Ancora una serata colta: presentazione del libro “E Dio creò i media”

Ormai è nello stile ADSeT creare occasioni di incontro che nella gradevolezza, nella snellezza, ma esaurientemente abbiano prioritariamente una finalità colta e valoriale: ancora una volta è accaduto venerdì 28 novembre 2014, grazie al mecenatismo di ospitalità della illuminata Dirigente Maria Muscherà, che ha consentito che l’evento si svolgesse nel suo prestigioso Istituto ‘Antonello’.

Riferimento culturale, questa volta, è stato Dario Morelli autore del libro ‘E Dio creò i media’; l’iniziativa è stata promossa e proposta ad ADSeT per la condivisione dalla benemerita ‘Associazione Culturale Maurolico’ di cui è ‘anima’ il suo presidente Nino Grasso.

Presentato dal suo preside di soli dieci anni fa – Nino Grasso – i presenti in Aula Magna, un’ aula riempita di Astanti, hanno avuto modo di conoscere questo giovane (1986) autore, Dario Morelli, che in soli dieci anni ha brillantemente condotti i suoi studi universitari e si è magistralmente inserito nel mondo del lavoro: egli infatti si occupa di diritto dei media nelle loro onnicomprensive articolazioni (TV, telecomunicazioni, pubblicità, internet) e antitrust; è associato di uno studio legale internazionale e ha conseguito un dottorato di ricerca in Diritto Ecclesiastico e Canonico presso l’Università Statale di Milano, occupandosi del pluralismo religioso in radio e TV; altresì è stato consulente dell’ufficio legale europeo di una multinazionale televisiva e ha lavorato nel settore dell’editoria, come lettore di dattiloscritti e traduttore per un’importante casa editrice.

Dopo l’apertura di incontro da parte del presidente Angelo Miceli, che ha ricordato il primo incontro con Dario avvenuto quando questi era ancora adolescente, ha introdotto la presentazione del suo libro “E Dio creò i media – Televisione, videogame, internet, religione”, edito da Baldini & Castoldi, e l’Autore il suo preside, Nino Grasso. Egli ha ricordato il periodo scolastico, quando, allievo del Liceo Maurolico, si distingueva per la sua diligenza nello studio e come rappresentante degli studenti nel Consiglio di Istituto.

E’ stata quindi la volta della professoressa di greco e di latino, Teresa Crisafulli, che, visto che il testo sarebbe stato recensito dalla prof. Pina D’Alatri, ha voluto limitarsi a presentare il suo prediletto alunno Dario con affettuose parole dalle quali traspariva la sua commozione.

Toccando il prosieguo di incontro a Pina D’Alatri, ella ha da subito messo in luce il senso che si deve dare al titolo del libro, è cioè ha evidenziato come il discorso portante vi è centrato sul problema della pubblicità religiosa, ovviamente muovendosi bene entro la ‘galassia’ informatica, per noi di “una certa età”, ancora tutta da esplorare.

Non è casuale che io abbia tre volte utilizzato la parola incontro, infatti su questo nostro odierno confluire il Morelli ha ben esemplificato come si debba mutare la nostra usuale maniera di pensare all’informatica anglocentrica per aprirla ad una collocazione pluricentrica, a seconda della sensibilità linguistica di ogni popolo nel mondo; per noi sarà un concepimento latinocentrico; e qui il suo esempio: il valore della parola ‘incontro’ in italiano è intraducibile in inglese, infatti ‘meeting’ ha ben altra valenza inclusiva che non incontro.

Quindi è entrato nella problematica del pregio del confronto tra le religioni grazie all’utilizzo del mezzo informatico.

Non ha sottaciuto sulla negatività dell’uso strumentale della religione e del concorso in esso del condizionamento/plagio delle scelte; in proposito ha ricordato come questo venga dal passato richiamando un espediente con cui Epaminonda portò i Tebani a vincere contro gli Spartani nel 300 A.C.

Ed ancora ha chiarito come la pubblicità origini dai cookies, i quali “sono righe di testo usate per eseguire autenticazioni automatiche, tracciatura di sessioni e memorizzazione di informazioni specifiche riguardanti gli utenti che accedono al server, come ad esempio siti web preferiti o, in caso di acquisti via internet, il contenuto dei loro ‘carrelli della spesa’ ”.

Il pubblico attento e vivamente interessato ha tributato all’Autore un lungo applauso, e tre interventi hanno segnato l’interlocuzione tavolo-sala.

Gustavo Ricevuto, compiacendosi di questo attenzionamento della libertà religiosa si è rammaricato per i tanti giovani-talenti della nostra città che devono, per un ottimale inserimento nel mondo del lavoro, approdare ad altri lidi.

Santino Cardaci soffermandosi sul concetto di vincolo legato alla religione, a sua volta ha esternato il proprio pensiero contornandolo da numerose domande sulla problematica della comunicazione mediatica e la religione.

Claudio Stazzone, poiché sarebbe stato noioso e non originale aggiungere altro, ha solo voluto affacciare un flash a ciò che è stato così bene detto: ha ricordato la grande lezione di apertura pluralistica alla religione che ci viene dai Romani con quel Pantheon in cui ciascuno trovava e collocava il suo Dio e/o con quel ricorso al concetto di Dio Sconosciuto della tarda romanità che li compensava della insufficienza degli dei ‘falsi e bugiardi’ e che li apriva alla ineffabilità che a Dio si addice: infatti non c’ è religione alcuna che possa definire Dio nella sua totalità. Ricordando la magnificenza dell’offerta di sé di Cristo ha sottolineato come le persecuzioni non fossero contro una religione, bensì contro la strumentalizzazione politica che ne sarebbe potuta venire, e ne venne.