Andar per Mummie

Andar per mummie con A.D.S.e.T.

Mummie non fa rima con morte, bensì fa assonanza con maieutica: ovvero veicolazione di vita.

Ben sappiamo tra noi uomini di scuola come l’incommensurabile Socrate scoprisse la maieutica, e con essa la strada che porta alla verità; e ci insegnò quel Grande che la verità risiede e deve emergere dall’interno dell’uomo e che nessuno può ‘costruirgliela addosso’! Non per nulla, in ulteriore ma diversa ottica ne riprese il pensiero S. Agostino: “Dove vai?.. Ritorna in te stesso, ecc. ecc.”                                                                                                                                                                                                                                                                                                        

          Ancora Sigmund Freud in altra ulteriore e ben diversa ottica attingeva a quell’antica sapienza col suo “Acheronta movebo”, quando scatenò l’inconscio del singolo postulando che da lui dovesse emergere il suo problema e che mai dovesse diagnosticarglielo l’analista, a cui spettava solo il compito di agevolarne un     auto-ripescaggio che definirei maieutico: col transfert.

 

Maieutica e dunque maieutica, ma non è di loro che qui si parla,… ed è ancora maieutica!

C’è una maieutica dei Trapassati – che non è medianicità o spiritismo, da cui assolutamente rifuggo per il rispetto delle Entità post mortem, che vanno salvaguardate nel loro mistero – ma che invece ci parla ancora con linguaggio terreno: a saperli interrogare (ed è maieutica pure questa!); in termini scientifici si potrebbe parlare di semiotica/semeiotica, ma la weltanschauung filosofica rende meglio.

Dario Piombino-Mascali, antropologo, esploratore del National Geographic Society ci ha intrattenuti giorno 28 aprile di quest’anno (grazie alla disponibilità dei locali del glorioso I.T.E.S. ‘A.M. Jaci’ assicurata dalla preside Giovanna Messina e alla saggia scelta del tema e del relatore di Angelo Miceli, presidente di A.D.S.e.T.) su quella che intendo come un’altra metodica maieutica: far parlare i Trapassati con le loro spoglie, interrogandole! … ed è ancora maieutica, quando parliamo di Mummie.

E’ stato un incontro altamente dotto, in cui il dott. Dario Piombino-Mascali ha fornito una panoramica sull’universo delle mummie ‘messa a fuoco’ a 360° sui Quattro Punti Cardinali, con dovizia di particolari, distinguendo – e spiegandone la differenza – tra mummie naturali, mummie artificiali, mummie anatomiche e mummie pietrificate; egli ha fatto ricorso ad ogni tipo di sapienza e di tecnologia che soccorrono questo campo d’indagine: medicina, antropologia, archeologia, paleontologia, storia, economia, alimentazione, botanica, civiltà succedutesi, moda, insomma nessuna scienza e/o cultura esclusa.

Ma è stato davvero toccante quanto egli ha affermato circa l’uomo: “la mummia va rispettata perché l’uomo deve essere rispettato anche dopo la sua morte”; si è trattato di una sensibilità non comune, infatti l’uomo della strada – quando non si tratti de suoi parenti defunti verso i quali ha il massimo rispetto – sui morti altrui la pensa come ebbe a pronunciarsi Eraclito: “Il corpo del morto è più che sterco” (e tuttavia in Eraclito la significazione filosofica sottintendeva altro!).

E dal punto di vista scientifico lo stesso sterco presente in una mummia ha rivelato non poco all’antropologo, come ha testimoniato il dott. Dario Piombino-Mascali.

Questa sua sensibilità è connessa alle esigenze irrinunciabili per lo studioso di consegnare integro il reperto ai posteri, di non inquinarne la genuinità di conservazione e, ribadisco, di rispettarne il sonno eterno.

Egli ha fornito un ‘carrellata’ visiva di alcuni sezionamenti di organi vari conservati presso musei, ma principalmente di mummie presenti dappertutto, ovviamente in Egitto, in Asia, in Lituania (rinvenendovi testimonianza epistolare sulle abitudini alimentari di cui si ha riscontro su quella mummie), in Russia, nelle Americhe, e soprattutto si è soffermato sulle mummie di ‘casa nostra’, quelle di Torino, di Milano, e principalmente – abbondantissime –  dei Cappuccini a Palermo, quelle di Savoca e tante altre ancora.   Intrattenendosi sulla tecnica palermitana, ha dato contezza della metodica avanzata dei Siciliani, già dai secoli passati, ed in particolare del Salafia, che ha conservato perfettamente la bambina Rosalia dal 1920 ad oggi, di cui ha fornito la campionatura chimica di utilizzo rivenuta presso le carte della famiglia Salafia.

Non ha dimenticato infine di ricordare il rinvenimento di Ötzi, la Mummia del Similaun, anche nota come Uomo del Similaun, e cioè di quel corpo ancestrale ritrovato il 19 settembre 1991 sulle Alpi Venoste, emerso dalla liquefazione di un  ghiacciaio sul monte Similaun, al confine fra l’Italia e l’Austria, che ha dato contezza di una sua rudimentale cultura: recava infatti con sé strumenti di caccia e di cura della persona, nella fattispecie del fungo preposto alla accensione del fuoco e del fungo vermicida che combatteva la sua specifica patologia. Ha pure accennato alla imbalsamazione di Evita Duarte Peron.

Insomma non è stata una relazione riservata ai soli colti, ma è stata una relazione colta accessibile a chiunque, talmente gradevole da non uscirne defatigati, bensì vogliosi che potesse ancora continuare nonostante l’ora ormai protratta.

E’ seguito un interessantissimo dibattito in seno al quale, su domanda ‘ad hoc’ del sottoscritto, egli ha   documentatamente smentito quanto diffusamente ritenuto, che cioè Giuseppe Sammartino avesse mummificato da vivi la coppia di mummie custodita nella Cappella Sansevero a Napoli per ricavarne il dettagliato sistema venoso immediatamente visibile ivi.

Non potrei riassumere nella sua ricchezza tutto quanto abbiamo appreso, e dunque vale certamente la pena andare a curiosare su I segreti delle mummie da Ötzi a Evita per meglio conoscere Dario Piombino-Mascali, che per altro conduce nella sua Messina un corso di formazione su questa materia, che almeno in  questo campo, fa della Città la ‘leader’ in campo mondiale.

                                                                                                                                   Claudio Sergio Stazzone