Nella città dei “Bamminiddhari” (bambinelli di cera plasmati dalle abili mani di illustri artisti), in cui l’arte del presepio era coltivata con grande perizia, tanto da essere apprezzata in molte parti d’Italia e d’Europa, si colloca la mostra di presepi di Rosanna Marullo, inaugurata Mercoledì , 10 Dicembre 2014,ore 18,00 e aperta fino al 20, presso la Galleria d’arte ”Il Gabbiano” corso Cavour 119. Artista sensibile già nota autrice di paesaggi, Rosanna, pur non alterando i simboli essenziali della Natività, rinnova gli schemi classici della composizione” presepiale” e intitola la mostra “La mia canzone per Natale”.
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“…Quando davvero si è educatori! Quando Messina interagisce lo fa con sapienza, in modo particolare quando c’è di mezzo il 16° Istituto Comprensivo e la sua infaticabile dirigente Giovanna De Francesco, complice quella Daniela Bonanzinga, cacciatrice di ‘punta’ di talenti scrittorii, che offre in pasto alla Città vere eccellenze culturali. Giorno 28 maggio 2014 gli astanti in ‘Sala Visconti’ hanno goduto della professionalità (la professionalità va oltre la sapienza, perché la contiene e la supporta di realismo pragmatico!) di un … messinese!
...“Eschilo, Eschilo, che qui si Sofocle; attenzione alle scale, che sono Euripide!” : era la battutaccia colta che stava sulle bocche di noi liceali nei nostri verdi anni (per ovvi motivi ometto quelle ‘spinte’ – almeno tre – su un utilizzo strumentale del greco!); riportarla qui non avrebbe avuto valore, se non si volesse evidenziare come il giocare con la cultura era non solo un vezzo per quei giovani che fummo, bensì un supporto di riferimento per l’ironia; ed – attenzione ! – il vezzo non era sulle bocche dei ‘primini’ della classe (non si sarebbero mai permessi, con la loro rigidità spesso secchiona!); era invece sulle bocche di quelli che faticavamo per quel tanto in greco da riuscire non più che a spuntarla, nonostante il disappunto di un genitore grecista e latinista.
...Noi di ADSeT siamo i “professori per sempre”, quale che sia stato il nostro ruolo nelle scuole; noi, felici di ciò che abbiamo donato – in eredità del messaggio senechiano – oggi, non è esatto dire che un po’ vi invidiamo, né che indulgiamo alla nostalgia, ma certamente amiamo avere il piacere di condividere in solidarietà con i colleghi dirigenti, professori, direttori amministrativi, esecutori amministrativi, tecnici e ausiliari l’alba di un nuovo giorno, il nuovo giorno per la eterna seduzione dell’educare: è il nuovo giorno d’inizio del nuovo anno scolastico, é la magia del ricominciare a lavorare sull’uomo, il privilegio di esercitare l’arte – perché arte è, e guai quando diventa mestiere! – che dall’esperienza trae la tecnica maieutica, mai deterministica, che ci conduce, noi “professori per sempre” ribadisco, educatori, a godere della professione più gratificante tra tutte, gratificante perché dà gioia, in quanto cura la formazione de...
Chi lo dice che Quiescenti è sinonimo di … omissis … “essere inattivo” (dal latino ‘Quiesco’: cfr. pag. 1211 di Castiglioni Mariotti, ‘Il Vocabolario della lingua latina’, c. e. Loescher, Roma 31.07.‘63/23.10‘65, stampa presso Officine Grafiche Fratelli Stianti, Sancasciano Val di Pesa – FI- Gennaio 1966)? … Il nostro “quiescere” è, sì, riposo, ma è riposo dalle pastoie superfetate della burocrazia di stato che, quando non sia quella tuttora benemerita istituzione che chiamiamo didattica, sarebbe apparato-scuola, intesa come coacervo di norme di divieti e/o di concessioni che proprio sulla didattica vanno a incidere negativamente, laddove – di contro – la snellezza delle direttive tornerebbe a rendere feconda/a prescindere dalla burocrazia e non defatigante la detta didattica. Bene! Noi Quiescenti giubilati ci siamo congedati da quel tipo di servizio attivo; non ci siamo congedati tuttavia dal rinnovato impegno volontario per la scuola, per l’ed...
ovvero… In ratione scribendi veritas! … E non solo ‘in vino’ (e forse più pericolosamente): è il motivo per cui sommessamente e con patos reverenziale ho fornito un mio breve autografo in disastrata grafia (quella di sempre) a Barbara Taglioni, timoroso di una sua rivelazione: “Vuoi vedere che Questa mi rivela che col pensionamento sto iniziando ad ottundermi (pensione di ‘vecchiaia’ fu)?!” Vogliate perdonarmi l’attimo di auto-ironia: è più forte di me, e credo di avere ereditato questa ‘incontinenza’ ironica dal grande preside catanese, amico e collega di mio padre Angelo, Arturo Mannino, brillante ingegno – giornalista, scrittore e italianista d.o.c. – che mi tenne a battesimo alla mia prima supplenza in quel di Catania; taccio per auto-verecondia su quanti anni fa! Tanto quell’uomo non se la teneva, la ‘facies’ ironica, che si procurò per questo non poche astiosità presso alcuni di non adeguata intelligenza, e anche di un personaggio in citt...
Fidarsi è bene, ma … ‘Antonello’ è meglio, e non solo! 14.11.2014: lì per lì mi sono chiesto con quali riferimenti commentare questa serata, ma soprattutto quando e … come! Il menù proposto mi poneva in questa perplessità: cappuccino ai funghi, tortino di pleurotus con cuore di formaggio su lamelle di champignon affumicate e marinate, girelle di pasta fresca con farcitura di fungo porcino e ricotta di pecora con salsa alla frutta secca e burro chiarificato al tartufo, tacchinella farcita con contorno di chiodini glassati e terrina di porro e zucca, tortino di pistacchio con pallina di gelato ai funghi, e – dunque – mi chiedevo converrà redigere un testamento olografico precauzionale … o conviene aspettare almeno 45 giorni e poi commentare una superba succulenta cena? Ma poi Messina, nell’ipotesi migliore, dispone di 90 posti letto, quanti eravamo?
...Ormai è nello stile ADSeT creare occasioni di incontro che nella gradevolezza, nella snellezza, ma esaurientemente abbiano prioritariamente una finalità colta e valoriale: ancora una volta è accaduto venerdì 28 novembre 2014, grazie al mecenatismo di ospitalità della illuminata Dirigente Maria Muscherà, che ha consentito che l’evento si svolgesse nel suo prestigioso Istituto ‘Antonello’. Riferimento culturale, questa volta, è stato Dario Morelli autore del libro ‘E Dio creò i media’; l’iniziativa è stata promossa e proposta ad ADSeT per la condivisione dalla benemerita ‘Associazione Culturale Maurolico’ di cui è ‘anima’ il suo presidente Nino Grasso.
...Tanto ha potuto ADSeT, questa volta! Il rozzo insipiente, il villano che si lamentò col prevosto della lunghezza della messa cantata, quando al rimprovero dello stesso: “ Figliolo la musica eleva lo spirito” ebbe a rispondere, “ sì, ma fa calari ‘u latti ”! la visse come una afflizione a causa del prolungarsi delle musiche di intermezzo lungo la cerimonia perché – a mio giudizio – non era stato penetrato dalla maieutica dell’organo, che in quell’occasione non suonò; perché, se così fosse avvenuto, nonostante la sua rozzezza, avrebbe piuttosto avuto da lamentarsi del contrario col sacerdote, e cioè della brevità della esecuzione, lunga per quanto potesse essere stata. Quale magia, quella dell’organo!
...Non amo l’autolesionismo italo-peloritano-centrico, e non mi associo mai dunque per civico amor proprio e per principio a un tale mal vezzo di cori consolidati delle ‘prefiche’, cantori lamentevoli di una eterna agonia della città; e pur tuttavia in qualità di messinesi, spesso ci viene tentazione di raffrontare questa strapazzata città a quanto cantò De Andrè in “Faccia di cane”: «… in questa città vorrei piantarci un faro per vederci più chiaro, in questa città vorrei trovarci il sale, in questa città che prende a calci un cane mentre muore di fame, in questa città che affoga senza il mare [ndr: perché lo abbiamo emarginato], in questa città in cui facilmente si nasce alla stazione [e/o] dentro una barca a forma di vagone, ghiaccio a Natale sopra i marciapiedi!.. »
...Non la pongo come affermazione, così come è nata in relazione al caso del mugnaio settecentesco che, non riuscendo ad avere giustizia a Potsdam dai locali giudici, volle ottenerla appellandosi al suo re: Federico di Prussia il Grande, e da questi ottenne giustizia: ma si trattava di un sovrano particolarmente dedito ad amministrare la buona giustizia; basterà ricordare il suo ‘Codex Fridericianus’ ottimamente regolante fino dal 1747 la delicata funzione dell’amministrazione di essa, finché anche lì, in Prussia, morto l’illustre Cocceio – al momento condizionato il re dai gravi fatti di guerra – ebbero a riemergere gli abusi, per opera della gente di toga; nonostante la sua gotta il re diede ragione al ricorrente e, affermando che “ci sono dei giudici a Berlino”, ed in questo spirito, rimise mano ad una nuova regolamentazione della giurisprudenza affidata alla redazione di un nuovo Codice; è la prima parte di ‘Prozess-Ordnung’, ossia Regolamento di Procedura...
La frase con cui il presidente Angelo Miceli ha sapientemente concluso l’incontro di giorno 26 maggio 2015 e la stagione sociale ADSeT 2014-2015, ha perfettamente contenuto in sé il valore – perché di valore si è trattato – di questa serata primaverile: due progetti didattici lungamente collaudati, a Messina, sono stati veicolati verso le scuole, ma soprattutto a beneficio degli alunni, come non ha mancato di osservare la preside Maria Muscherà, la quale, presentando la serata, ha posto l’accento sulla centralità dell’alunno nel processo didattico in sé, e soprattutto nella attività docente. “Metodologie ed innovazioni didattiche nella scuola dell’obbligo”, tema dell’incontro, ha visto la duplice presentazione dei progetti: “Progetto G.I.O.CO.” di Angela Lenzo e “Metodo Cassalia” di Pasquale Cassalia. Ma, poiché l’attività culturale per essere educativa e formativa verso gli alunni deve alimentarsi della ricerca, nell’intervallo tra le due rela...
Così ha definito se stesso l’illustre cattedratico italianista dell’Ateneo peloritano. Solo le grandi anime sanno farsi … piccole piccole; solo i micragnosi magnificano se stessi oltre modo, ma soprattutto oltre merito! Bisogna dire grazie alla ch. ma prof. ssa Paola Colace Radice per aver ella voluto e posto in essere questo “Meeting filologico-letterario con Giuseppe Rando” volto a tributare i meritati onori ad un uomo di spicco del mondo letterario che ha condotto la sua vita e la sua carriera all’insegna di quel “Lathe biosas” epicureo, che a quei livelli non è da tutti, in quel momento di svolta che l’esser giubilati imprime a marchio nella esistenza di ogni uomo. E certamente avranno avuto di che dolersi per non esserci stati i quadri di spicco dell’Ateneo sottratti alla presenza da inderogabili impedimenti.
...Caro Presidente, cari Consoci, abbiamo fondato ADSeT ancorandoci fondamentalmente all’articolo 4 dello Statuto, che ne disciplina la motivazione ad esistere: “Lo spirito e la prassi dell’Associazione trovano origine nel rispetto dei principi della Costituzione Italiana che ispirano l’Associazione stessa e si fondano sul pieno rispetto della dimensione umana, culturale e spirituale della persona.” Faccio qui appello, poiché identica sensibilità so che non si riscontra nella prassi burocratica con la quale il personale Educatore – sottolineo educatore – viene posto in quiescenza, laddove un – il più delle volte sdrucito – foglio di carta immesso in una busta gialla di servizio informa il destinatario, ormai inutile, che l’amministrazione non ha più alcuna utilità a servirsi dei suoi cattivi o buoni servigi che siano stati, e di cui nessuno ha notizia, e che ciò è irrevocabilmente dovuto all’esser pervenuti alla pensione di vecchiaia!
...L’audience si nutre di tutto. Delle lacrime e delle risate a buon mercato. Delle urla e di parole ben scandite e ad effetto. Della rabbia e dell’indignazione di chi guarda, spesso con curiosità morbosa, le vite altrui spedite attraverso il tubo catodico. Ma si nutre anche di fango umano, e rovista spesso tra le pieghe inquinate della società. E su questo audience sembra ritagliata la trasmissione ‘Porta a Porta’ condotta da Bruno Vespa che stasera per la seconda volta, a distanza di quasi sette mesi da quando aprì le porte della seconda serata di Rai 1 ai Casamonica, regalerà uno spazio sulla televisione pubblica alla presentazione del libro di Salvo Riina, sulla vita del padre Totò. Uno spaccato familiare, già messo nero su bianco, che non era il caso di raccontare anche in tv. Da quella Rai, che si regge anche sui soldi versati con il canone dagli italiani, che fino a poche ore prima della messa in onda del programma ci teneva a ribadire il suo impegno contro le mafi...
Sono 83 in Italia gli uomini e le donne che hanno scelto di denunciare i soprusi e la violenza delle mafie. Una piccola comunità di cittadini italiani che dopo avere testimoniato, aprendo così le porte del carcere a tanti esponenti della criminalità, da anni lotta per riavere una vita dignitosa. Vite di cui poco si parla, al punto che i testimoni di giustizia (ex imprenditori, commercianti, o semplici onesti cittadini) vengono spesso confusi con i collaboratori di giustizia (meglio noti come “pentiti”) che provengono dalla malavita e hanno deciso di collaborare con la giustizia. Cittadini resi invisibili, non tanto e non solo dalla scelta coraggiosa di aver detto No alle mafie ma dalle istituzioni incapaci di attuare la legge 45 del ’91, che prevede tutele per il testimone di giustizia e la sua famiglia e anche il diritto ad un lavoro nella pubblica amministrazione. Per continuare a leggere l’articolo segui il link
...Nell’epoca del terrorismo e del costante tentativo di esorcizzare le paure, delle nuove guerre che giocano su strategie che i libri di scuola non ci hanno mai raccontato, l’esigenza diffusa (per certi versi legittima) è quella di placare gli allarmismi. Specie se il rischio è sapersi cittadini di uno Stato che potrebbe entrare in guerra. E in questi giorni lo si fa a suon di dichiarazioni riscontrabili, ma anche di affermazioni pericolose e affrettate. C’è così chi lo fa, da analista di politica internazionale, giustificando il fatto che l’Italia non sia mai stata oggetto di attentati perché ha partecipato solo a missioni di pace e mai ad attacchi militari diretti. C’è chi, in queste ultime ore, ha anche aggiunto che l’Italia non dovrebbe rischiare di diventare base logistica delle cellule terroristiche perché il mercato illegale delle armi in tutto lo Stivale è gestito dalla criminalità organizzata. Per continuare a leggere l’articolo segui il link
...Le chiamavano ‘morti bianche’, ma oggi non ci si ricorda più neanche il significato di questa macabra definizione. L’opinione pubblica ha fatto scendere un pesante sipario su queste realtà. Il teatro, invece, ha scelto di alzarlo. E parlarne. “Uno cade, puf, muore, uno cade, puf, rimane infortunato, l’altro cade, puf e basta”, recita la nota di regia dell’attrice Marica Roberto. E’ quanto accade ogni giorno, in campi di pomodori, in cantieri, ma anche sulle strade o sui palcoscenici. Ovunque. In qualsiasi posto si lavora può capitare di cadere, di infortunarsi e in certi casi persino morire. Un diritto, il lavoro, che priva tanti del diritto alla vita e alla salute. Una lista, quella dei lavoratori senza tutele, che periodicamente si allunga e di cui nessuno si (pre)occupa. Alcune di queste storie silenziose, confinate a fatti personali, sono arrivate sul palco di un teatro la scorsa settimana, il Teatro dell’Angelo a Roma, raccontandosi con la forza musicale e ...
A 35 anni di distanza, la ferita della strage di Ustica continua a non rimarginarsi. E nella ricerca della verità, tra migliaia di documenti più o meno attendibili, restano solo le tracce storiche di tanti sciacalli. E a dar voce a quella ricerca continua di verità e giustizia ci sono i parenti delle vittime e la loro associazione, che si batte instancabilmente da quel 27 giugno del 1980. E continua a fare i conti con carte mancanti e richieste di desecretazione rimaste sempre inattese. “Dalla lettura delle carte depositate si riscontra uno stato della archiviazione veramente preoccupante e inaccettabile: si trovano innumerevoli segnalazioni di continui smarrimenti nel passaggio tra ufficio e ufficio vi sono i segni di una difficoltà di conservazione e trasmissione tra gli stessi uffici, notizie di carte smarrite, di carte trasmesse e non più ritornate, documenti passati a uffici che non sono più individuabili, documenti riordinati e trasportati a vaghe destinazioni” ha di...
Le letterine a Santa Claus ci raccontano i desideri e le preoccupazioni dei nostri bambini Pubblicato su Moleskine Dicembre 2013 Se vogliamo conoscere e capire un bambino, non facciamogli domande, osserviamolo e impariamo a leggere i messaggi che egli ci invia, prestiamo attenzione a come si comporta da solo o in mezzo agli altri, seguiamolo con lo sguardo quando impugna uno strumento grafico, guardiamo le tracce che lascia sul foglio e i suoi disegni e impariamo a leggerli. Nel disegno possiamo individuare le sue paure, i suoi desideri e le sue emozioni. I bambini sono acuti osservatori, testimoni attentissimi della realtà e dei rapporti familiari e sono capaci di provare una vastissima gamma di sentimenti spesso incomprensibili per gli adulti.
...Presentazione del Romanzo di Claudio Sergio Stazzone, Aula Magna Istituto Antonello, lì Messina 21 Aprile 2015, h. 18, 00 di Giuseppe Triglia. INTRODUZIONE 1. Saluto tutti i presenti, gentilmente intervenuti stasera, quanti ci ospitano, tutti gli amici che ci onorano; e anche coloro che hanno voluto la mia, seppur modesta, partecipazione, scusandomi in anticipo per ciò che dirò e per come lo dirò: balbettando. Impresa ardua la mia: parlare del romanzo senza togliere il gusto della lettura, della scoperta, della curiosità, (dei colpi di scena); anzi dovrei contribuire col mio dire ad accrescerla, stimolarla, incoraggiarla. Potrei forse cavarmela prendendo a prestito dall’Ariosto; “le donne, i cavalieri, gli amori, le armi io canto” E tutto questo è il romanzo! Ma sono sicuro che non supererei indenne la serata e l’uscita. Allora proverò, chiedendo in anticipo venia a tutti, a provocare la vostra benevolenza e generosità nell’ascoltarmi, per l’esercizio di pazie...
“Non ammesso/a”. Da ieri migliaia di piccoli, potenziali, studenti di scuola materna a Roma hanno avuto la loro sentenza. Per loro non c’è spazio in una delle poche e malconce scuole che popolano le periferie della Capitale. Una scuola, quella dell’infanzia, piena di contraddizioni. Dove le maestre, come le colleghe della scuola primaria e secondaria, si confrontano con contratti precari e con strutture e luoghi di lavoro fatiscenti. Insegnanti che, nonostante queste premesse, devono avere la lucidità di gestire 25/30 bambini dai 3 ai 5 anni. Mondi dell’infanzia distanti tra loro, per età ed esigenze, che spesso devono convivere in piccole stanzette o in risicati ‘open-space’ dove mancano i più elementari sistemi di sicurezza. Per continuare a leggere l’articolo, clicca qui.
...pubblicato su Moleskine Viviamo in una società dove la fama, il successo, la visibilità, il denaro e il potere sono spesso gli unici valori che ci vengono proposti, a cui molte persone aspirano per tutta la vita. Lucio Piccolo ha rappresentato certamente un’eccezione. Francesco Latteri Scholten, autore di numerosi articoli e saggi, dice di lui: un “pittore di poesia”, le sue non sono parole, sono immagini, immagini scritte che hanno la bellezza di un quadro di grande autore. Lucio, figlio di Giuseppe, grande possidente terriero nell’area nebroidea, e della Contessa Teresa Mastrogiovanni Tasca Filangeri di Cutò, viene alla luce il 27 ottobre 1901 in una Palermo trasognata e pomposa. Timidissimo e molto attaccato alla figura autoritaria della madre cresce nell’enorme palazzo di famiglia in Via Libertà.
...“Essere donna: una sfida che non annoia mai” pubblicato su Moleskine gennaio 2015 Una scrittrice, una giornalista, un’attivista, ma soprattutto una donna con la “D” maiuscola. Ci ha lasciato nel 2006, a 77 anni, dopo una vita vissuta intensamente fino all’ultimo, nonostante una malattia, che da tempo la divorava lentamente. Ha scritto dodici libri e ha venduto venti milioni di copie in tutto il mondo. Molte sue frasi sono diventate celebri come vere e proprie perle di saggezza e di riflessione. Pensando a lei, siamo portati a vederla come una combattente sempre in prima linea, sprezzante del pericolo, dotata di una straordinaria auto disciplina, di una determinazione e di una puntigliosità fuori dal comune. In realtà nel libro “Oriana una donna” (Rizzoli) prima e unica biografia autorizzata, scritta da Cristina De Stefano, scopriamo come la Fallaci sia stata nel privato, una donna delicata, fragile, dolce, romantica e allegra, con una personalità meno “monolitic...
Ho pagato. Oggi, con instancabile puntualità, ho consegnato 108 euro – cento otto euro – al Mio Ordine dei Giornalisti del Lazio. La quota associativa, richiesta annualmente, per non esercitare da abusivi la professione di giornalisti. Ho pagato, e da oggi sono nuovamente giornalista o almeno posso di nuovo dire di esserlo. Lo sono anche da precaria o disoccupata. Lo sono anche dopo che un giornale che riceve fondi pubblici per l’editoria, come “La Discussione – Quotidiano fondato da Alcide De Gasperi” (chissà cosa ne penserebbe De Gasperi del suo giornale, oggi), mette alla porta i collaboratori esterni per “scelte economiche superiori”.
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