Renato Zafarana

Messina, la trasformazione del confine terracqueo: 1598-1621

Dalle mura urbiche alla prima Palazzata di Jacopo Del Duca. L’imperatore Carlo V accompagnato dal viceré Ferrante Gonzaga, durante  la sua  breve permanenza a Messina nel 1535, per dare un più razionale assetto a quel territorio della Corona spagnola in continua crescita demografica ed economica,  collocato sul principale fronte di scontro tra Spagna e Impero Ottomano, disponeva  la realizzazione di importanti trasformazioni urbanistiche che ne modificarono  la fisionomia che in quei primi anni del Cinquecento permaneva ancora con caratteristiche medievali . Le recenti conquiste della flotta di Solimano sulla costa africana, il territorio di Algeri nel 1529, l’isola di Rodi nel 1522 abbandonata dai Cavalieri dell’Ordine militare di S. Giovanni rifugiatisi a Malta, consentivano agli Ottomani di controllare le rotte commerciali del Mediterraneo orientale.  Il “pericolo turco” rappresentava uno dei principali problemi esistenziali dei siciliani e dei messinesi i...

La scomparsa del quartiere di Terranova conseguenza della ribellione di Messina alla Spagna del 1674

Messina in un tempo di crisi politica, economica e sociale L’economia siciliana nei primi anni del secolo XVII si regge prevalentemente sulla produzione del grano negli estesi latifondi (i feudi) del centro e dell’ovest dell’isola e della seta nei territori attorno alle città di Messina, Catania e Palermo. Messina controlla politicamente e amministrativamente un vasto comprensorio il “Distretto del Val Demone” esteso tra il fiume Alcantara a sud e la cittadina di Tindari a nordovest ed esercita una forte influenza commerciale oltre lo Stretto nei centri della Calabria meridionale. La città dello Stretto in quei decenni ha una elevata autonomia politica e commerciale grazie a franchigie, esenzioni e facilitazioni fiscali e amministrative di cui gode fin dal XIII secolo concesse dai sovrani in cambio di frequenti ingenti donativi e nel tempo mantenuti attraverso l’istituto giuridico della conferma da parte del sovrano. Essa si ritiene quasi una repubblica autonoma all...

“Spettacolo di Fede” celebrato nella città di Palermo il 6 aprile del 1724

La Chiesa siciliana e il Governo asburgico vollero mostrare la loro vitalità politica e confermare il proprio potere con il controllo religioso e civile della società siciliana con l’Atto di fede del 6 Aprile del 1724, ultimo rito pubblico celebrato caratterizzato da uno stridente contrasto tra festa e dramma: festa per il trionfo della fede cattolica, della Chiesa e del Tribunale dell’Inquisizione e dramma per le terribili pene inflitte per reati prevalentemente di opinione a poveri infelici.

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La peste a Messina, un  lockdown nel 1743 Parte seconda

La peste invade la città Iniziando il mese di giugno, è ormai per tutti evidente che in città corre la peste. Tra il popolo scoppia il panico, chi può va in campagna e fa provviste di ogni bene alimentare svuotando negozi e magazzini, per chi non ha mezzi economici inizia un tempo di fame e carestia. Il Grande ospedale è convertito in lazzaretto, agli abitanti è imposto di restare in casa se vi è un ammalato nella loro famiglia, per l’appestato che vive in case anguste o affollate si prospetta il triste destino del suo trasporto forzato nel Convento di S. Maria di Gesù ora destinato agli infetti.  I soldati coperti con tute impeciate, uncini e pale provvedono a togliere i cadaveri dalle case e dalle strade per seppellirli in fosse comuni scavate anche nelle piazze, i benestanti e il clero hanno il privilegio di essere tumulati all’interno delle chiese o in cimiteri ed esse esterni. I nostri autori non mancano di esaltare il comportamento di gran parte dei chierici , dei...

La peste a Messina, un lockdown nel 1743

Messina Sicilia Pest Sizilien Peste 1743. Incisione Stampa Plague Seuche Epidemie –Berlin

Il 25 marzo del 1744 il vicerè Bartolomeo Corsini1, dà incarico al Canonico D. Francesco Testa vescovo di Siracusa e deputato al Parlamento del Regno di Sicilia di scrivere ”…una relacion historica general, veridica,y distinta, de todo lo que ha accurrido en el Contagio de Mecina”2,per lasciare una testimonianza scritta dell’impegno con cui il suo Governo aveva affrontato e risolto l’epidemia di peste che aveva sconvolto quella città nell’anno 1743. Anche il Senato messinese incarica il suo segretario Orazio Turriano di stendere un “Ragguaglio“3 sugli stessi avvenimenti, probabilmente, raccomandandogli di evidenziare che i danni causati dall’epidemia al tessuto sociale della città, non erano stati aggravati dall’inerzia delle autorità civili e religiose messinesi che con il loro incoerente comportamento non avevano saputo -come affermava Palermo- tempestivamente contenere la diffusione del morbo, ma che tutto era avvenuto per chiara e imperscrutabile volon...

La Galea del Piano di S. Giovanni Gerosolimitano: una “Machina” della Festa tra ‘600 e ‘800 a Messina

(Parte seconda) La Galea   Tra le “Machine” effimere più imponenti, che in quelle occasioni apparivano in città, vi era una Galea, cioè finta nave per dimensioni, materiali utilizzati e forma molto simili ad una vera galea.8 Per apprezzarne le dimensioni e la bellezza  e farci così un’idea, anche se vaga, dello spettacolo che essa offriva armoniosamente inserita in un contesto architettonico di notevole eleganza, è necessario prendere avvio dalla descrizione del luogo in cui essa veniva inserita: il Piano di S. Giovanni Gerosolimitano. Quel luogo evocava importanti avvenimenti del glorioso passato della città. Del Piano di San Giovanni, con una grande vasca e un fonte monumentale detto Fontana di Delfino, collocati all’incirca nel suo centro, troviamo ampi riferimenti soprattutto nei secoli XVII e XVIII, in numerosi scritti di letterati messinesi o di viaggiatori presenti a Messina in occasione delle principali ricorrenze festive. Il Piano si trovava nella parte no...

La Galea del Piano di S. Giovanni Gerosolimitano: una “Machina” della Festa tra ‘600 e ‘800 a Messina

Allegoria della restituzione di Messina alla Spagna”: Luca Giordano nel 1678 - Museo del Prado di Madrid (olio su tela, mt. 2,72 x 4,43),

Messina tra seicento e settecento (1) La città di Messina fin dal XII secolo aveva saputo conquistarsi una condizione di quasi indipendenza all’interno dei Regni di cui era stata parte. Con il fallimento della avventata, ma forse inevitabile ribellione degli anni 1674-78 contro la Spagna, di cui non si erano calcolate fino in fondo le possibili conseguenze, la città subisce una pesantissima repressione da parte della corona spagnola. Madrid decide di mettere fine con la forza alle frequenti e forse ormai anacronistiche pretese autonomistiche messinesi, dando così pure un monito anche alle altre città siciliane per prevenirne possibili future iniziative per sottrarsi al suo controllo. I provvedimenti messi in atto sono gravissimi, Messina, di conseguenza, subisce una grave involuzione politica, demografica ed economica non più pienamente superata negli anni successivi. La Spagna agisce sia sul sentimento dell’intera comunità per mortificarne l’orgoglio patriottico, sia, ...

Nel 1548 a Messina nasce il “Primum ac Prototypum Collegium Societatis Jesu” inizio dell’Università cittadina

Fig.3 - La Bolla datata 16 novembre 1548 del Pontefice Paolo III istitutiva del “Messanense Studium Generale”

Nel 1548 a Messina nasce il “Primum ac Prototypum Collegium Societatis Jesu” inizio dell’Università cittadina Premessa Con questo breve saggio si intende affrontare, per gli aspetti essenziali, gli avvenimenti relativi alla nascita dello Studium di Messina e alla presenza in città della Compagnia di Gesù dal 1548 che ne determinò i presupposti con il suo Collegium prototypum. Si intende così consentire al lettore interessato all’argomento di acquisire elementi d’informazione su quegli avvenimenti gloriosi per la città di allora, perché possano essergli di stimolo per ulteriori conoscenze sul rapporto culturale e istituzionale istauratosi in quegl’anni tra Messina e l’Ordine dei gesuiti e lungo quella complessa collaborazione, seguire la nascita dell’Università. Anno 1548, la città accoglie i Gesuiti Placido Samperi s.j. nella sua “Iconologia della gloriosa Vergine Madre di Dio Maria protettrice di Messina” pubblicata nel 1644, descrive così, dopo un sec...

Molto Rumore Per Nulla” 1: La Demolizione Del Collegio S. Ignazio E Della Chiesa Di S. Maria Della Scala Di Messina

Chi si trova a passare per Piazza Cairoli nota sul marciapiede lato destro del palazzo dei magazzini OVS, su un espositore, l’immagine fotografica di un bell’edificio di antica architettura corredata dal seguente  breve commento  esplicativo: “In questo sito al posto dell’intero attuale edificio nel 1925 i Padri Gesuiti fecero erigere il complesso ‘Collegio S. Ignazio’, progettato dall’architetto Antonio Zanca (che progettò anche il Palazzo Municipale)…Nel 1933 fu anche realizzata l’annessa chiesa di S. Maria della Scala sempre nello stesso stile a tre navate, due torri campanarie e tre cupole… L’attività scolastica comprendeva: scuole elementari,medie, ginnasio, liceo classico e scientifico per un complessivo di circa 450 alunni. L’intero edificio fu demolito nel 1975.” Il passante, se ha meno di cinquanta anni di età e pertanto non ha memoria visiva dell’esistenza a Messina di quell’edificio che vede raffigurato, è informato che fu “demolito...

Andare a scuola a Messina nel 1908 (seconda parte)

“Una passeggiata ginnastica e d’istruzione” Dati essenziali sulla realtà sociale ed economica della città nei primi anni del XX secolo Messina nei primi anni del 900 era una delle più grandi e importanti città d Italia. Dal censimento nazionale del 1901apprendiamo che la città  aveva una popolazione  di poco meno di 148000 abitanti, 90.000 risiedevano in centro e nelle periferie, la rimanente parte nei villaggi. Catania, in quegli anni, contava la stessa popolazione di Messina, Palermo circa 310.000 abitanti, Torino 330000, Roma 416.000 e Milano 538.000. La città continuava ad identificarsi con il suo porto; per la presenza di una borghesia produttiva  ancora legata in gran parte ai commerci e ai trasporti delle merci via mare (1) . Nell’anno che si concluse col terremoto che distrusse l’intera città , oltre 6.000 navi  approdarono nel porto  confermando la sua importanza strategica  quale nodo marittimo per l’intero Mediterraneo. In città si guardava, non ...

Andare a scuola a Messina nel 1908

“ Una passeggiata ginnastica e d’istruzione” Gaetano  La Corte Cailler(1)  nel suo diario degli anni dal 1893 a l903 (2) descrive una “ passeggiata ginnastica e d’istruzione” di fine anno scolastico della durata di due giorni fatta da alunni messinesi  in Calabria La gita scolastica prevedeva la visita di Gioia Tauro,  pernottamento a Palmi ,  escursione al Piano Corona  e Bagnara, e rientro nella serata a Messina. L’avvenimento didattico, evidentemente perché  in quei tempi non frequente,  era stato annunciato dalla Gazzetta di Messina del 3 aprile 1897 che riportava la notizia : “ Escursione scolastica- Domenica prossima una quarantina di giovani, alunni dell’Istituto Tecnico, della Scuola Normale e dell’Istituto Nautico, accompagnati da parecchi professori  faranno una passeggiata ginnastica e d’istruzione in Calabria…La gita sarà certamente deliziosa ed importante : i luoghi percorsi saranno illustrati dal prof. V.Visalli della Scuola Normale p...

Gli ultimi giorni di vita del Palazzo Municipale di Messina

Municipio di Messina

Anche il 7 agosto di quel 1913 ai messinesi tocca vivere, o meglio sopravvivere, in una bolla di caldo umido insopportabile come sempre accade nei giorni tra luglio e agosto nella città dello Stretto. La sala che ospita la riunione del Consiglio comunale è all’interno di un edificio costruito in legno in via La Farina (Fig. 5), sede provvisoria in attesa del nuovo Palazzo municipale “ che non avrà nulla da invidiare all’antica (Rosario Pennisi) “, così sperano molti tra i sopravvissuti al terribile terremoto del 28 dicembre di cinque anni prima.  In quel giorno è prevista un’adunanza straordinaria pubblica con la presidenza del Sindaco Avv. Gian Silvestro Pulejo Ainis.1 Il Segretario Generale del Comune f.f. prof. Carmelo Stagnitta su invito del Sindaco procede all’appello dei consiglieri eletti, al termine sono presenti: Blancato, Scarcella, Brancati, Calamarà, De Cola, Proto, Stagno d’Alcontres Ferdinando, Fleres, Morgana, A.Martino, Stagno d’Alcontres Alber...

La pietra dei Giudei

Quella Pasqua del 1347 1. Cos’è la “ Pietra dei Giudei”? La “Pietra dei Giudei” è una piccola lapide di marmo delle dimensioni di circa 20 cm x 5 cm a forma di cartiglio murata tra le liste orizzontali  di marmi policromi della facciata del Duomo di Messina. Più precisamente essa si trova a circa 3 m dal suolo tra il Portale Gotico principale e quello alla sinistra di chi guarda. Il gesuita Placido Samperi nel 1644 attestava  che vi era incisa  la frase:” Signum Perfidorum Iudaeorum”. Oggi il piccolo marmo appare gravemente danneggiato e la scritta risulta incompleta e poco leggibile. In particolare  sembra che  il marmo sia stato volutamente corroso  proprio in corrispondenza della parola Iudaeorum  per eliminare- si può ipotizzare senza tuttavia alcun riferimento a dati certi- qualsiasi riferimento alla comunità giudaica presente a Messina. Dell’intera frase oggi si leggono chiaramente solo  le  seguenti lettere “ SIGNUM   P… RFIDO … …  …...