La Galea del Piano di S. Giovanni Gerosolimitano: una “Machina” della Festa tra ‘600 e ‘800 a Messina
Messina tra seicento e settecento (1)
La città di Messina fin dal XII secolo aveva saputo conquistarsi una condizione di quasi indipendenza all’interno dei Regni di cui era stata parte. Con il fallimento della avventata, ma forse inevitabile ribellione degli anni 1674-78 contro la Spagna, di cui non si erano calcolate fino in fondo le possibili conseguenze, la città subisce una pesantissima repressione da parte della corona spagnola. Madrid decide di mettere fine con la forza alle frequenti e forse ormai anacronistiche pretese autonomistiche messinesi, dando così pure un monito anche alle altre città siciliane per prevenirne possibili future iniziative per sottrarsi al suo controllo. I provvedimenti messi in atto sono gravissimi, Messina, di conseguenza, subisce una grave involuzione politica, demografica ed economica non più pienamente superata negli anni successivi. La Spagna agisce sia sul sentimento dell’intera comunità per mortificarne l’orgoglio patriottico, sia, in particolare, sul ceto dirigente limitando la sua autonomia decisionale sul governo della città, ma pure riducendo i commerci e i traffici del porto, fonti principali del reddito, con nuove restrizioni fiscali per impoverire l’intera città e così ostacolare progetti di nuove pretese.