Conferenza Autismo

venerdì 29 Gennaio 2016
Ore 00:17
Istituto Superiore Antonello

Marco ha compiuto da poco tempo i 20 mesi di vita; da qualche settimana la mamma ha notato che non dice più le paroline che aveva imparato a pronunziare, si limita a ripetere sempre le stesse parole di una canzoncina, sigla di un cartone animato che ama rivedere in continuazione. I genitori lo hanno già condotto da uno specialista audiologo anche perché  hanno  notato che il bambino  non si gira verso di loro quando lo chiamano per nome.

Anche quando si avvicinano a lui, Marco sembra distogliere lo sguardo dal loro viso e volgere gli occhi di lato.

Marco è nato a termine da parto naturale, è il primogenito di genitori non consanguinei in buona salute, ha avuto uno sviluppo posturo-motorio normale ed in atto si muove con molta più agilità di quanto ci si aspetti da un bimbo della sua età; se vuole qualcosa si arrampica ovunque per prenderla oppure prende i genitori per mano e li conduce verso l’oggetto desiderato. Spesso trascorre il suo tempo camminando velocemente avanti e indietro o in cerchio e muove rapidamente le sue mani in una sorta di “sfarfallamento”.

Negli ultimi anni il numero di bambini con disturbo dello spettro autistico è aumentato in maniera esponenziale ma non si è ancora compreso quale sia il motivo di tale incremento, con comprensibile allarme di tanti genitori.

A distanza di oltre 70 anni dalla sua prima individuazione da parte di Leo Kanner le cause dell’Autismo rimangono ancora indefinite.  Nel corso di questi ultimi anni sono state avanzate diverse ipotesi interpretative che, però, possono solo parzialmente spiegare gli aspetti già consolidati del disturbo mentre non sono in grado di gettare luce sull’espressività clinica precoce, momento in cui è necessario intervenire per ottenere un significativo “ri-orientameno” della traiettoria di sviluppo. E’ necessario, infatti, guardare oltre i deficit delle singole funzioni cerebrali, identificare le dinamiche che provocano interruzione dei processi di elaborazione degli stimoli sociali. Probabilmente la base neurobiologica di tale distorsione dell’elaborazione è costituita da anomalie della connettività neurale che compromettono il modo in cui l’informazione arriva dal mondo esterno, come viene elaborata ed integrata.

L’ipotesi che tali anomalie della sinaptogenesi compromettano la maturazione dei processi di intersoggettività, oltre a chiarire i meccanismi neurobiologici alla base del disturbo, offre interessanti prospettive di intervento precoce

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