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Basta a salvare l’ambiente la modifica della Costituzione?

E’ passata in sordina la notizia della recente modifica degli articoli 9 e 41 della Costituzione italiana, poco valorizzata a livello nazionale e pressoché ignorata dagli organi di informazione locali. Eppure è uno di quegli eventi che a ragione si possono definire storici, e ciò per vari motivi:  a) è la prima volta in 74 anni che viene modificato uno dei primi 12 articoli della nostra Carta, quelli che delineano i Principi fondamentali, i valori inviolabili ai quali conformare tutta l’azione legislativa e politica della Repubblica;  b) è la prima volta, a mia memoria, che una modifica di tale portata venga approvata in meno di otto mesi (9 giugno 2021-8 febbraio 2022), un tempo oltremodo breve, considerato che in casi come questo occorrono quattro distinti passaggi parlamentari, due alla Camera e due al Senato, distanziati l’uno dall’altro di almeno tre mesi;  c) è la prima volta che si registra la totale unanimità di tutte le forze politiche presenti in Parla...

Gymnopilus penetrans (Fr.) Murrill (1912)

Gymnopilus penetrans (Fr.) Murrill (1912)

Un piccolo basidiomicete molto comune ed a larga diffusione territoriale, a tipica crescita lignicola nel periodo estivo-autunnale: Gymnopilus penetrans, protagonista della nostra “Riflessione Micologia”, si lascia facilmente riconoscere per la crescita di numerosi esemplari che spesso invadono, colonizzandoli, i tronchi di conifere in fase di degradazione. Genere Gymnopilus P. Karst Bidr. Känn. Finl. Nat. Folk 32: XXI (1879) Al Genere, la cui specie tipo è Gymnopilus liquiritiae (Pers) P. Karst, appartengono basidiomi lignicoli a nutrizione saprotrofica, a crescita singola o cespitosa, omogenei, di taglia da piccola a grande, concappelloconvesso, non striato, con colori variabili da giallo ocra a giallo dorato a bruno aranciato, viscoso a tempo umido; imenoforo non asportabile formato da lamelle adnate (quando risultano inserite sul gambo per tutta la loro altezza) o appena smarginate (quando si inseriscono sul gambo formando una piccola ansa concava).  Il velo general...

La ricerca del Divino nel caos della modernità

Il metropolita ortodosso d’Italia, Policarpo, considerato come la vetta del monachesimo orientale, ha assegnato il “Sacro Angelico Abito Monastico” allo jeromonaco Alessio Mandanikiotis, ultima propaggine del monachesimo bizantino. Questo fenomeno religioso s’impiantò nella Sicilia orientale negli anni ’30 del VI secolo e si concluse nel 1908 con la morte del protopapa, Daniele Stassi, travolto dalle onde provocate dal maremoto di Messina del 1908. Alessio è un’immagine ieratica, la sua figura imponente crea in chi l’osserva un po’ di soggezione ma basta vederlo sorridere per rendersi conto della sua semplicità e del suo forte carisma. Egli vive in solitudine e ciò crea in noi un forte straniamento, perché la solitudine non esiste più nel nostro mondo caotico e caciarone. Tre studiosi che sono stati, particolarmente, affascinati dalla ricchezza interiore del monaco e dalla sua coraggiosa scelta di vita, hanno messo insieme le loro competenze, dando luogo ad un ...

L’ingratitudine dell’uomo moderno verso il mondo contadino

“Studia, studia, altrimenti ti toccherà zappare la terra o pascolare le pecore”. Così nei decenni passati i genitori ammonivano i figli poco impegnati sui libri di scuola, con implicito disprezzo per il lavoro dei campi e dei relativi addetti. In televisione, ha scritto Michele Serra sul quotidiano “La Repubblica”, non c’è palinsesto che non presenti cuochi, fornelli, ristoranti e ricette, ma sono pochissime le trasmissioni dedicate agli uomini e agli animali che generano il cibo. Aggiungendo che si considera normale pagare poco i generi alimentari di prima necessità e tanto i prodotti voluttuari. Perfino la laurea in Scienze Agrarie è stata (ed è tutt’ora) considerata di serie B, rispetto ad altre (che non cito per onore di patria) ritenute più prestigiose e gratificanti.

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Clitopilus prunulus (Scop.) P. Kumm. (1871)

Inonotus tamaricis superficie sterile

Viene comunemente conosciuto su tutto il territorio nazionale come “fungo spia” per la particolare propensione a fruttificare nello stesso periodo e nello stesso habitat di crescita dei ben noti e ricercati porcini. In effetti è possibile ritrovare nelle sue vicinanze, visto lo stesso habitat di crescita, anche “Sua Maestà il Porcino”. Per il suo colore bianco è facilmente individuabile nel bosco e una attenta osservazione della zona circostante permette, spesso, l’avvistamento di porcini sfuggiti ad una ricerca veloce in quanto ben mimetizzati nell’ambiente boschivo.  Genere Clitopilus (Fr. ex Rabenh.) P. Kumm. Führ. Pilzk. (Zerbst): 23 (1871) Al genere, la cui specie tipo è Clitopilus prunulus, appartengono basidiomi di medio-piccole dimensioni, a crescita terricola e nutrizione saprotrofica che presentano i seguenti caratteri: Cappello irregolare, liscio. Imenoforo a lamelle decorrenti sul gambo, inizialmente bianche poi, verso la maturazione, rosa o bruno...

“Spettacolo di Fede” celebrato nella città di Palermo il 6 aprile del 1724

La Chiesa siciliana e il Governo asburgico vollero mostrare la loro vitalità politica e confermare il proprio potere con il controllo religioso e civile della società siciliana con l’Atto di fede del 6 Aprile del 1724, ultimo rito pubblico celebrato caratterizzato da uno stridente contrasto tra festa e dramma: festa per il trionfo della fede cattolica, della Chiesa e del Tribunale dell’Inquisizione e dramma per le terribili pene inflitte per reati prevalentemente di opinione a poveri infelici.

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Un assurdo logico diventato principio intangibile

Se vi dicessero che per tutta la vita, ogni anno (ripeto, ogni anno!), dovrete lavorare più dell’anno precedente, pena il licenziamento in tronco o la dichiarazione di fallimento; che anzi le generazioni successive alla vostra dovranno continuare sulla stessa falsariga, partendo dall’ultimo vostro record, cosa vi verrebbe da pensare? Che è una cosa aberrante, immagino.

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Tricholoma sulphureum (Bull. : Fr.) P. Kumm (1871)

Tricholoma sulphureum Foto Antonio Contin

 Un basidiocarpo di medie dimensioni che si lascia facilmente notare per il colore totalmente giallo che gli conferisce un aspetto particolarmente attraente che contrasta apertamente con l’odore solforoso, intenso e repellente: Tricholoma sulphureum é solito fruttificare nel periodo autunnale, in forma singola o gregaria, indifferentemente nei boschi di conifere e latifoglie, viene posizionato, anche se in maniera informale con l’intento di fornire a quanti si avvicinano allo studio del genere una chiave di determinazione facilitata, nel “Gruppo dei “Tricholoma gialli”.(1) Genere Tricholoma (Fr. : Fr.) Staude (1857)  tratto da Miceli [2020 (107): 18-24] Al genere, la cui specie tipo è T. equestre, appartengono funghi terricoli, omogenei (quando cappello e gambo sono formati da struttura cellulare similare tanto che risulta difficile il distacco tra le due parti), carnosi, con portamento generalmente robusto detto, appunto, tricholomoide, legati in simbiosi ectomic...

Tre secoli di alluvioni a Messina

Volendo mantenere l’impegno assunto con la nota Alluvioni e lacrime di coccodrillo pubblicata su questo stesso sito, ripropongo una sintesi della recensione del mio libro sulle alluvioni storiche di Messina apparsa su L’Italia Forestale e Montana, periodico edito dall’Accademia Italiana di Scienze Forestali di Firenze. E ciò prima che arrivi la buona stagione, quando il tema entrerà in letargo e saranno solo un ricordo i nubifragi che a ottobre e novembre di quest’anno hanno messo a soqquadro buona parte della Sicilia, con danni incalcolabili all’agricoltura e a molti centri abitati, e l’immancabile tributo di vite umane. Salvo a svegliarci di soprassalto, increduli come fosse la prima volta, all’arrivo delle prossime piogge autunnali, e dare inizio ai soliti riti: “una pioggia così violenta non si era mai vista”, “a memoria d’uomo non si ricorda una cosa del genere” e così via (faccio osservare che la provincia di Messina solo per caso è stata coinv...

La posta in gioco dei cambiamenti climatici

Il 13 novembre scorso si è chiusa a Glasgow (Scozia) la così detta COP26, la Conferenza Onu sull’emergenza climatica che ha visto la partecipazione di ben 197 Stati di tutti i continenti. L’intesa, faticosamente raggiunta dopo 15 giorni di intenso dibattito e di forti polemiche, contiene linee guida tendenti al raggiungimento dell’obiettivo minimo, già fissato a Parigi nel 2015, di limitare il riscaldamento globale, rispetto ai livelli preindustriali, a non più di 1,5 gradi centigradi entro il 2100: risultato considerato dai più assai deludente, tenuto conto che l’auspicio era quello di raggiungere tale meta non oltre il 2050, data che avrebbe anche dovuto sancire la messa al bando in tutto il pianeta dell’uso delle energie fossili (a quanto si apprende, all’ultimo momento, con l’ausilio della Cina, l’India è riuscita a posticipare tale traguardo dal 2050 al 2100). I più ottimisti osservano tuttavia che, con tutti i suoi limiti, la Conferenza ha avuto anche as...

Alluvioni e lacrime di coccodrillo

Ogni volta è la solita storia. Di fronte agli immani disastri provocati alle campagne dalle esondazioni dei nostri corsi d’acqua, magari dormienti per decenni, e alle strade cittadine diventate torrenti, che tutto invadono e travolgono, scendono in campo i soliti noti a invocare l’eccezionalità dei fenomeni, (a loro dire) mai verificatisi prima e dunque imprevisti e imprevedibili: chiedendo un minuto dopo lo stato di necessità e l’assegnazione d’ingenti somme da parte dello Stato, cioè di tutti noi.  Ignorano o fingono di ignorare che, per ragioni più o meno commendevoli, hanno agevolato con pervicacia la cementificazione di tutto quanto cementificabile, rendendo il terreno non più idoneo ad assorbire, almeno in parte, l’acqua meteorica caduta; costretto i torrenti in camicie di forza, con muri d’argine e briglie sottodimensionati, per costruirvi a margine strade e fabbricati, forse ritenendo le loro dimensioni originarie un’anomalia della natura; sventrato mont...

Daldinia concentrica (Bolton : Fr.) Ces. & De Not. (1863)

Daldina concentrica Foto Angelo Miceli

di Angelo Miceli & Carmelo Di Vincenzo. Non sempre i funghi, come nell’immaginario collettivo si è soliti ritenere, si presentano nella classica conformazione strutturale che li identifica formati da cappello e gambo ben definiti. Spesso, anzi molto spesso, si presentano nelle forme più strane tanto che difficilmente vengono riconosciuti come tali da quanti hanno poca dimestichezza con il meraviglioso, immenso, affascinante ed intricato “Regno dei Funghi”. Daldinia concentrica, protagonista della nostra “Riflessione Micologica”, si identifica pienamente in tale categoria presentando caratteristiche morfocromatiche ben diverse dai funghi a strutturazione classica tanto da potere essere considerata, a ben diritto, specie dall’aspetto particolare [Cfr. Della Maggiora, 2021]. Precisazioni di ordine generale – tratto da Miceli (2018: 32 – 35) E’ opportuno, prima di addentraci nella trattazione della specie, fare delle precisazioni di ordine generale che ci consentano...

Leucocoprinus flos-sulphuris (Schnizl.) Cejp, (1948)

Leucoprinus flos-sulphuris, giovani esemplari – Foto Mariagrazia Battaglia

Di Angelo Miceli e Carmelo Di Vincenzo Sembra ormai assodato, da diversi anni a questa parte, che alcune specie fungine originarie da aree tropicali e/o subtropicali abbiano iniziato, con successo, una forma di trasmigrazione verso le regioni del mediterraneo ove, come dimostrano vari ritrovamenti, hanno trovato un habitat ideale alla loro fruttificazione. Ricordiamo, tra i nostri precedenti ritrovamenti, a mero titolo indicativo, Amylosporus campbellii (Berk.) Ryvarden (1977) [Cfr. Miceli et al., 2020] Inonotus rickii (Pat.) D.A. Reid (1957) [Miceli & Di Vincenzo in fase di pubblicazione]; Leucocoprinus fragilissimus (Ravenel ex Berk. & MA Curtis) Pat., (1900) [Miceli & Di Vincenzo in fase di pubblicazione] ai quali si unisce, oltre alle numerose specie fungine oggetto di ritrovamento da parte di altri studiosi di micologia, l’ultimo, in ordine di tempo, recente nostro ritrovamento di Leucocoprinus flos-sulphuris, protagonista del nostro nuovo contributo micologico. Leuc...

Volvopluteus gloiocephalus (DC. : Fr.) Vizzini, Contu & Justo (2011)

Volvopluteus gloiocephalus

Specie molto comune che è solita fruttificare tra il periodo primaverile e l’autunno inoltrato nei pascoli e nei terreni incolti. Inizialmente inserita nel Genere Volvariella(1) con la denominazione specifica di Volvariella gloiocephala, è stata riposizionata, a seguito indagini di natura filogenetico-molecolare che hanno evidenziato una maggiore affinità di caratteri con le specie appartenenti al Genere Pluteus (2), nel Genere Volvopluteus, appositamente creato in epoca relativamente recente.   Genere Volvopluteus Vizzini, Contu & Justo   Fungal Biology 115 (1): 15 (2011) Si tratta di un Genere di nuova e relativamente recente istituzione nel quale sono state riposizionate alcune specie fungine già appartenenti al Genere Volvariella che all’esame filogenetico molecolare hanno evidenziato caratteristiche strettamente correlate a quelle delle specie appartenenti al Genere Pluteus dalle quali morfologicamente si differenziano per la presenza di volva, elemento q...

Scuola e riapertura. Sicurezza last minute

Sono iniziate da oltre un mese le vacanze estive per gli 8,3 milioni (dati MIUR) di studenti italiani. Una normale pausa estiva che arriva dopo un altro anno scolastico caratterizzato per molti dalla DAD, la didattica a distanza.  Una sosta estiva, lunga circa tre mesi, in cui anche il dibattito sulle tante condizioni di inadeguatezza delle scuole si spegne. Salvo riaprirsi, in fretta e furia, poco prima del rientro di bambini e ragazzi nelle aule. Una routine organizzativa che, già prima della pandemia da Covid-19, costringe ogni anno la comunità scolastica, per settimane, ad iniziare la didattica con carenza di insegnanti nelle classi, anche nel ruolo di sostegno a studenti disabili. Un debole dibattito sull’adeguamento delle aule, sulla loro vivibilità per studenti e docenti, sulla sicurezza degli spazi che sono spazi comuni, di condivisione, che con l’emergenza sanitaria resta arenato sulla partenza. 

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Daedalea quercina (L. : Fr.) Pers. (1801)

Daedalea quercina (L. : Fr.) Pers. (1801)

Ritorniano, ancora una volta, nel meraviglioso ed intricante mondo dei funghi lignicoli, ovvero quelli che sono soliti crescere in associazione a colture arboree vive o in fase di degradazione. Daedalea quercina, protagonista della nostra nuova “Riflessione Micolgica” è un fungo dalla conformazione imeniale particolare che è possibile, considerata la sua forma di crescita pluriannuale, trovare nel bosco, associato a colture arboree di Quercus s.l., ma non solo, durante tutto l’arco dell’anno. Tipica specie fungina a doppia forma nutrizionale: parassitica e saprotrofica, risulta facilmente identificabile, anche da parte dei meno esperti, per la particolare conformazione labirintiforme (1) della sua superficie fertile. Viene inserita nel gruppo informale dei Polipori.  I Polipori – tratto da Miceli & Di Vincenzo (2020: 9-18) Denominazione informale riferita ad un raggruppamento di comodo estremamente eterogeneo e polifiletico (quando le specie inserite nel gruppo no...

Amanita verna, bella, subdola, mortale

E’ una delle numerose specie fungine che si affaccia, al tepore della primavera, tra i cascami fogliari nei boschi di latifoglie dove si fa facilmente notare per la sua particolare, candida bellezza dietro la quale, purtroppo, nasconde, in maniera subdola, numerose e pericolosissime tossine che la posizionano tra le specie fungine più velenose e, per l’uomo, in caso di ingestione, ad effetto mortale. Amanita verna, protagonista, purtroppo, di numerose intossicazioni anche con danni irreversibili o addirittura mortali, si configura, unitamente alle consorelle A. phalloides, A. phalloides var. Alba, A. virosa ed A. porrinensis, tra le specie fungine più pericolose esistenti al mondo, occupando un posto di rilievo nella classifica dei funghi più velenosi. Nella sistematica fungina trova posto nella Sezione Phalloideae del Sottogenere Amanitina, Genere Amanita. Genere Amanita Pers. 1797. – Tratto da Miceli (2019: 27-33) Il genere, la cui specie tipo è A. muscaria...

Coprinellus disseminatus (Pers. : Fr.) J. E. Lange (1938)

Di Angelo Miceli e Carmelo Di Vincenzo E’ un dato di fatto, anzi una certezza assoluta, che la grandiosità del Creato e la bellezza della natura esercitano su di noi, cultori della micologia e girovaghi dei boschi per pura curiosità e per motivi scientifici, un forte fascino ed una grande attrazione verso ogni minima manifestazione di vita che, specialmente nel grande ed immenso Regno dei Funghi, si manifesta nella maniera e nelle forme più diversificate e curiose, tanto che siamo facilmente attratti ed estasiati da una distesa di piccoli carpofori a forma campanulata che nell’insieme assumono la conformazione di un meraviglioso “tappeto” in un angolo del “salotto buono” nel bosco. Coprinellus disseminatus specie fungina di piccole dimensioni a nutrizione saprotrofica, é solita fruttificare a gruppi di numerosissimi esemplari, spesso centinaia o, a volte, anche migliaia [Herman, 1979; AMINT, 2021], su elementi vegetali in fase di decomposizione raggiungendo la pien...

Pleurotus nebrodensis, interessante specie siciliana a rischio di estinzione???

Articolo pubblicato su MicoPonte – Bollettino del Gruppo Micologico “Massimiliano Danesi” – Ponte a Moriano (LU), Anno 2021 n. 13: 29-38 Premessa Ricercata, rara e caratteristica specie fungina dell’ambiente siciliano, tipica della catena montuosa dei Nebrodi, delle Madonie e del massiccio dell’Etna. La sua prima descrizione porta la firma del micologo siciliano Giuseppe Inzenga (1) il quale nella sua opera “Funghi siciliani” afferma: “E’ questo il più delizioso fungo mangiativo che conoscesi in Sicilia, e privo da qualunque sospetto di veneficio, tanto pei suoi caratteri che lo distinguono da qualunque siasi altra specie sospetta, quanto per le località ove nasce e per le piante alle quali conoscesi essere parassito. Nasce nella sommità dei monti più alti di Sicilia, in luoghi boscosi, e con particolarità nelle Nebrodi o Madonie, al liquefarsi delle nevi da aprile a tutto maggio” [Inzenza G., 1865:12]. Pleurotus nebrodensis, protagonista della nostra ...

Dante Cristiano ieri e oggi

La Divina Commedia, epica narrazione in versi dell’ascesa dell’Uomo redento al Paradiso, dopo un arduo viaggio nei tre regni oltremondani, è l’opera più grandiosa – sublime, quant’altre mai, sul piano estetico – che sia stata concepita e realizzata da mente umana. Perciò, il suo autore; Dante Alighieri, è non solo il più grande dei poeti di tutti i tempi, ma anche il sommo poeta cristiano. I papi del secolo scorso e quelli di questi primi decenni del Terzo Millennio ne hanno giustamente ratificato l’esemplare conformità ai principi e ai testi della religione cristiana. Già Benedetto XV, il 30 aprile 1921, dedicò al Sommo Poeta un enciclica (In praeclara summorum), in cui esortava i fedeli a riconoscere che un «poderoso slancio d’ispirazione egli [Dante] trasse dalla fede divina». L’argomento fu ripreso, il 7 dicembre 1965, da Paolo VI che, nella lettera apostolica Altissimi cantus, scritta in occasione della celebrazione dei 700 anni dalla nascita del ...

La peste a Messina, un  lockdown nel 1743 Parte seconda

La peste invade la città Iniziando il mese di giugno, è ormai per tutti evidente che in città corre la peste. Tra il popolo scoppia il panico, chi può va in campagna e fa provviste di ogni bene alimentare svuotando negozi e magazzini, per chi non ha mezzi economici inizia un tempo di fame e carestia. Il Grande ospedale è convertito in lazzaretto, agli abitanti è imposto di restare in casa se vi è un ammalato nella loro famiglia, per l’appestato che vive in case anguste o affollate si prospetta il triste destino del suo trasporto forzato nel Convento di S. Maria di Gesù ora destinato agli infetti.  I soldati coperti con tute impeciate, uncini e pale provvedono a togliere i cadaveri dalle case e dalle strade per seppellirli in fosse comuni scavate anche nelle piazze, i benestanti e il clero hanno il privilegio di essere tumulati all’interno delle chiese o in cimiteri ed esse esterni. I nostri autori non mancano di esaltare il comportamento di gran parte dei chierici , dei...

Russula virescens (Schaeff.) Fr. (1836)

Russula virescens Foto Nicolò Parrino

Vogliamo trasportarci, con questa nuova “Riflessione Micologica”, unitamente ai nostri ormai numerosi lettori, nell’affascinante, meraviglioso ed intricato “Mondo delle Russule” che, senz’altro, nell’immensità del “Regno dei Funghi”, con le circa 250 specie segnalate nel territorio italiano, intende mettere alla prova la capacità di determinazione dei micologi più esperti che spesso sono costretti a ricorrere, per un corretto riconoscimento della specie, alle reazioni chimiche e, ancor più spesso, all’esame dei caratteri microscopici.  Abbiamo sempre avuto, come si conviene a quanti come noi, nella qualità di dilettanti appassionati di micologia, attratti dalle meraviglie che il “Regno dei Funghi” nasconde tra i suoi numerosi misteri, si avvicinano allo studio delle innumerevoli specie fungine che ne fanno parte, un timore riverenziale a trattare, anche se in forma divulgativo-informativa, il genere Russula che, pur se di facile riconoscimento relativ...

La peste a Messina, un lockdown nel 1743

Messina Sicilia Pest Sizilien Peste 1743. Incisione Stampa Plague Seuche Epidemie –Berlin

Il 25 marzo del 1744 il vicerè Bartolomeo Corsini1, dà incarico al Canonico D. Francesco Testa vescovo di Siracusa e deputato al Parlamento del Regno di Sicilia di scrivere ”…una relacion historica general, veridica,y distinta, de todo lo que ha accurrido en el Contagio de Mecina”2,per lasciare una testimonianza scritta dell’impegno con cui il suo Governo aveva affrontato e risolto l’epidemia di peste che aveva sconvolto quella città nell’anno 1743. Anche il Senato messinese incarica il suo segretario Orazio Turriano di stendere un “Ragguaglio“3 sugli stessi avvenimenti, probabilmente, raccomandandogli di evidenziare che i danni causati dall’epidemia al tessuto sociale della città, non erano stati aggravati dall’inerzia delle autorità civili e religiose messinesi che con il loro incoerente comportamento non avevano saputo -come affermava Palermo- tempestivamente contenere la diffusione del morbo, ma che tutto era avvenuto per chiara e imperscrutabile volon...

Amylosporus campbellii (Berk.) Ryvarden (1977)

Amylosporus campbellii Foto Angelo Miceli

Primo ritrovamento nel territorio messinese  Angelo Miceli & Carmelo Di Vincenzo(Centro di Cuntura Micologica – Messina) Articolo Pubblicato su RMR (Rivista di Micologia Romana)Bollettino Amer (Associazione Micologia Ecologica Romana) n. 111 Anno XXXVI, 2020 (3): 135-141   Premessa Ancora una volta il territorio messinese regala un ritrovamento fungino di tutto rispetto che vuole identificarsi con una specie a tipica crescita extraeuropea la quale da qualche anno a questa parte fa registrare la propria presenza anche nel territorio europeo e, in particolare, stante i ritrovamenti segnalati e dei quali siamo venuti a conoscenza, in alcune località della Sicilia.  Trattasi di Amylosporus campbellii, specie fungina posizionata nel gruppo informale dei polipori ed attualmente inserita nell’ordine Russulales. Essa sconfina dalle naturali e tipiche zone di crescita localizzate nelle aree tropicali e subtropicali dell’Africa, del Nord America meridionale, dell’America centra...

Rubroboletus satanas un nuovo epiteto per il Porcino Malefico

Rubroboletus satanas Foto Franco Mondello

Premessa Da sempre posizionato nella sistematica fungina nel genere Boletus (1) e conosciuto universalmente con l’originario epiteto specifico di Boletus satanas, è stato recentemente, a seguito approfonditi studi di natura filogenetico-molecolare, riposizionato nel nuovo genere Rubroboletus che ospita, in atto, numerose altre specie appartenute al genere Boletus, mantenendo, in ogni caso, il “satanico” identificativo di specie che invita l’immaginario collettivo ed i micofagi tutti ad evitare il consumo di questa meravigliosa specie fungina, dalle grandi dimensioni e dai colori contrastanti tra il bianco del cappello ed il rosso del gambo e dei pori, che è ritenuta, come confermato dai numerosi studi di micotossicologia, altamente tossica e causa di sindrome gastroenterica (2) di una certa entità. Genere Rubroboletus Kuan Zhao & Zhu L. Yang  Phytotaxa 188 (2): 67 (2014) E’ un genere di recente istituzione, con specie tipo Rubroboletus sinicus (W.F. Chiu)...