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Caro papà ti  scrivo perché…

Lombardo   edizioni   Milazzo 2016  euro 17,00

Caro papà ti scrivo  perché..” è la seconda esperienza letteraria e autobiografica di Patrizia Itri, nasce dal desiderio di non dimenticare, ma di rendere viva l’eredità di valori ed affetti  che sostanziano la vita dell’autrice e che costituiscono la preziosa eredità che  il padre  le ha trasmesso.
Nella rievocazione, Patrizia ha sentito il bisogno di cogliere il senso stesso della propria umanità e  di esprimere la profonda  sensibilità di cui è dotata , di interrogarsi sui perché della vita,  sugli  affetti traditi, di affermare il suo  legame forte , percepito come una ancora di salvezza, con la famiglia e in particolare con il padre, nonostante qualche volta conflittuale, sostegno affettivo e di riferimento, sin da quando era  piccola, poi da adolescente e  da adulta. E lo   ha fatto affidandosi alla scrittura come la modalità più consona per esternare il suo bisogno di dire, di fissare i momenti, le emozioni, i ricordi  e le dinamiche della sua vita con gli alti e  bassi che accompagnano l’esistenza di ciascuno di noi esseri umani.

Il libro segue a distanza di tempo il testo “Acqua e sapone”, la sua prima esperienza, uscito nel 2003, nel quale  si rilevano   già gli aspetti salienti del suo narrare : da un lato  la figura di una donna semplice, ricca di sentimenti, delusa dalle persone cui si era legata sentimentalmente e che la ripagavano con atteggiamenti egoistici , e  dall’altro   la persona  sensibile alla bellezza e alla bontà, ferma nei valori in cui crede e che costituiscono la stella cometa della sua esistenza.
Il nuovo lavoro ,caro papà ti scrivo… è la continuazione  ideale . E’ sempre lei la protagonista, anche se cambia il contesto  e  campeggia nelle pagine la figura del padre attorno al quale ruota  la  vita  di Patrizia e della sua famiglia.
Viene fuori una saga  la cui dimensione storica interessa un arco    di tempo che va dai primi anni del secolo scorso  ai nostri giorni. Generazioni di persone che si succedono negli anni, legate tra di loro  da un sottile filo che le riconduce  tutte ad un comune tessuto familiare in cui si tramandano da padre in figlio, da nonni a nipoti, da zii a cugini, da amici ad amici, abitudini, valori, modi di pensare  sentimenti che nutrono di sé i protagonisti di  questa storia, che si svolge tra Siderno, paese natale del padre, e Messina, città  dell’autrice.

Sono pagine piene di nostalgia ,ma che, leggendole, si svestono della loro autobiografia  per divenire proprie di chi legge. 
Il libro è uno struggente omaggio di una figlia ad  un uomo che di fronte alla malattia non si è dato per vinto, che ha lottato con ogni mezzo fiducioso nel progresso e nella possibilità di debellare il terribile male.” E’ già successo”, diceva a Patrizia, confortandola ,”quando ero piccolo si moriva per un nulla, per una semplice influenza. Oggi la medicina ha fatto passi da gigante. Bisogna  avere fiducia nella ricerca”. 
Ed è anche un dolce e nostalgico  atto di amore che nasce dal dolore, nei confronti del  padre che le è stato accanto e che ha voluto e saputo coltivare un mondo di affetti, di   interessi, di idealità e di valori ,in virtù dei quali ha educato  i propri figli nel solco di tradizioni familiari e di una mentalità apparsa talora rigida. Di tutto ciò il libro è testimonianza e costituisce  il tessuto affettivo e l’orizzonte ideologico di Patrizia Itri. 
La lettura, piacevole e scorrevole, rivela aspetti originali  e il pregio di una scrittura che produce in chi legge  la magia della immedesimazione. 
 La  ricerca ostinata e puntuale di notizie storiche relative alla  parentela e al vissuto , ai luoghi   in cui sono ambientate le vicende, con un corredo di foto d’epoca e di atti e documenti cartacei, pregni di antico sapore e ingialliti dal tempo, ,ci induce a cogliere l’identità storica della famiglia ”allargata in senso diacronico”, recuperando figure :nonno Mimì e i suoi terribili peperoncini di tutti i colori, fatti : il cortile, luogo di  “curtigghiu,” la calata dei” panari” da parte di chi  riceveva  dal postino la corrispondenza,  e atmosfere rivissute nostalgicamente:.. nei caldi pomeriggi estivi come se provenisse da un altro mondo la” banniata”  del venditore di gelsi ”ghiosa ,ghiosa ,ghiooosa  nira  haju ,duci ,duci.”.  che fanno parte della nostra  memoria e della storia delle comunità siciliana e calabrese.
 Patrizia , rievocando la figura del padre, ci indica il fine che noi tutti dovremmo tenere in debita considerazione: scoprire il senso autentico dell’essere uomini volti alla ricerca non dell’effimero, del soddisfacimento del proprio egoismo, ma dei valori  più profondi  che non si comprano, ma si donano e si accettano gratuitamente e si compendiano in una sola parola: amore.
Mi preme    sottolineare come i proventi dell’acquisto del libro non costituiscono un guadagno per l’autrice, docente di materie letterarie e latino e greco, ma un contributo all’AIRC, alla ricerca per combattere e sconfiggere il cancro