Recensioni

La Grecia antica come polo di cultura e di civiltà tra Oriente e Occidente

Si riapre, tra lo storico Carlo Ruta e l’archeologo Sebastiano Tusa, un dialogo serrato e intenso che  ritorna come elemento caratterizzante la collana “ Mediterraneo e Storia “. Secondo un formula collaudata con successo nei volumi precedenti, i due autori, dialogando tra di loro, coinvolgono il lettore in un dibattito ricco di riferimenti culturali afferenti il piano della storia, della letteratura e dell’archeologia. “Viaggio nella Grecia antica da Oriente a Occidente”(Ragusa 2017, Edizioni di storia e di studi sociali, pg . 157)  è un cammino che dalla Grecia continentale si dirama, da un lato,  verso la regione mediterranea e dall’altro, verso alcune importanti aree dell’Asia Minore.

I fattori del fenomeno migratorio sono vari: il disagio sociale, le sperequazioni economiche, la scarsa produttività del suolo greco, l’incremento demografico, l’oppressione politica. Non mancano, tuttavia , quelle che sono le peculiarità del popolo greco: il desiderio di conoscenza e lo spirito d’avventura. Questo processo ha positive ricadute sullo sviluppo economico e culturale sia delle città greche di provenienza che delle colonie, con notevoli progressi nell’ingegneria navale, nell’agricoltura e nel sistema monetario. Le contaminazioni materiali tra i popoli venuti a contatto sono foriere di un fenomeno di straordinaria importanza, quello definito dagli autori “contagio immateriale”. Esso consiste nell’assimilazione di quei procedimenti e di quelle acquisizioni che hanno determinato il progresso morale, civile e culturale dell’uomo.  I contagi immateriali sono particolarmente evidenti in campo religioso , attraverso le policrome ambientazioni del mito, legato ai cicli naturali e alla commistione tra luce e buio, in una visione osmotica e interlocutoria tra i popoli. Accanto alla sensibilità religiosa, la cultura greca veicola l’esigenza di un approccio razionale alla realtà e, in contemporanea, l’apertura verso un’ indagine metafisica e verso un’azione di scandaglio dell’animo umano, di cui Socrate, attraverso l’arte maieutica, è il maggiore esponente.  Il pericolo della sua autonomia mentale è represso dalla “ragion di stato” con la cicuta ma la forza del suo pensiero è destinata a trovare altro ricettacolo. Il contagio immateriale della cultura , dell’arte e del pensiero, dalle colonie greche di Sicilia si trasmette  alla città “Caput mundi”. Roma, in un primo tempo, accoglie da predatrice l’eredità dell’Ellade, saccheggiandola, poi se ne riconosce legittima erede, assorbendone i valori culturali, artistici e civili che le avrebbero permesso di continuare la missione storica  iniziata, dai coraggiosi coloni, capaci di sfidare il mare. Il cammino di civiltà della fiera Atene,  ereditato e portato a compimento da Roma, consentirà all’ “Urbs”di assurgere al ruolo di  “signora del diritto , delle genti e della cultura”.