“Una passeggiata ginnastica e d’istruzione”
Dati essenziali sulla realtà sociale ed economica della città nei primi anni del XX secolo
Messina nei primi anni del 900 era una delle più grandi e importanti città d Italia. Dal censimento nazionale del 1901apprendiamo che la città aveva una popolazione di poco meno di 148000 abitanti, 90.000 risiedevano in centro e nelle periferie, la rimanente parte nei villaggi. Catania, in quegli anni, contava la stessa popolazione di Messina, Palermo circa 310.000 abitanti, Torino 330000, Roma 416.000 e Milano 538.000. La città continuava ad identificarsi con il suo porto; per la presenza di una borghesia produttiva ancora legata in gran parte ai commerci e ai trasporti delle merci via mare (1) . Nell’anno che si concluse col terremoto che distrusse l’intera città , oltre 6.000 navi approdarono nel porto confermando la sua importanza strategica quale nodo marittimo per l'intero Mediterraneo. In città si guardava, non senza una certa nostalgia, agli antichi privilegi del “ porto franco” e, per poter potenziare la produzione locale e intensificare il transito delle merci, si provava a ottenere dallo Stato, in una realtà nazionale ed europea ormai economicamente e politicamente profondamente mutata, specifiche norme giuridiche ed economiche di favore. “ Ancora nel primo ventennio del XX secolo, il progetto di sviluppo di parte dell' establishment del potere cittadino resterà quello del “ punto franco”, centro motore di un economia che si ipotizza basata sulle trasformazioni di materie prime siciliane o provenienti dall Oriente ,destinate ai mercati di tutta Europa”. (2)Dal porto traevano origine numerose attività economiche per la presenza in città di imprenditori che riuscivano a sfruttare le opportunità offerte da un mercato che, sebbene in trasformazione per la forte concorrenza nazionale e straniera, offriva ancora possibili spazi nuovi di guadagno.