare in guerra. E in questi giorni lo si fa a suon di dichiarazioni riscontrabili, ma anche di affermazioni pericolose e affrettate. C’è così chi lo fa, da analista di politica internazionale, giustificando il fatto che l’Italia non sia mai stata oggetto di attentati perché ha partecipato solo a missioni di pace e mai ad attacchi militari diretti. C’è chi, in queste ultime ore, ha anche aggiunto che l’Italia non dovrebbe rischiare di diventare base logistica delle cellule terroristiche perché il mercato illegale delle armi in tutto lo Stivale è gestito dalla criminalità organizzata. Per continuare a leggere l’articolo segui il link  

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Dalle morti bianche, “Rinascerò”

Le chiamavano ‘morti bianche’, ma oggi non ci si ricorda più neanche il significato di questa macabra definizione. L’opinione pubblica ha fatto scendere un pesante sipario su queste realtà. Il teatro, invece, ha scelto di alzarlo. E parlarne. “Uno cade, puf, muore, uno cade, puf, rimane infortunato, l’altro cade, puf e basta”, recita la nota di regia dell’attrice Marica Roberto. E’ quanto accade ogni giorno, in campi di pomodori, in cantieri, ma anche sulle strade o sui palcoscenici. Ovunque. In qualsiasi posto si lavora può capitare di cadere, di infortunarsi e in certi casi persino morire. Un diritto, il lavoro, che priva tanti del diritto alla vita e alla salute. Una lista, quella dei lavoratori senza tutele, che periodicamente si allunga e di cui nessuno si (pre)occupa. Alcune di queste storie silenziose, confinate a fatti personali, sono arrivate sul palco di un teatro la scorsa settimana, il Teatro dell’Angelo a Roma, raccontandosi con la forza musicale e ...