Comunemente conosciuto con la denominazione volgare di “Agarico dalla chioma rossa”, in considerazione del meraviglioso colore rosso-prugna che lo caratterizza, è solito fare la sua apparizione, quale fungo saprofita, sui ceppi marcescenti nei boschi di conifere, già dall’inizio dell’estate protraendo la propria crescita, in rapporto alla tipologia climatica delle stazioni di crescita, fino ad autunno inoltrato. E’ caratterizzato dalla grande variabilità cromatica che va dai colori aranciati a quelli violacei con sfumature di colore prugna-lampone. Incontrarlo nei boschi, per chi come noi predilige la raccolta a fini scientifici e non gastronomici, costituisce particolare soddisfazione che induce a soffermarci su una nuova “Riflessione Micologica”. Genere Tricholomopsis Singer 1939 (1) Al genere appartengono funghi omogenei (quando la carne del cappello e del gambo presenta struttura similare tanto da rendere difficile la netta separazione tra i due elementi), ligni...
Angelo Miceli
Le molteplici sfaccettature del bosco, unitamente alla variabilità dei suoi colori che da una stagione all’altra ne modificano radicalmente l’aspetto presentandolo in una meravigliosa e sempre diversa cornice, ci invitano, anche nella fredda stagione invernale, spinti dalla sempre costante “febbre del fungo”, ad effettuare lunghe e salutari passeggiate che spesso ci portano a piacevoli incontri con specie fungine interessanti, rare, dall’aspetto particolare o, come recentemente avvenuto (febbraio 2018), dalle dimensioni eccezionali: Phellinus torulosus, una comune poliporacea a larga diffusione territoriale che a volte, come nel caso specifico, raggiunge dimensioni apprezzabili, ci fa gioire per il fortuito ritrovamento divenendo, al contempo, protagonista della nostra “Riflessione Micologica”. Genere Phellinus Quél. 1886 Il genere ospita numerose specie, alcune delle quali recentemente riposizionate nel genere Fuscoporia, a crescita pluriennale (quando l’accrescim...
Premessa Siamo pienamente convinti che una diversa denominazione volgare, quale “arbiter elegantiarum”, con espresso riferimento all’eleganza che il suo portamento gli conferisce, sarebbe ben appropriata ed alla stessa stregua di quella con la quale, per la sua caratteristica deliquescenza che lo porta, a maturità, a secernere un liquido nerastro molto simile all’inchiostro, lo fa identificare, ormai da sempre, appunto, quale “fungo dell’inchiostro”, denominazione, tra l’altro, perfettamente calzante e pienamente identificativa delle sue ben note caratteristiche. Coprinus comatus vuole essere un’altra delle meravigliose specie fungine che fa la propria apparizione, unitamente a Calocybe gambosa, Hygrophorus marzuolus, Marasmius oreades, le numerose specie del genere Morchella ed altre, nel periodo primaverile prolungandola sino ad autunno inoltrato. Lo si incontra con facilità, spesso in gruppi di numerosi esemplari, stante la sua notevole diffusione territoriale...
Premessa E’ considerato il fungo primaverile per eccellenza ed ha il privilegio di essere il primo a porgere il suo saluto alla primavera, è molto ricercato ed apprezzato per le sue qualità organolettiche e gastronomiche tanto che gli estimatori attendono con ansia la stagione propizia alla sua fruttificazione per riversarsi nei boschi alla sua ricerca. Unitamente ad altre specie del genere Morchella e di altri generi affini, fa parte di un gruppo di funghi ricercati e conosciuti sia dai micologi, sia da quanti altri, pur non avendo competenze micologiche specifiche, si dedicano alla raccolta dei funghi per uso alimentare [Ferrari, 1991]. Appartiene alla classe Ascomycetes (1) che raggruppa funghi che sviluppano le spore all’interno di “sacche, astucci” normalmente di forma allungata, similari al baccello di un pisello, chiamati aschi (dal greco askòs, piccolo sacco, otre) [Miceli, 2018]. Genere Morchella Dill. ex Pers., (1794) Al genere appartengo funghi terricoli, di...
Articolo pubblicato su “Passione Funghi & Tartufi” n. 81 Maggio 2018 Premessa Comunemente noto, a quanti, conoscendolo, lo apprezzano per le sue ottime qualità gastronomiche, con la denominazione volgare di Fungo di San Giorgio, derivante dalla tipicità del periodo di crescita che lo lega alla ricorrenza della festività del Santo, è solito fare la sua apparizione nei boschi nel periodo primaverile, facendo sì che la sua ricerca sia appannaggio di pochi estimatori che lo cercano, nel periodo di fruttificazione, in maniera costante sempre nelle medesime stazioni di crescita, ove in forma gregaria, si riproduce in numerosi esemplari. Genere Calocybe Kühner ex Donk 1962 Al genere appartengono funghi simbionti, terricoli omogenei (quando cappello e gambo presentano una struttura cellulare similare tanto da presentarsi attaccate tra di loro, con difficoltà ad essere separati in maniera netta), con imenoforo a lamelle, caratterizzati da portamento tricholomatoide o collibioide (...
Articolo pubblicato su “Passione Funghi & Tartufi” n. 80 Marzo 2018 Un piccolo ascomicete dalla forma particolare e dai meravigliosi colori che, ancora una volta, confermando la nostra teoria che vuole accomunare, limitatamente alla forma ed alle numerose sfumature cromatiche che li caratterizzano, i nostri “amici del bosco” ai fiori, ai quali, riteniamo, i primi possono essere paragonati senza minimamente sfigurare, ci fornisce lo spunto per questa nuova “Riflessione Micologica”. E’ opportuno, prima di addentraci nella trattazione della specie, fare delle precisazioni di ordine generale che ci consentano di meglio affrontare l’argomento visto che, diversamente a quanto sinora abbiamo fatto, ci accingiamo a trattare di un fungo appartenente alla classe Ascomycetes. I funghi, in considerazione della diversità con cui producono le spore, sono divisi in due grandi classi: Basidiomycetes e Ascomycetes. Alla prima (Basidiomycetes) appartengono funghi che sviluppano le sp...
Accade spesso, come altre volte abbiamo avuto modo di affermare, che una salutare passeggiata nel centro cittadino possa essere motivo di simpatici incontri con specie fungine interessanti: Inonotus hispidus, ha attirato la nostra attenzione mettendosi piacevolmente in mostra sui pioppi che popolano i viali, purtroppo degradati, della storica Villa Dante nella città di Messina. Si tratta di un vistoso fungo parassita che si associa a diverse colture arboree di latifoglie assumendo la tipica conformazione di una mensola. Appartenente al genere Inonotus, viene inserito nel gruppo informale dei Polipori, gruppo estremamente eterogeneo e polifiletico (quando le specie inserite nel gruppo non discendono da un unico antenato), che ospita specie fungine caratterizzate da imenoforo a tubuli non asportabile dalla carne soprastante con la quale forma un insieme strettamente omogeneo; i pori, a seconda delle varie specie, possono essere di forma regolare, arrotondata o irregolare e più o men...
Articolo pubblicato su MicoPonte n. 10 – 2017 Introduzione E’ il “fungo delle fiabe” che con il suo meraviglioso cappello rosso vivo, rosso-scarlatto, ricoperto da numerosi fiocchetti bianchi, vivacizza i colori del bosco nel periodo autunnale. Deve la sua notorietà, senza ombra di dubbio, alla simbologia fiabesca, fumettistica e cinematografica che ha senz’altro contribuito a consolidare la sua fama di fungo malefico e velenoso per antonomasia, spingendosi oltre i confini della realtà ed esaltando in maniera eccessiva la sua effettiva pericolosità. In effetti, in considerazione delle sostanze chimiche che contiene, si tratta di un fungo tossico che provoca intossicazioni anche di una certa entità generalmente risolvibili con un pronto intervento medico ma non è mortale come nell’immaginario collettivo viene considerato. Genere Amanita Pers. (1797) Al genere appartengono sporofori ben differenziati e facilmente individuabili, limitatamente alla loro posizione siste...
Una stagione, quella dell’autunno 2017, avara di piogge e caratterizzata da una persistente siccità protrattasi per lungo tempo che ha, ovviamente, influito negativamente sulla crescita fungina, deludendo i numerosi micofagi che sono stati, così, privati delle prede più ambite: ovoli e porcini. A questi consigliamo, al fine di rifarsi del mancato bottino, di rivolgere la propria attenzione, nel periodo del tardo autunno, sperando in un cambiamento di tendenza nella fruttificazione fungina, ad un fungo che, anche se non da tutti conosciuto, viene da sempre considerato ottimo commestibile: Infundibulycibe geotropa. E’ stato conosciuto, ed ancora continua ad esserlo, con la denominazione di Clitocybe geotropa, abbandonata nel 2003, a seguito della creazione, da parte di Harmaja, del nuovo genere Infundibulicybe. Genere Infundibulicybe Harmaja 2003 Si tratta di un genere di nuova, istituzione, creato appositamente per ospitare quelle specie fungine appartenute al genere Clitocybe...
Comunemente noto e conosciuto come “Fungo dell’esca” fino dai tempi più remoti, deve tale denominazione volgare all’uso comune da parte dell’uomo primitivo, che lo utilizzava, grazie alla sua facile infiammabilità, come esca per accendere il fuoco, utilizzando il primo strato di sostanza, quello posto tra la superficie crostosa del cappello ed i tubuli, opportunamente trattato, avvicinandolo alle scintille scaturite dallo sfregamento della cosiddetta “pietra focaia”. Tale sua particolarità è stata confermata, nel tempo, da diversi ritrovamenti quale, ad esempio, l’ultimo in ordine cronologico che fa riferimento al rinvenimento, in Trentino Alto Adige, della mummia di “Ötzi” (1) nel cui corredo, tra i numerosi oggetti, furono trovati resti del carpoforo e pezzetti di selce. Fomes fomentarius trova diffusione in tutte le parti del mondo associandosi, nella doppia conformazione comportamentale di parassita-saprofita, a numerose essenze arboree prevalentemente d...
Un piccolo macromicete dall’aspetto accattivante, pittoresco ed inconfondibile, dai colori rosa-albicocca intensi, ritenuto, considerate le pochissime segnalazioni del suo ritrovamento, alquanto raro e addirittura, in alcune nazioni europee, in fase di estinzione tanto da essere inserito nella Red List delle specie a rischio. La sua presenza e distribuzione nel territorio è strettamente legata al substrato di crescita: l’olmo. Rhodotus palmatus, ha recentemente attirato la nostra “curiosità micologica” per il gradito invio, sui social network, di una foto che ne evidenzia la particolarità della forma e la bellezza dei colori che, nell’insieme, lo rendono facilmente riconoscibile. E’ solito crescere, quale saprofita, sui tronchi morti di olmo, coltura arborea con la quale sembra avere un rapporto privilegiato ed esclusivo. La sua presenza e distribuzione nel territorio è, infatti, strettamente legata al substrato di crescita: l’olmo che, in Italia, come nel resto de...
E’ sempre stata una convinzione comune, caratteristica delle regioni meridionali e collegata alla tipicità del clima, diffusa tra quanti in considerazione delle limitate conoscenze sul meraviglioso “Regno dei Fungi” ritengono che i funghi si riproducono esclusivamente nel periodo autunnale ed in concomitanza con le precipitazioni atmosferiche, affermando anche, in maniera ancora una volta errata, che i nostri “amici miceti” sono soliti riprodursi esclusivamente nei boschi. Nelle nostre, ormai numerose, “Riflessioni Micologiche” abbiamo avuto occasione di affermare, come ancora una volta facciamo, che i funghi, è vero, prediligono, per la propria riproduzione e crescita, la stagione autunnale ricca di piogge e l’ambiente boschivo ma è anche vero che queste preferenze non possono essere un generico riferimento ecologico-naturale che accomuna tutte le specie, esistendone numerose che prediligono stagioni e ambienti di crescita completamente diversi da quelli “tradi...
L’Agarico dei cavalieri, come comunemente viene conosciuto il protagonista di questa nostra “Riflessione Micologica”, ha attirato, da sempre, l’attenzione mangereccia dei ricercatori-micofagi per le sue – erroneamente ritenute – ottime qualità organolettiche che lo posizionavano tra i primi posti nella classifica dei funghi commestibili, si è reso protagonista, in tempi ormai lontani, di una serie di ricoveri ospedalieri con alcuni esiti mortali che hanno modificato integralmente la sua fama di ottimo commestibile. Nell’autunno del 2001 la rivista scientifica “The New England Journal of Medicine” (NEJM) pubblica un dettagliato studio condotto da un gruppo di ricercatori francesi collegato a numerosi casi di grave rabdomiolisi (1) registrati in Francia tra l’anno 1992 e il 2000. Nel particolare si evidenziava che ben 12 pazienti, 7 donne e 5 uomini di diversa età, venivano ricoverati circa una settimana dopo aver consumato funghi raccolti nei boschi. Tutti i pa...
= Baorangia emileorum (Barbier) Vizzini, Simonini & Gerlardi (2015) Abbiamo più volte inteso evidenziare, in precedenti “Riflessioni Micologiche”, come il vasto ed esteso territorio boschivo della provincia di Messina e della Sicilia tutta, grazie alle numerose e varie culture arboree che lo ricoprono, ben si presta alla crescita di specie fungine rare e poco diffuse sul territorio nazionale. Ancora una volta “Madre Natura” ha inteso mostrare la sua generosità, ripagando l’impegno dei ricercatori, consentendo il ritrovamento di altra specie poco conosciuta e poco descritta in letteratura. L’attuale nuovo ritrovamento (estate 2016) effettuato sui Monti Nebrodi in Località Galati Mamertino (ME) Bosco di Magalaviti, ci fornisce lo spunto per questa nuova “Riflessione Micologica”: Boletus emilei = Baorangia emileorum. Si tratta di una specie ritenuta rara, della quale si hanno poche segnalazioni di ritrovamenti limitate ad alcune regioni d’Italia. Si riproduce, in...
Auricularia auricula-judae, ovvero “Orecchio di Giuda”, come nel linguaggio popolare viene comunemente conosciuto, deve la sua denominazione alla leggenda tramandata attraverso i secoli che vuole che questo curioso basidiocarpo sia cresciuto, assumendo la sua particolare forma, sull’albero dove l’apostolo traditore si impiccò pentito per il suo tradimento. Si tratta di piccolo fungo dall’aspetto gelatinoso e simile, nella sua conformazione morfologica, per le particolari venature e la forma lobata che lo caratterizzano, ad un orecchio umano, derivandone, per tale motivo, la sua denominazione. Alla stregua di numerose altre specie fungine è molto conosciuto ed utilizzato nella cucina dei paesi asiatici dove, in considerazione della diversità geografica, viene conosciuto con nomi diversi: in Cina come mù ȇr (woo ear – orecchio del legno); in Giappone kikurage (tree-jellyfish – medusa dell’albero); in Vietnam nȃm tai méo (cat’s ear fungus – orecchio di gatto)...
Ancora una volta la nostra “Curiosità Micologica” viene attratta e sollecitata da un fungo dalle caratteristiche particolari, stranamente ritrovato all’interno di un bidone metallico che, in considerazione delle peculiarità morfologiche risulta, per quanti abbiano una buona base di conoscenze micologiche, facilmente riconoscibile: Battarrea phalloides. Si tratta di un macromicete che pur presentandosi, ad una prima sommaria osservazione, come un fungo dall’aspetto classico, ovvero munito di gambo e cappello, presenta particolari caratteristiche che lo rendono molto diverso. E’ stato per lungo tempo inserito nel gruppo informale dei Gasteromiceti: raggruppamento artificiale nel quale trovano posto numerose specie fungine accomunate, tra loro, per la particolare forma di crescita che le vede, almeno nella fase iniziale della loro formazione, racchiuse in un involucro esterno, chiamato peridio, che conferisce ai singoli esemplari, un aspetto generale con forma arrotondato-g...
Una nuova specie siciliana, nel ricordo di Andrea Buda Il suo primo ritrovamento risale al mese di novembre 2003, nel bosco di Santa Maria, nel Comune di Buccheri (SR) e porta la firma del noto micologo siciliano Andrea Buda.(1) Il luogo del ritrovamento, inserito in una vasta area boschiva con vegetazione arborea mista di aghifoglie e latifoglie, con prevalenza di specie appartenenti al Genere Quercus, (Quercia), si posiziona a circa 900 m. s.l.m. ed è caratterizzato da una preponderanza arborea costituita da Quercus cerris (Cerro) ed è, pertanto, ricoperto da numerosi cascami fogliari di tale essenza, sui quali il protagonista della nostra nuova “Riflessione Micologica” trova il proprio habitat naturale dove si riproduce abbondantemente con tipica nutrizione saprofitica. I successivi ritrovamenti, puntuali nell’autunno di ogni anno, hanno consentito di effettuare approfonditi studi di natura filogenetico-molecolare su numerosi esemplari che, dopo ben nove anni, hanno reso ...
Il suo primo ritrovamento risale al 1826, in località Monticelli, frazione del Comune di San Donato Milanese (MI), ad opera di Carlo Vittadini (San Donato Milanese, 11 giugno 1800 – Milano, 20 novembre 1865), la sua prima descrizione porta la firma del Prof. Giuseppe Moretti (Roncaro, 30 novembre 1782 – Pavia, 2 dicembre 1853), all’epoca titolare della cattedra di botanica presso l’Università di Pavia il quale, ritenendo, a ragione, che l’esemplare fungino “non sia stato peranco descritto da nessun botanico”, ne parla in un proprio articolo pubblicato sul “Giornale di fisica, chimica, storia naturale e arti” precisando che “la raccolta avvenne ad opera del signor Vittadini presso Monticelli, a circa sei miglia da Milano….. ho imposto ad esso il nome specifico di questo giovane, che ci dà le più fondate speranze di diventare uno dei più distinti micologi” Seguendo i principi della sistematica dell’epoca che facevano espresso riferimento agli studi ed ...
Un fungo tipico dell’ambiente mediterraneo. Le ultime giornate con le quali l’anno 2016 sta per lasciare il posto al nuovo in arrivo, caratterizzate, da noi, a Messina, dalla presenza di un meraviglioso tiepido sole che, nonostante le basse temperature, invoglia un nutrito gruppo di soci del “Centro di Cultura Micologica”, ad avventurarsi, oggi 30 dicembre, come spesso si è soliti fare, sui vicini monti Peloritani, in località Castanea, alla ricerca di “verdura selvatica”, senza tralasciare, tuttavia, l’ormai radicata passione micologica che, in maniera meccanica e naturale, spinge il senso della vista alla ricerca di qualsivoglia forma fungina. In tale contesto, come spesso accade, nonostante la stagione poco propizia, ci imbattiamo (Franco Mondello e Angelo Miceli) in alcuni carpofori facilmente identificabili quali appartenenti al Genere Lactarius. Ancora una volta, abbiamo la possibilità di fruire di una delle tante lezioni effettuate, in habitat, dall’amico...
Non è necessario attendere l’autunno per imbattersi, passeggiando nei boschi, in esemplari di questo meraviglioso basidiocarpo in quanto è solito fruttificare durante l’intero anno prediligendo, considerato il suo sistema nutrizionale che lo posiziona tra i funghi parassiti, associarsi a culture arboree di latifoglie: Trametes versicolor, protagonista della nostra “Riflessione Micologica”, agente di carie bianca fibrosa (patologia vegetale che causa la graduale e progressiva degradazione dei tessuti legnosi delle piante arboree ed arbustive), si comporta inizialmente da parassita e, successivamente, dopo la morte dell’albero ospite, da saprofita. E’ noto nei paesi orientali, al pari di altre poliporaceae, per le sue proprietà medicinali e, in atto, ormai da numerosi anni, è oggetto di studio per le sue proprietà farmacologiche antimicrobiche e stimolanti del sistema immunitario; sembra, altresì, che per la presenza di polisaccaridi nelle pareti delle sue cellule, p...
Si tratta di macromiceti di piccole dimensioni legati in simbiosi ectomicorrizica con diverse specie arboree. Sono soliti fruttificare, sia nei boschi di aghifoglie che di latifoglie, dalla primavera inoltrata al tardo autunno, prolungando spesso la loro crescita fino al periodo iniziale dell’inverno. Incontrandoli nei boschi risulta facile riconoscerli per il caratteristico colore giallo-uovo, per l’orlo del cappello lobato e per la particolarità della zona imeniale che risulta percorsa da pseudolamelle, anche se – è opportuna la precisazione – esistono diverse specie di colore bruno, bruno-aranciato, bruno-rossiccio o addirittura grigio-antracite o tendenti al nero-nerastro (Esempio: Cantharellus cinereus; Cantharellus lutescens; Craterellus cornucopioides…). Sistematica Nella sistematica micologica vengono posizionati nella Classe Basidiomycetes, Ordine Cantharellales, Famiglia Cantharellaceae, nella quale si trovano i Generi Cantharellus, Craterellus, Pseudocratere...
Il “tam tam” dei nostri giorni che, grazie ai moderni SmathPhone ed a WhatsApp, ha sostituito gli ormai arcaici sistemi di comunicazione adottati, in tempi assai lontani, dagli antichi pellerossa, ha diffuso, via etere, proprio ieri sera, la notizia della presenza, nel territorio dei Monti Peloritani, in località Musolino, di due bellissimi esemplari fungini appartenenti all’Ordine Polyporales. La bellezza della specie, soprattutto per il particolare colore giallo zolfo del cappello (come apprezzabile dalle foto diffuse) che, purtroppo, è tale solo negli esemplari giovanissimi, tendendo, gli stessi, a scurire a maturazione, è stata sufficiente a fare scattare la molla della nostra “curiosità fungina” ed a spingerci, dopo avere acquisito indicazioni in merito al loro esatto posizionamento, oggi (18 settembre 2016), di buon mattino, alla ricerca del protagonista della nostra nuova “Riflessione Micologica”. Le precise indicazioni ricevute ci conducono, con facilità, ...
Abbiamo sempre sostenuto, nel corso di numerosi incontri di natura micologica ai quali siamo soliti partecipare, che i Funghi, facendo espresso riferimento limitato alla molteplicità delle forme e delle meravigliose sfumature cromatiche che li caratterizzano, nulla hanno da invidiare alla bellezza morfo-cromatica dei fiori ai quali, riteniamo, possano essere benissimo paragonati senza minimamente sfigurare. In questa nostra nuova “Riflessione Micologica”, intendiamo parlare di un macromicete poco comune, volendo evitare l’utilizzo del termine “raro”, che riteniamo, per rimanere in linea con quanto sopra asserito, possa essere considerato, con riferimento alla sua forma ed ai suoi delicati colori, sicuramente una delle specie più belle e rappresentative del vasto regno dei funghi che, comportandosi da saprofita, è solito fare la propria apparizione nei boschi fin dall’inizio dell’estate protraendola fino ad autunno inoltrato: Volvariella bombycina. Nella sistematica ...
Abbiamo più volte ripetuto, nel contesto delle nostre “Riflessioni Micologiche”, come “l’Andar per Funghi”, nelle diverse stagioni dell’anno, anche quando la produzione fungina è scarsa o, come al momento (giugno 2016), in Sicilia e nelle zone nostrane del messinese, completamente assente, possa essere spesso motivo di svago, dedicandosi ad attività di natura complementare, come, ad esempio, la raccolta di origano, e, al contempo, possa offrire piacevoli sorprese come nell’imbattersi in specie fungine piuttosto rare e poco conosciute. Proprio questa sera (29 giugno 2016), durante il settimanale incontro dei soci del “Centro di Cultura Micologica”, mentre si stava illustrando, con l’ausilio di diapositive, le specie appartenenti alla Famiglia delle Boletaceae, uno dei più assidui frequentatori, al rientro da una “battuta ad origano”, ha portato, al fine di averne una corretta determinazione, alcuni esemplari di giovani carpofori che, stante alle caratteris...
La nostra bella isola di Sicilia, ricoperta da boschi e circondata dal mare, offre, per i numerosi appassionati di micologia, grazie alla varietà delle essenze arboree ed arbustive che ne ricoprono tanto il territorio collinare e montano quanto quello che si estende in prossimità del litorale marittimo, tantissimi spunti per avvicinarsi allo studio di specie fungine di difficile ritrovamento che, grazie alle loro diverse forme nutrizionali, si legano alla vegetazione dell’isola. In questa nostra nuova “Riflessione Micologica”, prendendo spunto da un recente ritrovamento effettuato dal micologo messinese Franco Mondello, intendiamo occuparci di una specie di difficile reperimento, legata in rapporto di saprofitismo con una pianta con crescita tipica sul territorio siciliano nota come “Ficodindia” e dal cui nome scientifico: “Opuntia ficus-indica” deriva la denominazione del macromicete di cui intendiamo occuparci: Pleurotus opuntiae. Nella sistematica micologica trova...