I Monti Peloritani

martedì 23 Febbraio 2021
Ore 17:00
Aula Virtuale: meet.jit.si/adsetsoci

Un unicum nel panorama regionale e non solo.

Le lunghe e complesse vicende geologiche e tettoniche, la morfologia, la flora e la fauna, l’architettura civile e militare, l’economia e l’organizzazione sociale presentano in questo ambiente aspetti non riscontrabili in altre parti della Sicilia e con scarse affinità anche in campo nazionale.

In essi è dato trovare il più vasto ed eterogeneo campionario delle rocce reperibili in Italia, comprese quelle in assoluto più rare e antiche, quali le rocce magmatiche e metamorfiche. Condizione, questa, alla base di una serie di situazioni conseguenti altrettanto originali, tra cui basta ricordare: la formazione di giacimenti minerali, oggetto di sfruttamento fino agli anni ’60 del secolo scorso; l’estrema accidentalità del territorio che si manifesta nella successione ininterrotta di creste, di valli e di un reticolo intricatissimo di torrenti; la presenza pressoché illimitata di habitat per piante, animali e forme di vegetazione rare; il particolare tipo di insediamento umano e l’esercizio delle attività economiche prevalenti; perfino il corso di alcuni eventi storici. 

Relatore: Giuseppe Giaimi

Laureato in Scienze Forestali presso l’Università degli Studi di Firenze, Giuseppe Giaimi ha lavorato per alcuni anni come ricercatore nella stessa Università e all’Istituto Sperimentale di Selvicoltura di Arezzo. Successivamente, vincitore di vari concorsi, ha prestato servizio a Cosenza nel Corpo Forestale dello Stato e a Messina nel Corpo Forestale della Regione Siciliana. Qui, dopo un lungo apprendistato come progettista e direttore di tutti i lavori messi in campo dall’Azienda Foreste Demaniali, ha assunto progressivamente la direzione della stessa Azienda, dell’Ispettorato Ripartimentale delle Foreste, dell’Ufficio Speciale per la Difesa e Conservazione del Suolo e dell’Ambiente Naturale. Ha insegnato come docente a contratto per tredici anni nel corso di laurea in Scienze forestali e Ambientali presso le Università di Reggio Calabria e Palermo e per quattro anni, sempre a Palermo, nella Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali. È autore di numerosi articoli a carattere tecnico-scientifico e di alcuni libri, tra cui “I Boschi di Sicilia”, “Il Parco dei Nebrodi”, “Il secondo flagello di Messina, le disastrose ricorrenti alluvioni e i tentativi di porvi rimedio”, “Pietro Cuppari, un insigne agronomo messinese del XIX secolo attuale più che mai”.

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