Eschilo … “se lo conosci,… NON lo eviti! ”

“Eschilo, Eschilo, che qui si Sofocle; attenzione alle scale, che sono Euripide!” : era la battutaccia colta che stava sulle bocche di noi liceali nei nostri verdi anni (per ovvi motivi ometto quelle ‘spinte’ – almeno tre – su un utilizzo strumentale del greco!); riportarla qui non avrebbe avuto valore, se non si volesse evidenziare come il giocare con la cultura era non solo un vezzo per quei giovani che fummo, bensì un supporto di riferimento per l’ironia; ed – attenzione ! – il vezzo non era sulle bocche dei ‘primini’ della classe (non si sarebbero mai permessi, con la loro rigidità spesso secchiona!); era invece sulle bocche di quelli che faticavamo per quel tanto in greco da riuscire non più che a spuntarla, nonostante il disappunto di un genitore grecista e latinista.

Forse c’era qualche differenza con la gran parte dei giovani di oggi (alludo alla preponderanza statistica, non alla intera generazione), i quali usano giocare con concetti arditi – si è detto, lo facevamo anche noi – ma sono gli strumenti di gioco abbondantemente degradati di cui si servono a fare la differenza; non giocheranno di certo con la strumentalizzazione del greco!

‘Absit iniuria verbis!’

E’ una piccola nostalgia verso un altro modo delle famiglie e dei docenti di crescere i giovani; ci è rimasto dentro, e ha collocato nell’ “affetto della memoria” scolpite figure di Docenti di eccellenza e riferimenti cultural-assiologici che tuttora ci ‘governano’.

Bene!

Nella sapiente introduzione di Nino Grasso (Antonino) e nella relazione sapidamente colta del prof. Antonino Ponzio (grazie, in ‘eterno ritorno’, agli ‘Antonini’ – se vogliamo per gratitudine ironizzare richiamandoci ad Antoninus Pius -) gli Astanti abbiamo ritrovato un momento di quella piccola nostalgia, grazie pure al presidente Angelo Miceli e al Direttivo ADSeT, in occasione della conferenza presso l’ I.S.A. ‘Antonello’ di Messina su “L’Orestea di Eschilo”, che venga o non venga, in qualche modo, da Stesicoro, ma comunque nel legittimo dubbio sull’ l’ipotesi di un epos delfico intermedio, rimane il mai raggiunto capolavoro tragico.

L’oratore ha brillantemente evidenziata la figura di Eschilo, a cui INDA/Siracusa quest’anno ha finalmente tribuito il dovuto onore della rappresentazione coi suoi ‘Agamennone’ e le ‘Coefore’ ricavati dalla sua trilogia, l’ unica pervenutaci, che – facendo leva sulla saga degli Atridi – abbraccia le problematiche profonde e oscure dell’animo umano, induce ad una riflessione etica e innesca il dibattito sull’ordine sociale e la giustizia che trova nella paura un valido sostegno.

Che la consumata dialettica dell’oratore fosse colta e coinvolgente è balzato all’evidenza da sé, visto che ha rapito l’attenzione degli Astanti, i quali sono rimasti vivamente interessati e sodisfatti, come i numerosi interventi del dibattito che ne è seguito hanno attestato nella ricchezza delle osservazioni.

Cosa aggiungere?

Grazie del dono/Eschilo, Eschilo, che abbiamo amato forse sopra tutti gli altri – e non per le rimuginazioni nietzscheiane – bensì per la sua genuinità di artista, se confrontata con le rielaborazioni alquanto sofisticheggianti di Sofocle ed Euripide.

Via così!.. ADSeT-Scuola, sodalizio tra Dirigenti, Operatori Scolastici tutti e Territorio, che in appena appena un terzo mese dall’istituzione, che sta per celebrare, ha già annoverato nella sua alacre attività obiettivi posti in essere di natura culturale, educativa, sociale, ricreativa e di aggregazione tra gli intellettuali, i propri soci, enti ed associazioni esterne dediti ad attività similari.