Mostra micologia con cena a tema presso Istituto Antonello

Fidarsi è bene, ma … ‘Antonello’ è meglio, e non solo!

14.11.2014: lì per lì mi sono chiesto con quali riferimenti commentare questa serata, ma soprattutto quando e … come! 

Il menù proposto mi poneva in questa perplessità: cappuccino ai funghi, tortino di pleurotus con cuore di formaggio su lamelle di champignon affumicate e marinate, girelle di pasta fresca con farcitura di fungo porcino e ricotta di pecora con salsa alla frutta secca e burro chiarificato al tartufo, tacchinella farcita con contorno di chiodini glassati e terrina di porro e zucca, tortino di pistacchio con pallina di gelato ai funghi, e – dunque – mi chiedevo converrà redigere un testamento olografico precauzionale … o conviene aspettare almeno 45 giorni e poi commentare una superba succulenta cena? Ma poi Messina, nell’ipotesi migliore, dispone di 90 posti letto, quanti eravamo?

Sarà meglio dicevo a me stesso il testamento (ma occorrerebbe un notaio … e non ci sarebbero i tempi, e le spese si aggiungerebbero al costo davvero esiguo di una superba cena) o, semplicemente un testamento spirituale?

Andare o non andare? questo il dilemma! Commentare verrà da sé.

E poi, come sempre, più che il ‘timor’, poté il verso dantesco: i golosi si trovano nel cerchio successivo ai lussuriosi, il terzo, più in basso dei «peccator carnali», e, siccome quella cantica è più accattivante che non le altre due… dei remi feci ali al folle volo ‘ad acherontem’! Si fosse trattato del cerchio superiore ci avrei riflettuto di più grazie alla saggezza della pacificazione dei sensi per l’età!

Perdonatemi! Perdonatemi tutti il consueto ricorso all’auto-ironia: è più forte di me!

Vado, piuttosto, a relazionare seriamente.

Ovviamente voleva essere solo una ironica ‘boutade’ introduttiva quella perplessità che non aveva motivo di essere, visto che una Istituzione formativa (‘Antonello’) di primordine garantiva la provenienza dell’alimento con il suo Personale altamente qualificato e con il conforto di due micologi d’elezione: Enzo Visalli e Franco Mondello, affiancati dal loro allievo Angelo Miceli!

L’ Istituto ‘Antonello’, infatti, si è dato per tema di una sua serata didattica “Il fungo cibo per l’uomo”, auspice il nostro ‘micofilo’ dichiarato il detto Angelo Miceli; la lezione ha avuto perciò soprattutto una motivazione didattica, che ha reclutato e mobilitato il personale e gli studenti tutti, e che, grazie ad ADSeT, qualcosa ancora una volta ha insegnato pure ai nostri Sodali e Simpatizzanti.

Una dotta introduzione sul tema da parte di Angelo Miceli, appellandosi ai principi etico-eziologici suoi ed a cui il Visalli tiene in modo assoluto, chiariva che il tema fungo cibo per l’uomo non dovesse assolutamente fuorviare l’uditorio: certamente il fungo – quello commestibile – si può anche mangiarlo, ma di per sé esso non deve esser visto esclusivamente come una cosa da mangiare (nel qual caso mi si perdoni un altro attimo di ironia lo ridurremmo a ‘fungo oggetto’; e nel maschio c’è, anche in altri campi questa inclinazione!.. ‘Intelligentibus pauca!’).

Al fungo va riconosciuta una sua nobiltà che nella gerarchia organolettica vede “Re Porcino, della dinastia Boletus, sovrano dei boschi e di tutte le tavole,” e che tuttavia – nella sfera dell’ambito – ovoli e porcini non restano indietro al loro sovrano predecessore nel rango.

Questa ‘araldica’ micologica è sancita dal Codice Internazionale di Nomenclatura Botanica (ICBN). Costitutore iniziale di questa catalogazione scientifica ci è stato detto che sia stato il celeberrimo Linneo (Carl von Linné) fin dal diciottesimo secolo, e che egli fu innesco per gli studi di Elias Magnus Fries, al quale si deve la sistematizzazione per classi, ordini, famiglie e generi; a loro si deve la denominazione binomiale per cui ogni organismo vivente viene definito col nome generico di appartenenza a cui si accompagna il nome della specie.

Le due cose che particolarmente gli Introduttori alla mostra hanno tenuto a mettere in chiaro sono: l’appello al rispetto per il fungo (anche per il rischio di sradicarlo irrecuperabilmente ad opera di improvvisati ricercatori) e l’appello alla prudenza; dunque occorre non buttarsi sul fungo come bramosi cirenaici affamati, ma innescando le proprie categorie razionali, e cioè ben “ attenti al loro corretto riconoscimento, poiché la possibilità di fare confusione tra le innumerevoli specie esistenti è sempre in agguato e può riservare conseguenze drastiche ed irreversibili”. 

E sempre prudenza vuole che “non si accettino funghi in regalo né che se ne regalino se non preventivamente controllati e certificati; ed occorre poi saggiamente diffidare sempre del parere dei così detti ‘esperti’, ricorrendo esclusivamente del giudizio di commestibilità espresso da un micologo professionista”.

Non per nulla la Legge stessa è intervenuta a disciplinare la materia col DPR n. 376 del 14.7.1995 che riconosce la bontà e versatilità del loro uso in cucina in particolare delle quattro le specie di tale denominazione: Boletus edulis, Boletus aereus, Boletus pinophilus, Boletus aestivalis, tra i quali il più conosciuto è, senz’altro, il Boletus edulis, (edulis = commestibile), particolarmente apprezzato per il suo intenso sapore e per l’odore in cucina e che si presta ad essere cucinato in tutti i modi.

Ma non me, io qui, bensì il nostro Angelo Miceli, è bene che si vada a consultare sul sito ADSeT in ‘Opinioni’, ovvero su ‘Moleskine’ di ottobre u. s. se davvero se ne vuol saperne esaurientemente.

Seguiva in corso di serata didattica l’esposizione ‘de visu’ di un campionario di funghi ricchissimo e variegato in tutte la sue più diffuse espressioni: classi, ordini, famiglie e generi, posti in bella mostra su una tavolata a ‘U ’ che con l’identificazione sui singoli cartelli e la paziente illustrazione dei tre Interlocutori rendeva vivo e concreto quanto appena appreso per via auricolare.

Solo dopo aver appagato la suscitata voglia di ‘conoscere’ il fungo ci è stato consentito di gustarne le prelibatezze in una splendida cornice di confortevole ospitalità, quella del Ristorante didattico del 14/11/2014, cullata da dolci note musicali offerte in sottofondo di accompagnamento al simposio dai nostri ospiti.

Spontaneo è venuto a fine serata gratificare con una vera ovazione spontanea e inarrestabile, per la qualità difficilmente raggiungibile delle pietanze e della conduzione dell’incontro, innanzi tutto la dirigente Maria Muscherà, regista attenta e zelante di questo ‘fiore all’occhiello’ della scuola messinese, e non secondariamente i docenti Leonardo Turano, Calogero Abruzzo, Giuseppe Truglio, Lillo Barbera, Giacomo Previti e Luigi La Sorte, magistralmente coordinati ed orchestrati dal solerte Nino Iannazzo, che alla superba riuscita della serata hanno dato possibilità di realizzazione; non ultimi pure agli impareggiabili alunni.

Va da sé: ADSeT nella sua vocazione istituzionale e i nostri micologi pure.