Angelo Miceli

Agrocybe aegerita, ovvero il “Piopparello”, protagonista di un complesso iter tassonomico

Agrocybe aegerita

Premessa Tra le numerose specie fungine che durante il corso dell’anno, in corrispondenza del proprio ed individuale periodo di fruttificazione, sono solite attirare le attenzioni dei numerosi cercatori che, come ormai siamo abituati a vedere, sciamano nei boschi spesso con poco rispetto per l’ambiente, un posto di particolare rilievo deve essere riservato ad Agrocybe aegerita, protagonista della nostra “Riflessione Micologica”, conosciuto su tutto il territorio nazionale con la denominazione volgare di “Piopparello” che, senz’altro, trova derivazione dalla sua particolare propensione a legarsi, quale fungo parassita-saprofita, a colture arboree appartenenti al Genere Populus (Pioppo) L. (1753) non disdegnando, in ogni caso, ad associarsi anche ad altre latifoglie appartenenti a generi diversi.  Per il gradevole sapore e per l’ottima resa in cucina viene considerato un eccellente commestibile ed è, per tale motivo, ricercato durante i diversi periodi di fruttifi...

Grifola frondosa (Dicks. : Fr.) Gray (1821)

Grifola frondosa Foto Nicolò Oppicelli

Comunemente conosciuto, fin dai tempi più antichi, dai popoli orientali come “Maitake”, ovvero “Fungo danzante” (in giapponese: mai = danza; take = fungo) in quanto – la leggenda tramanda – il fortunato ricercatore che si imbatteva nel suo ritrovamento, per la rarità dello stesso, per le sue riconosciute proprietà medicinali e per il suo valore materiale (era considerato merce di scambio), si metteva a danzare per l’immensa gioia provata.(1) Si tratta di specie non comune che raggiunge dimensioni e peso notevoli attraendo l’interesse dei micologi, dei micofili e dei numerosi micofagi che la utilizzano, specialmente conservata sott’olio, per usi alimentari: Grifola frondosa occupa un posto d’onore nel gruppo informale dei Polipori(2) divenendo, in questo contesto, protagonista della nostra “Riflessione Micologica”. Genere Grifola Gray (1821) Al genere appartengono basidiomi di grandi dimensioni, annuali (quando durano una sola stagione esaurendo i...

Fomitopsis iberica

Fomitopsis iberica

Di Angelo Miceli e Carmelo Di VincenzoCentro di Cultura micologica – Messina Premessa L’elenco delle numerose specie fungine censite nel territorio boschivo messinese si arricchisce, a seguito di un recente ed interessante ritrovamento avvenuto sui Monti Peloritani, in prossimità della città di Messina, di una nuova entità che sottoposta ad accertamenti di natura macro e microscopica è stata correttamente determinata quale Fomitopsis iberica, specie fungina a crescita lignicola inserita nel gruppo informale dei Polipori, ritenuta, dalla letteratura micologica, almeno fino a qualche anno fa, specie molto rara (1) [Bernicchia A., 2005]. I Polipori Denominazione informale riferita ad un raggruppamento di comodo estremamente eterogeneo e polifiletico (quando le specie inserite nel gruppo non discendono da un unico antenato) che ospita specie fungine caratterizzate da imenoforo a tubuli non asportabile dalla carne soprastante con la quale forma un insieme strettamente omogeneo...

Pleurotus eryngii (D.C. : Fr.) Quél. (1872)

Pleurotus eryngii – Foto Raffaele Mininno

  Specie fungina a larga diffusione territoriale in special modo nelle regioni meridionali dove è comunemente conosciuta come Cardoncello, viene ricercata ed apprezzata per le sue caratteristiche organolettiche che la rendono molto versatile in cucina prestandosi bene alle diverse preparazioni ed anche alla conservazione sott’olio. Caratteristiche, queste, sempre riconosciutele tanto che, nell’ormai lontano secolo XIX, Giuseppe Inzenga (Palermo, 1815 – 1887), padre della micologia siciliana, così, in merito, si esprimeva: “Questa specie di Agarico per le sue buone qualità mangiative è una delle specie più comuni che trovasi nei nostri mercati, e specialmente in Palermo; essa non può confondersi con nessuna specie velenosa tanto pei suoi caratteri botanici quanto per la tipicità ove suole raccogliersi” [Inzenga G., 1865].

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Fistulina hepatica (Schaeff. : Fr.) With. (1801)

Fistulina hepatica Foto Lorenzo Fruscalzo

Generalmente nota, su tutto il territorio nazionale, con la denominazione volgare di “Lingua di bue”, opportunamente attribuitale per la particolare conformazione strutturale che riconduce, nelle linee generali, ad una quanto mai verosimile somiglianza con tale organo bovino, è una specie fungina con alto contenuto di vitamina C, ricercata ed apprezzata dagli estimatori per le sue qualità organolettiche che ne consentono il consumo anche da cruda senza alcuna controindicazione: Fistulina hepatica è solita fare la sua apparizione nei boschi nel periodo estivo-autunnale affacciandosi, in qualità di fungo parassita, dalla corteccia di alberi a foglia larga prediligendo, in particolare, Quercia e Castagno. Appartenente al genere Fistulina, viene inserita nel gruppo informale dei Polipori, gruppo estremamente eterogeneo e polifiletico (quando le specie inserite nel gruppo non discendono da un unico antenato) che ospita specie fungine caratterizzate da imenoforo a tubuli non as...

Lactarius deliciosus (L. : Fr.) Gray 1821

Lactarius deliciosus - Foto: Angelo Miceli

Strana primavera quella del 2020 che ci vede asserragliati tra le mura delle nostre case nello strenuo tentativo di difenderci dall’assedio di un nemico invisibile ma insidioso, pericoloso e pronto a colpire quando meno te lo aspetti che ci sta privando, speriamo per poco ancora, della quotidianità sociale e delle tanto attese passeggiate nei boschi che in questo periodo dell’anno lasciano sempre sperare in interessanti incontri con le prime specie fungine che cominciano a fare capolino tra l’erba del sottobosco. Tutto rimandato, quest’anno, ad un periodo più tranquillo, sperando che il prossimo autunno, o ancor prima, sia tutto finito ed il Covid 19 possa essere solo il ricordo di una drastica realtà.  Nell’attesa, quindi, del ritorno alla normalità e fortemente incitati dal “richiamo del bosco”, ci tuffiamo a ritroso nel tempo, ammirando la nostra collezione mico-fotografica che ci riporta ai nostri primi ritrovamenti quando, prima ancora di essere irrimediabilm...

Amanita ovoidea (Bull. : Fr.) Link (1833)

Amanita ovoidea Foto Maria Teresa Basso

Il bosco, nelle sue molteplici sfaccettature di colore e di forme che nelle varie stagioni dell’anno gli conferiscono un aspetto sempre diverso ma sempre accattivante ed interessante, invita gli amanti della natura e della micologia a vivere emozionanti avventure, specialmente nella stagione autunnale, alla ricerca di specie fungine che, esulando dal mero interesse gastronomico, meritano, per la loro bellezza, per la particolarità della conformazione morfologico-strutturale, per i colori meravigliosi con i quali si affacciano nel sottobosco, l’attenzione e la curiosità di quanti, come noi, amano passeggiare nel bosco per approfondire le proprie conoscenze nel campo della micologia. Amanita ovoidea comunemente noto con il nome volgare di “farinaccio”, per la bellezza, per la conformazione e la particolarità delle ornamentazioni che, bambagiose, pendono dal cappello, attira la nostra curiosità e ci spinge a renderlo protagonista della nostra nuova “Riflessione Micologi...

Hygrophorus marzuolus, il marzuolo dormiente

Hygrophorus marzuolus

Particolarmente apprezzato e ricercato per le sue qualità organolettiche che lo rendono molto versatile per l’utilizzo in cucina, è solito fare la sua apparizione nel periodo in cui l’inverno si lascia lentamente sostituire dalle belle giornate primaverili, nascondendosi, a volte anche in profondità, tra le zolle terrose e le foglie secche nei boschi misti o puri di latifoglie ed aghifoglie che, in tale specifico periodo dell’anno, sono ancora caratterizzati dalla presenza di numerose chiazze di neve che lentamente, giorno dopo giorno, vanno sciogliendosi al calore della imminente primavera.  Hygroforus marzuolus, deriva la sua denominazione volgare di “Marzuolo dormiente”, con la quale è conosciuto su tutto il territorio nazionale, dal fatto che se ne resta pacificamente in attesa – come dormendo – sotto la neve attendendo con pazienza che questa, con l’arrivo del tiepido sole primaverile, inizi a sciogliersi per fare la sua apparizione nei boschi. Si tratta di...

Omphalotus olearius, il fungo dell’olivo

Omphalotus olearius FrancoMondello

Tra le meraviglie che il “Regno dei Funghi” è solito regalare a quanti, anche se con interessi diversi, si recano abitualmente nei boschi alla ricerca di esemplari fungini, riteniamo che un posto di primo piano debba essere riservato, senza ombra di dubbio, al protagonista della nostra nuova “Riflessione Micologica” che solitamente esercita una forte attrazione nei confronti di quanti incontrandolo restano affascinati dai suoi meravigliosi e sgargianti colori e dalla sua abbondante crescita su diverse essenze arbore: Omphalotus olearius, comunemente conosciuto come “Fungo dell’olivo”, specie tossica, è responsabile di numerosi ricoveri ospedalieri conseguenti al suo incauto consumo dovuto alla somiglianza, anche se, ad onore del vero, molto vaga, con il commestibile Cantharellus cibarius e le specie affini che, in ogni caso, presentano caratteristiche morfocromatiche molto differenti e possono essere confuse solo dai meno esperti e dai più “ingordi”. Genere ...

Tricholoma portentosum (Fr. : Fr.) Quél. (1873)

Tricholoma portentosum (Fr. : Fr.) Quél. (1873)

Tricholoma portentosum (Fr. : Fr.) Quél. (1873)E’ il tipico fungo del periodo tardo autunnale che vuole ricordare con la propria presenza l’imminente chiusura della stagione micologica. Fa la sua apparizione nel bosco ad autunno inoltrato, praticamente nascosto tra i numerosi cascami fogliari ormai abbondanti per il rapido incedere della stagione, attirando numerosi cercatori che, conoscendolo, lo apprezzano per le ottime qualità organolettiche che lo rendono protagonista di numerose preparazioni mico-gastronomiche: Tricholoma portentosum, conosciuto e ricercato su tutto il territorio nazionale, è una specie fungina che si lega in associazione simbiotica a diverse colture arboree preferendo, in ogni caso, ma non solo, quelle a struttura fogliare aghiforme. La sua ricerca, visto che ama “giocare a nascondino” rifugiandosi sotto l’ormai spesso manto fogliare, richiede molta esperienza, pazienza e delicatezza per poterlo individuare e raccogliere senza che venga danneggi...

Macrolepiota procera, ovvero la “Mazza di tamburo”

Macrolepiota procera

Capita spesso a quanti amano passeggiare a contatto con la natura inoltrandosi nei boschi nel periodo autunno-invernale, di incontrare, piacevolmente, funghi di notevoli dimensioni e facilmente individuabili che si ergono, in tutta la loro imponenza ed il loro accattivante aspetto, tra le sterpaglie e le foglie morte del sottobosco. Si tratta di funghi ben strutturati, caratterizzati dalle notevoli dimensioni che generalmente raggiungono e da un lungo gambo che sorregge, in posizione centrale, un largo cappello ricoperto di squame.  Sono tradizionalmente conosciuti, su tutto il territorio nazionale, con la denominazione volgare di “Mazza di tamburo” appellativo loro attribuito per la particolare forma che assumono nella fase iniziale della loro formazione, quando il cappello ancora chiuso ed il lungo gambo che lo sorregge si presentano, nel loro insieme e per la particolarità della forma assunta, similari al “mazzuolo” (mazza), attrezzo usato per percuotere grancasse e tim...

Amanita porrinensis

Amanita porrinensis - Foto Franco Mondello

Una specie rarissima ritrovata sui Monti Peloritani Articolo pubblicato su “MicoPonte” Bollettino del Gruppo Micologico Massimiliano Danesi – Ponte a Moriano (LU). Anno 2019 n. 12: 27-33 Premessa Ancora una volta la complessa biodiversità dell’ambiente boschivo peloritano regala, agli studiosi di micologia ed a quanti altri operano nel settore a vario titolo, un ritrovamento di tutto rispetto: una specie fungina appartenente al genere Amanita, sottogenere Amanitina, sezione Phalloideae; ritenuta, per gli sporadici ritrovamenti segnalati nell’intero globo terrestre, specie rarissima: Amanita porrinensis, un funghetto dall’aspetto gracile e dalle dimensioni minute che per le particolari caratteristiche morfo-strutturali e cromatiche risulta facilmente riconoscibile per quanti, ovviamente, hanno buone conoscenze nel campo della micologia. Si tratta di un fungo basidiomicete, di piccole-medie dimensioni, molto raro del quale si conoscono, con riferimento a quanto rip...

Clathrus ruber

Clathrus ruber – Basidioma maturo. Foto Franco Mondello

Premessa Nella nostra esperienza micologica, riprendendo un pensiero più volte manifestato, abbiamo avuto modo di constatare che ogni volta che si parla di funghi in presenza di persone poco addentrate nelle problematiche connesse alla micologia, nella loro mente viene a formarsi l’immagine virtuale di un piatto di tagliatelle ai funghi porcini o di una bella insalata di “ovoli”, accoppiando a queste “succulente visioni” l’idea di un fungo morfologicamente ben strutturato che, nell’immaginario collettivo, viene concretizzato con cappello e gambo, così come, nella generalità dei casi, stante al proprio vissuto quotidiano, si è soliti ritenere che tutti i funghi siano formati. Vogliamo immediatamente dissentire da tale convinzione precisando che nell’immenso “Regno dei Fungi” sono numerose le specie prive di cappello e gambo che si presentano con una struttura morfologica diversa da quella tradizionalmente immaginata dando origine a forme dall’aspetto partico...

Mycena renati, delicata composizione floreale

Mycena renati - Ivan Rizvanovic

Un mondo a parte…quello delle “micene” che ci trasporta nell’immaginario fiabesco dove innumerevoli specie fungine dalle piccole e ridotte dimensioni, dall’aspetto fragile, minuto, dai colori spesso sgargianti, sorrette da un lungo ed esile gambo, si fondono, in perfetta armonia, viaggiando sempre sulle ali della fantasia, con immaginari piccoli esseri viventi quali gnomi, elfi e fatine dall’aspetto a volte buffo, a volte elegante ed accattivante dando vita alle fantastiche storie cui la fumettistica moderna ci ha, ormai da tempo, abituati. Sarebbe bello, a volte, recarci nel bosco privi della veste di “cercatore-micofago” e rivolgere, invece, con l’occhio della curiosità, la nostra attenzione a specie fungine meno attraenti, meno appariscenti, assolutamente prive di valore gastronomico che, di contro, presentano spunti molto interessanti per uno studio approfondito inteso a migliorare le nostre conoscenze sul meraviglioso “Regno dei Fungi”. Mycena renati, com...

Schizophyllum commune

Schizophyllum commune Foto Carmelo Di Vincenzo

Un piccolo basidiomicete a larga diffusione territoriale, con crescita tipicamente lignicola che nella conformazione strutturale, con particolare riferimento all’intreccio ed alla decorrenza lamellare, ma non solo, riporta alla mente la bellezza dei merletti di pizzo pazientemente ricamati dalla nonna con precisione micrometrica ed ammirati da tutte le amiche, ci fornisce lo spunto per questa nuova “Riflessione Micologica”: Schizophillum commune che generalmente, nel periodo del suo pieno vigore, attrae l’attenzione e la curiosità di quanti, addentrandosi nel bosco ed incontrandolo, hanno il piacere di bearsi della sua visione ammirandolo sui tronchi privi di vita, è solito riprodursi solitario o in numerosi esemplari sulle ceppaie in decomposizione di svariate culture arboree di latifoglie e di aghifoglie. Genere Schizophyllum Fr. : Fr. 1815 Si tratta di genere monospecifico (quando nel genere è compresa una sola specie), comprendente basidiomi lignicoli, saprofiti (quan...

Hygrocybe acutoconica (Fr.) P. Kumm. (1871)

Hygrocybe acutoconica (Clem.) Singer (colore dominante rosso) - Foto: Andrea Battaglini

Accade, a volte, dopo una infruttuosa “mico-gastronomica” ricerca di prelibati ovoli e porcini andata buca, seppur la stagione sia delle migliori e la fruttificazione fungina abbondante come mai, a causa dei numerosi “mico-predatori” che ci hanno preceduto nella ricerca privando noi ritardatari del bottino sperato, che un piccolo e apparentemente insignificante funghetto, privo, senza ombra di dubbio, di valore gastronomico, facendo capolino in vari esemplari dai colori lucidi e vivaci tra l’erbetta ai margini del bosco, ci ripaga abbondantemente della infruttuosa ricerca e della mancata raccolta fungina stimolando la nostra “curiosità micologica” che, trovandosi alla presenza di una specie poco incontrata ed assente nella nostra galleria fotografica, ci spinge ad approfondire le nostre conoscenze in merito: Hygrocybe acutoconica un simpatico ed attraente basidiomicete che trova collocazione nella Famiglia delle Hygroforaceae nella quale vengono ospitate numerose spec...

Panaeolus papilionaceus

Panaeolus papilionaceus

Strano ma vero…! I funghi, quei simpatici esserini che popolano, specialmente nel periodo autunnale, ma non solo, le aree boschive attirando la curiosità “mangereccia” dei numerosi “funciari”, sono soliti crescere sui substrati più vari, diversificati e strani. Generalmente si legano in simbiosi con svariate colture arboree ed arbustive affacciandosi dal substrato erboso del sottobosco ed assumendo, in tal caso, la conformazione di funghi “terricoli”; molto spesso, anche, si affacciano dalla corteccia degli alberi ancora in vita o in fase di decomposizione, assumendo, in tal altro caso, la conformazione di funghi “lignicoli”; ed ancora, strano ma vero, prediligono fruttificare e riprodursi su escrementi animali ed in tal caso vengono etichettati come funghi “fimicoli” (1)  E’ proprio il caso, appunto, di un piccolo basidiomicete che, per la tipicità della sua crescita, ha recentemente attirato la nostra curiosità micologica invitandoci allo studio della ...

Pleurotus ostreatus (Jacq.: Fr.) P. Kumm.1871

Pleurotus ostreatus foto: Emilio Pini

Comunemente noto con il nome volgare di “Orecchione” e con una miriade di nomi dialettali che si diversificano da una località all’altra, si riproduce, generalmente in forma gregaria, in qualità di fungo parassita-saprofita, su tronchi vivi o morti di varie latifoglie quali pioppo, salice, gelso. Pleurotus ostreatus, specie fungina molto nota e diffusa in tutto il mondo deve la sua notorietà alla versatilità ad essere coltivata e commercializzata su larga scala e, ovviamente, alle caratteristiche organolettiche che la rendono una specie prelibata e ricercata per il consumo alimentare. Nei paesi orientali è anche noto ed utilizzato per le sue proprietà medicinali. In Cina viene chiamato “Ping gu” ovvero “Fungo piatto”, con riferimento alla sua conformazione morfologico-strutturale similare, appunto, ad un largo cappello appiattito.   Genere Pleurotus (Fr. : Fr.) P. Kumm. 1871 Al genere appartengono basidiomi carnosi, di medio-grandi dimensioni, omogenei (quando c...

 “Sua Maestà il Porcino”

Boletus edulis

(Nuova stesura) Puntuali, con l’arrivo dell’autunno e delle prime piogge, i “funciari” (cercatori di funghi), si riversano, fin dalle prime luci dell’alba, nei boschi alla ricerca di quei curiosi “esserini” che, in questo periodo, popolano le aree boschive. Da sempre apprezzati in cucina per il loro particolare sapore, i funghi catturano l’attenzione di quanti vogliono coniugare il piacere di una sana e salutare passeggiata nei boschi con l’appagamento dei sensi del gusto. Le prede più ambite, ovviamente, ovoli e porcini! Attenti però al loro corretto riconoscimento, la possibilità di fare confusione tra le innumerevoli specie esistenti è sempre in agguato e può riservare, per i meno esperti, spiacevoli sorprese anche con conseguenze drastiche ed irreversibili. “Re Porcino”, sovrano dei boschi e di tutte le tavole, nella sistematica micologica viene inserito nell’ordine Boletales, famiglia Boletacee e, all’interno della famiglia di appartenenza, è ide...

Clitocybe nebularis, il fungo delle nebbie

Clitocybe nebularis foto Angelo Miceli

E’ stato da sempre ritenuto, anche se in maniera erronea, un ottimo commestibile tanto da attirare le attenzioni dei numerosi ricercatori-micofagi che durante la stagione propizia erano, e sono ancora, soliti recarsi nei boschi alla sua ricerca. E’ormai unanimemente appurato dalla totalità dei micologi e dagli studiosi di micotossicologia, che si tratta di un fungo tossico che ha causato, e continua a causare, numerosi ricoveri ospedalieri conseguenziali al suo consumo, tanto da essere cancellato dalle liste regionali dei funghi commestibili. Veniva inserito tra le specie fungine commercializzabili, e quindi ritenuto commestibile, dall’art. 16 della Legge 23 agosto 1993 n. 352 che regolava, all’epoca, la raccolta e la commercializzazione dei funghi epigei freschi e conservati. Successivamente, per l’accertata e documentata presenza di elementi tossici, con il DPR 14 luglio 1995, n. 376, viene definitivamente depennato dall’elenco delle specie commercializzabili e ritenu...

Amanita phalloides, l’Angelo della morte

Amanita phalloides foto Franco Mondello

Autunno 2018: nuova e ricca stagione su tutto il territorio nazionale per la produzione fungina. Il protocollo, ormai divenuto classico, si ripete, come ogni anno, nei minimi particolari: i “funciari” (raccoglitori di funghi), cestino, bastone e scarponi, “sciamano” a centinaia nei boschi alla ricerca delle prelibatezze stagionali: “ovoli” e “porcini”, dimenticando le più elementari norme relative alla raccolta ed al consumo dei “nostri amici del bosco”, “deliziandosi” con la ricerca indiscriminata di quanto, nascosto tra le foglie del sottobosco, si presenta con la classica forma del fungo e, quindi, potenzialmente utile per dare un tocco di classe alla tavola per il pasto serale a fine giornata. Il protocollo si ripete, purtroppo, anche per le conseguenze spesso spiacevoli ed irreversibili verso le quali numerosi incauti raccoglitori vanno incontro: “Rocca di Papa, famiglia avvelenata dai funghi: morti i due nonni, gravi altri tre…” la notizia diffus...

Rubroboletus demonensis

Rubroboletus demonensis. Foto G. Vasquez

Una nuova specie siciliana dal portamento “demoniaco” Articolo pubblicato su “MicoPonte” n. 11 Anno 2018 Introduzione Ancora una volta la bella terra di Sicilia si rende protagonista di un ritrovamento eccezionale che porta la firma, come primo raccoglitore e coautore, del noto micologo di “casa nostra” Gianrico Vasquez(1); si tratta di un boleto dai colori “fiammeggianti” presentato ufficialmente al mondo scientifico internazionale il 4 maggio 2017, dalle pagine della prestigiosa rivista americana “Fungal Diversity”. Le caratteristiche morfocromatiche generali che lo accomunano, nell’aspetto complessivo, al noto Rubroboletus satanas ed alle altre specie del gruppo, conferendogli un portamento a dir poco “demoniaco”, unitamente ad una serie di fortuite coincidenze, come, ad esempio, il luogo del suo ritrovamento, hanno consentito alla equipe di studio formata dai micologi internazionali G. Vasquez, G. Simonini, T.Y. Svetasheva, M. Miks̆ìk e A. Vizzini, di...

Lentinus tigrinus (Bull. : Fr.) Fr. 1825

Lentinus tigrinus

Un fungo dall’aspetto tipicamente “tigroso” per il quale, a ragion veduta, ha origine il suo nome scientifico. Nonostante sia dotato di imenoforo a lamelle, viene stranamente inserito nell’ordine Polyporales nel quale sono tipicamente ospitati funghi con imenoforo a tubuli e pori. Lentinus tigrinus, protagonista della nostra “Riflessione Micologica”, presenta un caratteristico portamento pleurotoide che, a prima vista, può facilmente orientare la determinazione degli esemplari verso le specie appartenenti al genere Pleurotus, dalle quali differisce per alcune tipicità come, ad esempio, la conformazione del filo lamellare che è caratterizzato da un andamento dentellato che è specificatamente indicativo del genere Lentinus; la presenza sul cappello e sul gambo di numerose squamette di colore nerastro; il residuo del velo parziale che, nei giovani esemplari, si presenta sotto forma di cortina posizionata nella zona apicale del gambo. Genere Lentinus Fr. 1825 Al genere, ...

Agaricus urinascens (J. Schäff. & MØller) Singer 1951

Agaricus urinascens

Come comunemente avviene per le numerose specie fungine appartenenti al genere Agaricus, viene identificato e conosciuto su tutto il territorio nazionale con la denominazione volgare di Prataiolo in considerazione dell’habitat prettamente praticolo ove fa la propria apparizione, a seconda delle varie fasce territoriali, già dalla primavera prolungandola fino ad autunno inoltrato, mettendosi prepotentemente in mostra per le notevoli dimensioni che solitamente raggiunge. E’ possibile localizzarlo, specialmente quando l’erba dei prati è ancora bassa, a notevole distanza presentandosi, per la particolare crescita in forma gregaria di numerosi esemplari, come tante macchie bianche scintillanti tra le varie sfumature del verde dei prati. L’avvistamento di una stazione di crescita consente facilmente di realizzare un buon bottino assicurando un apprezzato conviviale per molti commensali. Storia della denominazione del Genere Agaricus Il nome del genere risale al 1753 e fu adottat...

Tricholomopsis rutilans, l’Agarico dalla chioma rossa

Comunemente conosciuto con la denominazione volgare di “Agarico dalla chioma rossa”, in considerazione del meraviglioso colore rosso-prugna che lo caratterizza, è solito fare la sua apparizione, quale fungo saprofita, sui ceppi marcescenti nei boschi di conifere, già dall’inizio dell’estate protraendo la propria crescita, in rapporto alla tipologia climatica delle stazioni di crescita, fino ad autunno inoltrato. E’ caratterizzato dalla grande variabilità cromatica che va dai colori aranciati a quelli violacei con sfumature di colore prugna-lampone. Incontrarlo nei boschi, per chi come noi predilige la raccolta a fini scientifici e non gastronomici, costituisce particolare soddisfazione che induce a soffermarci su una nuova “Riflessione Micologica”. Genere Tricholomopsis Singer 1939 (1) Al genere appartengono funghi omogenei (quando la carne del cappello e del gambo presenta struttura similare tanto da rendere difficile la netta separazione tra i due elementi), ligni...