ADSeT in azione!

Chi lo dice che Quiescenti è sinonimo di … omissis … “essere inattivo” (dal latino ‘Quiesco’: cfr. pag. 1211 di Castiglioni Mariotti, ‘Il Vocabolario della lingua latina’, c. e. Loescher, Roma 31.07.‘63/23.10‘65, stampa presso Officine Grafiche Fratelli Stianti, Sancasciano Val di Pesa – FI- Gennaio 1966)?

… Il nostro “quiescere” è, sì, riposo, ma è riposo dalle pastoie superfetate della burocrazia di stato che, quando non sia quella tuttora benemerita istituzione che chiamiamo didattica, sarebbe apparato-scuola, intesa come coacervo di norme di divieti e/o di concessioni che proprio sulla didattica vanno a incidere negativamente, laddove – di contro – la snellezza delle direttive tornerebbe a rendere feconda/a prescindere dalla burocrazia e non defatigante la detta didattica.

Bene! Noi Quiescenti giubilati ci siamo congedati da quel tipo di servizio attivo; non ci siamo congedati tuttavia dal rinnovato impegno volontario per la scuola, per l’educazione, per la cultura, per l’edificazione assiologica, per l’orgoglio della identità cittadina: è più forte di noi – è la nostra ragione di vita! –

Presidi, docenti, amministrativi, intellettuali, cultori di litterae humanae e non, siamo – come amo dire – professori per sempre, Educatori in aeternum e dunque e perciò soci militanti di ADSeT.

Su questa premessa mi compiaccio di rivivere, nero su bianco, la memorabile giornata ADSeT del 19 ottobre 2014, partorita nella mente del nostro impareggiabile Angelo Miceli così come è stata portata alla luce dal nostro ultimo direttivo.

Per la cultura il nostro trasferirci a pochi chilometri da capo d’Orlando in provincia di Messina ci ha portati alla visita altamente istruttiva di Villa Piccolo.

… “Costruita intorno agli anni venti del XX secolo, fu dimora dei baroni Piccolo, i fratelli Casimiro Piccolo, Lucio Piccolo e Agata Giovanna; il primo si dedicò alla fotografia, all’occultismo e ad acquerelli di genere fantastico, il secondo è noto per le sue liriche, la sorella Agata Giovanna fu invece appassionata di botanica. La stanza del poeta Lucio raccoglie le sue foto e le prime stampe delle sue poesie, incorniciate, insieme ad oggetti cari; la stanza di Casimiro le sue foto e i suoi apparecchi fotografici, insieme a tavolozze, acquarelli e pensieri; la stanza di Agata Giovanna, con i suoi candelabri rosa e i suoi ricami, offre al visitatore la vista di una copia, certamente rara, della sua unica pubblicazione sullo studio della Puya Berteroniana, unico esemplare in Europa presente e vegeto a villa Piccolo, mentre i passi e le anticamere sono tappezzate di foto e dipinti, oggetti e ricordi; anche la stanza dedicata a Tomasi di Lampedusa ne ricorda il carattere ancora percepibile negli arazzi e nelle pagine vergate a mano; notevoli i mobili per la loro sfarzosità e il piano a coda con i vecchi spartiti legati da un nastrino e i cammei nel salone e i libri nella stanza adibita a biblioteca…”

Nel pomeriggio poi il momento culturale è stato dedicato alla visita delle oltre 20 chiese e della architettura di San Marco D’Alunzio, addottorati dalla professionalità di una guida turistica (Donatella Castrovinci) davvero encomiabile.

… “La sua fondazione risale al IV secolo a.C. e durante il periodo di dominazione greca fu un centro fiorente denominato Alontion e batté moneta propria.

Durante le guerre puniche fu conquistata dai romani, che la proclamarono municipium autonomo, ribattezzandola Aluntium e, in questo periodo, la cittadina conobbe uno sviluppo artistico ed economico di cui esiste ancora testimonianza nei monumenti archeologici e in una vasta letteratura epigrafica. Sarà citata anche da Plinio e dallo stesso Cicerone nel famoso processo contro Verre che si impadronì dei tesori di numerose città siciliane.

Con la caduta dell’Impero romano d’Occidente, Aluntium fu conquistata prima dai Bizantini, che la chiamarono Demenna, e poi dagli Arabi che circondarono l’abitato di mura e ne fecero il centro amministrativo politico di una vasta zona della Sicilia denominata Val Demone.

I Normanni, sconfitti gli arabi, ne fecero il loro centro di governo e la chiamarono San Marco in onore dell’evangelista e in ricordo della prima città conquistata in Calabria. Dall’XI secolo fu dominio di Roberto il Guiscardo degli Altavilla, che la scelse come punto di partenza e come presidio militare per la conquista della Sicilia. In questo periodo fu edificato il monastero delle monache benedettine con l’annessa chiesa del Santissimo Salvatore.

Successivamente appartenne a diverse famiglie nobiliari fino a quando il 2 settembre 1398 il re Martino I di Sicilia concesse la signoria di San Marco ad Abbo Filangieri e la sua famiglia governò la città sino alla fine del feudalesimo in Sicilia. Sotto il controllo della famiglia Filingeri, San Marco divenne un centro economicamente e culturalmente ben sviluppato e fu arricchito di molte chiese. Durante il loro governo in città nacquero personalità illustri come Scipione Rebiba, divenuto cardinale, nato appunto da una Filingeri nel quartiere di San Basilio il 3 febbraio 1504, e Girolamo Lanza, eremita e fondatore dei romiti del Monte Pellegrino a cui appartenne il giovane Benedetto Manasseri da San Fratello.

Il 30 luglio 1862 il Consiglio Comunale di San Marco deliberò, per ricordare le antiche origini del centro, di aggiungere al nome San Marco l’appellativo d’Alunzio: San Marco d’Alunzio.

Dell’antica città greca rimangono, nella parte bassa dell’abitato, alcune strutture del Tempio di Ercole. Di impianto bizantino sono la chiesa di San Teodoro, a croce greca, con all’interno decorazioni a stucchi del XVIII secolo, e l’Annunziata, di impianto paleo-cristiano.

Dell’originaria struttura normanna della chiesa del Santissimo Salvatore, del XII secolo, sono rimaste all’interno le colonne, con capitelli in pietra decorati con motivi bizantini a palma. È a croce greca e decorata con disegni geometrici.

Sono pure interessanti la Chiesa madre dedicata a San Nicola di Bari e la Chiesa dell’Aracoeli, edificate in pietra e marmo locale, e numerose chiese con preziosi dipinti, stucchi, affreschi e tele, opera di maestranze locali: chiesa di Sant’Antonio, chiesa di Sant’Agostino, chiesa di San Basilio, chiesa di Santa Maria dei Poveri, chiesa del Casile, chiesa di Gesù e Maria, chiesa di tutti i Santi, chiesa dei Quaranta martiri, chiesa di San Giuseppe, chiesa di San Giovanni, convento dei Padri Cappuccini, convento delle Benedettine.

Di particolare interesse i ruderi del castello normanno e i reperti archeologici di vari periodi (greco, romano, bizantino, arabo, normanno, aragonese), conservati al Museo Comunale San Teodoro e al Museo Parrocchiale San Giuseppe…”

Per l’edificazione assiologica finalizzata all’educazione dei giovani e – perché no? – di noi stessi, Siciliani talora troppo concilianti, ci siamo riuniti presso l’Hotel ‘La Tartaruga’ di Capo d’Orlando, dove in una loro superba azione di educazione civica e culturale, introdotte da Enzo Mamana presidente di ACIO, Pina D’Alatri, che ha presentato il libro, e la signora Daniela, autrice di “Pagine di vita di Daniela Trifilò’, hanno toccato il cuore agli astanti, rapiti da questo loro raccontare e testimoniare, infatti il testo … “ si snoda con un crescendo da togliere il fiato al lettore, che non può fare a meno di seguire fatti ed eventi narrati sempre in modo chiaro e piacevolmente scorrevole, ma drammaticamente avvolgenti.

Con il rincorrersi delle riflessioni sgorgano i tanti sentimenti, risaltano i contorni del bene e del male”… tra i costitutori primi dell’Antiracket, il titolare dell’Hotel ‘La Tartaruga’, Rosario Damiano, e la moglie Daniela: coloro che con Tano Grasso fecero quadrato contro la mafia locale e, in opposizione antagonista, quei mafiosi che nella fattispecie uscirono sconfitti dalla Legge.

Ma di mio aggiungo che le relatrici ed il protagonista ci hanno fatto toccare con mano non solo l’eroismo, soprattutto la dignità e il rispetto di sé, che l’essere umano che sia tale deve avere – e che può benissimo esprimersi anche nell’eroismo – ma soprattutto quanto ha stregato gli uditori è stato quell’amore palpabile, tangibile con il quale il marito e la moglie partecipi del dramma hanno coltivato una loro innocente complicità sia pure nel rischio non solo della loro vita individuale, ma anche e non secondariamente dell’intera compagine familiare e dei beni.

Per l’orgoglio della identità cittadina abbiamo fatto nostro l’orgoglio Orlandino, che abbiamo coniugato con il nostro orgoglio di Messinesi che, nel culto della verità, non intendono abbandonarsi alla sciatteria ed alla “bollacità!”

E poiché tanta buona volontà di alacre volontariato va gratificata …..! attingendo al nostro portafoglio, ci siamo regalato un simposio presso la stessa ‘Tartaruga’ altamente prelibato e soprattutto – nello spirito carducciano – abbondantemente innaffiato di pregevole ‘nero d’Avola’.

In ottima continuità con quanto di eccezionale valenza abbiamo già da sette mesi posto in essere, qui richiamato restrittivamente con limitazione alle iniziative più significative ed esclusione di altre:

Convegno 29 aprile 2014 in dialettica interazione con l’on. Sen. Angela D’Onghia, sottosegretario di Stato per l’Istruzione, l’Università e la Ricerca d’intesa con ‘Cittadinanza Attiva Messina’;

Omaggio ad Antonello da Messina, visita guidata alle opere in data 12 maggio 2014;

Conferenza – Dibattito: “L’ Orestea di Eschilo” del 12 giugno 2014;

Presentazione libro “Il pupo di carne di Geri Villaroel di giovedì 26 giugno 2014;

Due serate esotiche in adesione all’attività progettuale dell’Istituto ‘Antonello’, la araba e la orientale;

potremmo chiedere di più a questa benemerita ADSeT?

Sì; tutto quello che è in gestazione e che ha da venire in immediata e successiva prossimità:

· Giovedì 30 ottobre 2014 presso l’ Aula Magna dell’ Istituto Antonello “Personaggi famosi in Sicilia – tra il bianco e nero della loro scrittura”, Conferenza dibattito a cura di Barbara Taglioni

· Giovedì 13 novembre: “Mostra Micologica” in collaborazione con il “Centro di Cultura Micologica” e “Istituto Superiore Antonello” presso l’ Istituto Antonello. La mostra sarà seguita da cena didattica preparata dagli alunni dell’Istituto a base di funghi.

· Venerdì 28 novembre 2014 presentazione del libro “E Dio creò i Media” di Dario Morelli – Aula Magna Liceo Clòassico “Maurolico”

· In interazione con ‘Studio Epos’ indizione del ‘Certamen Corte di Federico’, riservato in tre sezioni ad alunni dei Licei con studio della lingua latina e nella quarta sezione a docenti, intellettuali e cultori di umanesimo.

Mille altre idee che … “bollono in pentola”

Claudio Sergio Stazzone