Articoli

Inonotus hispidus (Bull.) P. Karst 1879

Inonotus hispidus

Accade spesso, come altre volte abbiamo avuto modo di affermare, che una salutare passeggiata nel centro cittadino possa essere motivo di simpatici incontri con specie fungine interessanti: Inonotus hispidus, ha attirato la nostra attenzione mettendosi piacevolmente in mostra sui pioppi che popolano i viali, purtroppo degradati, della storica Villa Dante nella città di Messina. Si tratta di un vistoso fungo parassita che si associa a diverse colture arboree di latifoglie assumendo la tipica conformazione di una mensola. Appartenente al genere Inonotus, viene inserito nel gruppo informale dei Polipori, gruppo estremamente eterogeneo e polifiletico (quando le specie inserite nel gruppo non discendono da un unico antenato), che ospita specie fungine caratterizzate da imenoforo a tubuli non asportabile dalla carne soprastante con la quale forma un insieme strettamente omogeneo; i pori, a seconda delle varie specie, possono essere di forma regolare, arrotondata o irregolare e più o men...

Amanita muscaria, il fungo delle fiabe

Amanita muscaria, esemplari in habitat

Articolo pubblicato su MicoPonte n. 10 – 2017 Introduzione E’ il “fungo delle fiabe” che con il suo meraviglioso cappello rosso vivo, rosso-scarlatto, ricoperto da numerosi fiocchetti bianchi, vivacizza i colori del bosco nel periodo autunnale. Deve la sua notorietà, senza ombra di dubbio, alla simbologia fiabesca, fumettistica e cinematografica che ha senz’altro contribuito a consolidare la sua fama di fungo malefico e velenoso per antonomasia, spingendosi oltre i confini della realtà ed esaltando in maniera eccessiva la sua effettiva pericolosità. In effetti, in considerazione delle sostanze chimiche che contiene, si tratta di un fungo tossico che provoca intossicazioni anche di una certa entità generalmente risolvibili con un pronto intervento medico ma non è mortale come nell’immaginario collettivo viene considerato. Genere Amanita Pers. (1797) Al genere appartengono sporofori ben differenziati e facilmente individuabili, limitatamente alla loro posizione siste...

Molto Rumore Per Nulla” 1: La Demolizione Del Collegio S. Ignazio E Della Chiesa Di S. Maria Della Scala Di Messina

Chi si trova a passare per Piazza Cairoli nota sul marciapiede lato destro del palazzo dei magazzini OVS, su un espositore, l’immagine fotografica di un bell’edificio di antica architettura corredata dal seguente  breve commento  esplicativo: “In questo sito al posto dell’intero attuale edificio nel 1925 i Padri Gesuiti fecero erigere il complesso ‘Collegio S. Ignazio’, progettato dall’architetto Antonio Zanca (che progettò anche il Palazzo Municipale)…Nel 1933 fu anche realizzata l’annessa chiesa di S. Maria della Scala sempre nello stesso stile a tre navate, due torri campanarie e tre cupole… L’attività scolastica comprendeva: scuole elementari,medie, ginnasio, liceo classico e scientifico per un complessivo di circa 450 alunni. L’intero edificio fu demolito nel 1975.” Il passante, se ha meno di cinquanta anni di età e pertanto non ha memoria visiva dell’esistenza a Messina di quell’edificio che vede raffigurato, è informato che fu “demolito...

Fior da fiore

Piace ai Convenuti ed agli Assenti cogliere un ‘fior da fiore’ del concerto di giorno 22 dicembre 2017 presso la Basilica Cattedrale di Messina, e se pure non è possibile trascrivere i suoni melodiosi e i virtuosismi di alto livello della prestazione artistica degli Esecutori, il richiamo ai messaggi verbali – di taglio religioso, e non secondariamente laico per tutti includere –  conforta quella aspirazione alla pace invocata a motto della serata: “È natale per tutti: abbracciamo la pace nel mondo sulle ali della musica”. Per questo, dunque, è qui piaciuto richiamare in lingua italiana solo il fior da fiore estratto dai detti messaggi (non è infatti una traduzione dalla lingua straniera in cui i prestigiosi brani si offrono, né un riassunto!): messaggi universali prodotti nel tempo e nello spazio, in tutte le loquele europee. Va qui in contesto doverosamente enfatizzata la prestazione di grandissima qualità degli Artisti: Agnese Carruba, Cecilia Foti, e Federica ...

Infundibulicybe geotropa (Bull.) Harmaja

Infundibulicybe geotropa - Foto Nicolò Oppicelli

Una stagione, quella dell’autunno 2017, avara di piogge e caratterizzata da una persistente siccità protrattasi per lungo tempo che ha, ovviamente, influito negativamente sulla crescita fungina, deludendo i numerosi micofagi che sono stati, così, privati delle prede più ambite: ovoli e porcini. A questi consigliamo, al fine di rifarsi del mancato bottino, di rivolgere la propria attenzione, nel periodo del tardo autunno, sperando in un cambiamento di tendenza nella fruttificazione fungina, ad un fungo che, anche se non da tutti conosciuto, viene da sempre considerato ottimo commestibile: Infundibulycibe geotropa. E’ stato conosciuto, ed ancora continua ad esserlo, con la denominazione di Clitocybe geotropa, abbandonata nel 2003, a seguito della creazione, da parte di Harmaja, del nuovo genere Infundibulicybe. Genere Infundibulicybe Harmaja 2003 Si tratta di un genere di nuova, istituzione, creato appositamente per ospitare quelle specie fungine appartenute al genere Clitocybe...

La lettura salverà gli uomini dall’asservimento totale

Secondo le acquisizioni più recenti della neuropsichiatria e dell’antropologia (F. Facchini, Evoluzione, uomo e ambiente, Torino 1988), sarebbe in atto, da alcuni decenni, a partire della seconda metà del secolo scorso, un’effettiva «mutazione antropologica» nel mondo occidentale, e soprattutto in Italia, causata dalla diffusione capillare della televisione e quindi dell’informatica (computer, smartphone ecc.), nonché dalla contestuale, e direttamente proporzionale, atrofizzazione dei tradizionali canali  della comunicazione scritta  (libri, giornali ecc.). Non si tratta tanto della funzione diseducativa della televisione (affrontata da Pasolini, nei primi anni Settanta del secolo scorso e sempre attuale tuttavia), quanto di un evento di portata straordinaria che rischia di travolgere la nostra vita e i modelli culturali vigenti, compreso quelli della democrazia, della libertà, della dignità della personalità umana ecc. Si sarebbe, infatti, passati da una cultura del...

Carles Puigdemont

Cosa ci rivela la sua grafia? Balzato improvvisamente sulle pagine di tutti i giornali, nominato in tutti i notiziari europei e non solo, onnipresente sui social di cui ama servirsi, Carles Puigdemont è diventato un personaggio  che suscita molta curiosità e molti  interrogativi da parte dell’opinione pubblica su chi sia veramente e sulla bontà delle sue idee, delle sue aspirazioni e del suo operato. Lo strumento dell’analisi grafologica si rivela a volte prezioso in questo tipo di indagine  per riuscire a “scalfire”  la superficie del personaggio pubblico  e scoprire tra le righe quali siano realmente le strategie di vita, il tipo di intelligenza, la propensione all’azione, l’attenzione ai sentimenti, la capacità di leadership, l’affidabilità, ecc. de “l’uomo che ha fatto tremare la Spagna” Nato ad Amer, un piccolo paese catalano, nel 1962,  è il secondo di otto fratelli. La sua è una famiglia semplice e umile di grandi lavoratori dediti all’arte ...

Cose di Cosa Nostra – Libri per la Legalità

“In Sicilia la mafia colpisce i servitori dello Stato che lo Stato non è riuscito a proteggere”. Si chiude con questa famosa citazione, diventata uno dei motti più conosciuti della lotta contro la mafia dopo gli anni delle stragi, il libro del giudice Giovanni Falcone e della giornalista Marcelle Padovani ‘Cose di Cosa Nostra’, edito da Rizzoli. Un testo che oggi all’indomani della morte di uno dei capi di Cosa Nostra, Salvatore Riina, merita di essere letto (o riletto) e approfondito. Il saggio è frutto di venti interviste che la giornalista francese fece al magistrato palermitano tra il marzo e il giugno 1991, quasi un anno prima della strage di Capaci in cui Giovanni Falcone perse la vita con sua moglie, il magistrato Francesca Morvillo, e i tre agenti della scorta.   Leggi l’articolo originale

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I Vespri: “El Pueblo unido jamàs serà vencido” (Inti Illimani/Sorel)

Sono solito dire che quella che è mancata all’Italia è una Rivoluzione alla francese! Non é sadismo, né amore per lo stragismo ed il terrorismo: chi mi conosce sa che sono un fermo assertore dei Valori del Discorso della Montagna del Cristo e del suo 70 volte 7, ma è pur vero che la sedimentazione di angherie, arretratezza, prepotenza, e chi più ne ha più ne metta, dei due millenni (scarsi) dopo la caduta dell’impero Romano ha alimentato la perdita di quella avanzata civiltà latina, e dei suoi valori, sublimati in simbiosi nella predicazione di Gesù, che spiega come, dove e quando questa nostra Italia si sia ridotta nello stato infimo in cui oggi versa a causa di una sovrastruttura storicamente consolidatasi non solo sulla iniqua struttura economica, ma soprattutto sulla cultura della prevaricazione istituzionalizzata: ed allora probabilmente la chirurgia di una rivoluzione di quella fatta appena invocata, se ci fosse stata, forse avrebbe rimesso oggi i ‘remi in barca...

Salvaguardia del territorio

Meglio prevenire che curare In ogni burrone, torrente, fiumara, fiume deve fluire acqua chiara, possibilmente dopo essere stata utilizzata per produrre energia elettrica oppure per le varie esigenze della popolazione. Se l’acqua è torbida o scorre trasportando materiale significa che vi sono stati scoscendimenti, frane, sconvolgimenti del territorio.   Tutto ciò ovviamente per mancata stabilizzazione dei suoli collinari o montani mediante l’opportuno e oculato  impianto delle essenze arboree boschive  e forestali e la giusta annuale cura delle medesime essenze vegetali, ossia la scerbaura, il decespugliamento e la regolazione del deflusso idrico. La cura e la pulizia dei terreni, eviterebbe  pure gli incendi, che comportano tanti danni e moltissimi costi di interventi. In sintesi occorre sempre prevenire e non cercare cure, che spesso si rivelano più perniciose a causa della mancata necessaria prevenzione. La salvezza e la stabilità della pianura litoranea stanno assolu...

La quarta edizione della “Festa delle Cascate Ritrovate di Catarratti”

Si è svolta, con crescente entusiasmo e notevole partecipazione di pubblico, nei giorni di sabato 28 e domenica 29 ottobre 2017, la quarta edizione della “Festa delle cascate Ritrovate” nell’antico casale di Catarratti di Messina, ideata e gestita con lungimirante sagacia dal professor Piero Chillé, con il concorso del Movimento “Cià era – Uniti per la nostra vallata”, della Parrocchia S. Maria Annunziata e S. Giuseppe in Bisconte-Cataratti, dell’Associazione Socio-Culturale Ctg “Città di Messina” e di non poche personalità politiche, imprenditoriali e culturali, particolarmente sensibili alla causa della conservazione dei beni culturali e del loro giusto impiego, in una sana prospettiva di sviluppo turistico-economico della città dello Stretto e del suo ricchissimo entroterra. Hanno, in ispecie, collaborato: il Dipartimento Regionale di Protezione Civile della Sicilia Nord Orientale, l’Assessorato Comunale Protezione Civile di Messina, l’ing. Antonino Ri...

Fomes fomentarius, (L. : Fr.) Fr. 1849

Fomes fomentarius

Comunemente noto e conosciuto come “Fungo dell’esca” fino dai tempi più remoti, deve tale denominazione volgare all’uso comune da parte dell’uomo primitivo, che lo utilizzava, grazie alla sua facile infiammabilità, come esca per accendere il fuoco, utilizzando il primo strato di sostanza, quello posto tra la superficie crostosa del cappello ed i tubuli, opportunamente trattato, avvicinandolo alle scintille scaturite dallo sfregamento della cosiddetta “pietra focaia”. Tale sua particolarità è stata confermata, nel tempo, da diversi ritrovamenti quale, ad esempio, l’ultimo in ordine cronologico che fa riferimento al rinvenimento, in Trentino Alto Adige, della mummia di “Ötzi” (1) nel cui corredo, tra i numerosi oggetti, furono trovati resti del carpoforo e pezzetti di selce. Fomes fomentarius trova diffusione in tutte le parti del mondo associandosi, nella doppia conformazione comportamentale di parassita-saprofita, a numerose essenze arboree prevalentemente d...

Ripensando a Maria Costa

Alcuni amici, nell’osservare, su Facebook, la mia pagina di copertina in cui figuro sorridente accanto a Maria Costa, mi chiedono di parlare ancora della grande poetessa dello Stretto, da poco scomparsa. Epperò, dirò subito che Maria Costa era certamente messinese, ma, in ispecie, cittadina della Riviera Nord di Messina (che non è un mondo a sé né un paradiso terrestre, ma una realtà socio-culturale ben definita): veniva dalle barche, non – con rispetto parlando – dai salotti; conosceva bene, lo «sciroccu», il «ventu cavaleri», il «maistrali», la «lupatina, la «tramuntana, il «livanti», la «scinnenti», la «muntanti»,  la «pignatedda» che «bugghiva patati», la «brogna»,  le «bracere», i «fumenti»,  le vecchie «chi filavanu la lana», i «rinninuni», il «piscispadu», il «luvarottu», la «ciciredda», la «ncioarina», i «peddisquatra», i «cavuliceddi», l’«aspareddu  ntô bucali», il «friddu chi vi tagghiava a facci», i «maistri ...

“Ho denunciato e ho vinto la mafia”

20 anni di scelte coraggiose, dalla denuncia contro i boss di Brancaccio a Palermo che lo avevano schiavizzato con le continue richieste di pizzo e quella forse più decisiva, vivere da uomo libero la sua condizione di testimone di giustizia. Innocenzo Lo Sicco, imprenditore edile palermitano, rivendica le sue scelte e il diritto non solo di camminare a testa alta e a viso scoperto, ma anche di far sapere che chi denuncia le mafie “Ha vinto”. “Se hai avuto il coraggio di sfidare e vincere la mafia, come io ho fatto, allora ne devi essere orgoglioso”, afferma con convinzione Lo Sicco che Giuseppe D’Avanzo, in un’intervista del giugno 1997 su La Repubblica, ribattezza come l’ ‘uomo chiamato Palermo’….  Leggi articolo originale

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Asterischi Messinesi

Cos’e pazz: vivo in una città dove non c’è intellettuale, professionista poeta, artista, giornalista, panettiere, negoziante, barbiere, salumaio che non si ritenga infallibile e non ostenti amore smodato di sé nonché disprezzo per i “concorrenti”; purtroppo, a me capita –  non spesso ma talvolta, sì – di mostrare la mia fralezza (poet.) d’uomo, ontologicamente limitato come tutti gli esseri umani, e di ammettere i miei errori:  per distrazione, disinformazione o altro, ma errori tuttavia. Devo prenderne atto: sono strano, in questa città di (presunti) giganti.

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Cappero

Cappero (Capparis spinosa L.), fam. Capparidaceae – In lingua siciliana: chiàppira Il cappero (Capparis spinosa L.), gr. kápparis, lat. cappăre(m), arabo kabar, famiglia delle Capparidaceae, cresce spontaneo in tutto il bacino mediterraneo con predilezione su rocce e muri a a secco con forte contenuto calcareo; è una pianta eliofila e xerofila con limitatissime esigenze idriche.      È un’essenza vegetale perenne, cespugliosa, con fusti legnosi prima eretti e poi striscianti o ricadenti; ha numerose piccole radici fascicolate;  sviluppa foglie alterne, rotondeggianti con margine intero, glabre o finemente pelose, coriacee, picciolate, di colore verde chiaro; porta alla base del picciolo due stipole trasformate in spine, che nella varietà inerme sono erbacee e cadono precocemente; produce fiori grandi, solitari,  ascellari, della durata di un giorno, posti su lunghi peduncoli, composti da quattro sepali verdi e da quattro petali bianco-rosati e da molti lunghi stami r...

Olivo e Olio

L’olivo (Olea europea sativa L.) e l’olio d’oliva hanno sempre avuto grande importanza nella vita dell’uomo e nell’economia di molti popoli, essendo l’olivo un bene di grande valore ambientale l’olio extravergine d’oliva un primario bene alimentare e terapeutico oltre che elemento di rituali religiosi Olio extravergine d’oliva L’olio extravergine d’oliva è l’olio ottenuto dalla prima spremitura di olive, con processi meccanici, senza impiego di alcun additivo, avente acidità libera non superiore a 0,8% di acido oleico, adoperando olive integre, raccolte e spremute fresche, senza altro trattamento oltre lavaggio, separazione da rametti e foglie, centrifugazione e filtrazione. L’olio extravergine d’oliva biologico, di alta qualità, è l’olio prodotto con estrazione a freddo, impiegando procedimenti meccanici ed utilizzando olive biologiche selezionate tra varietà autoctone, prodotte senza uso di concimi chimici e di antiparassitari velenosi e senza im...

Rhodotus palmatus  (Bull.: Fr.) Maire 1926

Rhodotus palmatus Foto: Lorenzo Fruscalzo

Un piccolo macromicete dall’aspetto accattivante, pittoresco ed inconfondibile, dai colori rosa-albicocca intensi, ritenuto, considerate le pochissime segnalazioni del suo ritrovamento, alquanto raro e addirittura, in alcune nazioni europee, in fase di estinzione tanto da essere inserito nella Red List delle specie a rischio. La sua presenza e distribuzione nel territorio è strettamente legata al substrato di crescita: l’olmo. Rhodotus palmatus, ha recentemente attirato la nostra “curiosità micologica” per il gradito invio, sui social network, di una foto che ne evidenzia la particolarità della forma e la bellezza dei colori che, nell’insieme, lo rendono facilmente riconoscibile. E’ solito crescere, quale saprofita, sui tronchi morti di olmo, coltura arborea con la quale sembra avere un rapporto privilegiato ed esclusivo. La sua presenza e distribuzione nel territorio è, infatti, strettamente legata al substrato di crescita: l’olmo che, in Italia, come nel resto de...

Albania

Scutari Fortezza di Rozafa

Angolo nascosto che si apre al mondo Amo viaggiare. Non appartengo alla categoria di coloro che partono informatissimi sui luoghi da visitare e magari spuntano ogni luogo visto e calpestato  elencando i visti sul proprio passaporto. A volte dimentico anche i nomi dei luoghi visitati. Mi piace semplicemente errare e utilizzare i cinque sensi che abbiamo la fortuna di possedere per assorbire tutto ciò che incontro sul mio percorso. Prediligo la  gente e i volti, gli angoli nascosti e meno noti, che ritengo più veri e rivelatori di differenti modi di esistere e di “calpestare” il nostro pianeta. La mia ultima zingarata mi ha portato in  Albania, un paese che si è rivelato un miscuglio di culture e di religioni che convivono senza attrito apparente. A proposito di divergenze, per esempio in campo religioso, una frase mi ha molto colpito e dovrebbe essere d’esempio per tutti i popoli: gli abitanti di questo paese dicono curiosamente che la religione dell’Albania è L’Alba...

Rinascimento messinese?

Ho creduto talvolta d’intravedere sintomi di miglioramento nella cultura, nella società e nella prassi politica della città dello Stretto, che da troppo tempo soggiace, invero, a una certa, diffusa atonia. Mi sono perciò proposto – da intellettuale democratico – di presentare, su questa libera testata, a scadenza settimanale, i protagonisti e gli eventi più significativi del rinnovamento in atto, senza obliterare ovviamente i non pochi fatti che purtroppo continuano a frenare lo sviluppo di questa bella e sventurata città. La singolare fioritura, in questi ultimi tempi, a Messina, di associazioni culturali (quali che ne siano i limiti) nonché di poeti in lingua e in dialetto mi è parsa, per esempio, un efficace segno di un risveglio, dopo tanto sonno. E due sillogi poetiche, che ho avuto modo di leggere in questi giorni, mi sembrano particolarmente sintoniche a quello che potrebbe essere un piccolo, risicato Rinascimento messinese. Partiamo da qui. Nino Principato poeta...

Inonotus tamaricis (Pat.) Maire 1938

Inonotus tamaricis superficie sterile

E’ sempre stata una convinzione comune, caratteristica delle regioni meridionali e collegata alla tipicità del clima, diffusa tra quanti in considerazione delle limitate conoscenze sul meraviglioso “Regno dei Fungi” ritengono che i funghi si riproducono esclusivamente nel periodo autunnale ed in concomitanza con le precipitazioni atmosferiche, affermando anche, in maniera ancora una volta errata, che i nostri “amici miceti” sono soliti riprodursi esclusivamente nei boschi. Nelle nostre, ormai numerose, “Riflessioni Micologiche” abbiamo avuto occasione di affermare, come ancora una volta facciamo, che i funghi, è vero, prediligono, per la propria riproduzione e crescita, la stagione autunnale ricca di piogge e l’ambiente boschivo ma è anche vero che queste preferenze non possono essere un generico riferimento ecologico-naturale che accomuna tutte le specie, esistendone numerose che prediligono stagioni e ambienti di crescita completamente diversi da quelli “tradi...

La scuola e l’ambiente rurale

Oggi la scuola italiana si proietta nel territorio e nei problemi di attualità, impegnando, giustamente, i ragazzi in molti progetti: educazione alla legalità, alla salute, stradale, sessuale, informatica, ambientale, ecc. Per quanto riguarda l’ambiente e il territorio, in base alla programmazione didattica della propria classe, impostato il percorso da seguire, i ragazzi vanno a vedere, fotografare, chiedere, registrare, a misurare sul campo. Essi, opportunamente guidati dai docenti, oltre a conoscere, e quindi a crescere culturalmente, spesso riescono a produrre materiale pregevole, che va talora pubblicato per la fruizione generale. In un’epoca in cui impera il terziario avanzato, una vasta realtà sconosciuta o quasi e spesso poco studiata è quella rurale ed agricola. Infatti gli animali e i vegetali agricoli nonché tutte le attività artigianali tradizionali non fanno più parte del bagaglio di conoscenze di scolari e studenti e talvolta anche di qualche docente; altret...

Tricholoma equestre (L.) P. Kumm 1871

Tricholoma equestre Foto. V. Visalli

L’Agarico dei cavalieri, come comunemente viene conosciuto il protagonista di questa nostra “Riflessione Micologica”, ha attirato, da sempre, l’attenzione mangereccia dei ricercatori-micofagi per le sue – erroneamente ritenute – ottime qualità organolettiche che lo posizionavano tra i primi posti nella classifica dei funghi commestibili, si è reso protagonista, in tempi ormai lontani, di una serie di ricoveri ospedalieri con alcuni esiti mortali che hanno modificato integralmente la sua fama di ottimo commestibile. Nell’autunno del 2001 la rivista scientifica “The New England Journal of Medicine” (NEJM) pubblica un dettagliato studio condotto da un gruppo di ricercatori francesi collegato a numerosi casi di grave rabdomiolisi (1) registrati in Francia tra l’anno 1992 e il 2000. Nel particolare si evidenziava che ben 12 pazienti, 7 donne e 5 uomini di diversa età, venivano ricoverati circa una settimana dopo aver consumato funghi raccolti nei boschi. Tutti i pa...

Hortus Animae: un evento memorabile nell’estate messinese

Nel suo ultimo libro, Storia linguistica dell’Italia repubblicana, Tullio De Mauro evidenziava come, nel secondo Novecento, contrariamente alle previsioni, i dialetti non siano affatto scomparsi nel Belpaese e che anzi si siano evoluti, secondo la prassi abituale delle lingue (perennemente in movimento sotto l’urgenza delle novità politiche, sociali e culturali), tanto che si è addirittura intensificata nello Stivale la diglossia dei parlanti (la parlata simultanea di una lingua e di una variante dialettale), tipica delle italiche contrade. Il dialetto conserva, insomma, o incrementa addirittura, la sua funzione espressivo-comunicativa. E se non riuscirà mai a diventare la lingua della scienza e della filosofia, come sottolineava Sciascia, poco manca (e poco importa).

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Boletus emilei Barbier (1915)

Boletus emilei

= Baorangia emileorum (Barbier) Vizzini, Simonini & Gerlardi (2015) Abbiamo più volte inteso evidenziare, in precedenti “Riflessioni Micologiche”, come il vasto ed esteso territorio boschivo della provincia di Messina e della Sicilia tutta, grazie alle numerose e varie culture arboree che lo ricoprono, ben si presta alla crescita di specie fungine rare e poco diffuse sul territorio nazionale. Ancora una volta “Madre Natura” ha inteso mostrare la sua generosità, ripagando l’impegno dei ricercatori, consentendo il ritrovamento di altra specie poco conosciuta e poco descritta in letteratura. L’attuale nuovo ritrovamento (estate 2016) effettuato sui Monti Nebrodi in Località Galati Mamertino (ME) Bosco di Magalaviti, ci fornisce lo spunto per questa nuova “Riflessione Micologica”: Boletus emilei = Baorangia emileorum.  Si tratta di una specie ritenuta rara, della quale si hanno poche segnalazioni di ritrovamenti limitate ad alcune regioni d’Italia. Si riproduce, in...