Andrea Camilleri

Nasce in provincia di Agrigento, a Porto Empedocle nel 1925. Ha una moglie, tre figli e quattro nipoti e come spesso accade, i fenomeni come lui non vengono subito compresi. Boom di pubblico e critica arrivano per Camilleri solo nel ’92 quando aveva già 67 anni, con il suo libro La Stagione della caccia (Sellerio).  Lo scrittore siciliano è diventato famoso nel mondo per i suoi gialli e il suo celebre commissario Montalbano. Imitato, adorato, discusso, lui va dritto per la sua strada: “La mia esistenza non è stata cambiata dal successo. (…)Arrivato ormai agli sgoccioli, mi rendo conto che per tutta la vita sono stato sempre pronto a perdere quello che avevo faticosamente guadagnato senza farne una tragedia”.

La grafia

Quando in grafologia si pensa alla scrittura di donne e uomini che nella loro esistenza si dedicano a professioni che ruotano intorno al “pensiero”, all’interiorità, alla riflessione, alla dialettica interiore, ci si aspetta un gesto grafico vibrante e contenuto, discontinuo e disuguale in direzione e dimensione, con un tratto disomogeneo dove il bianco irrompe nella trama dell’inchiostro.

Non è il caso della grafia di Andrea Camilleri. Il campione a disposizione è scarso, ma ci permette di osservare un approccio al foglio sicuro e pieno di entusiasmo, di un carattere che tende più a espandere che a approfondire. La misura è grande, la forma è chiara, legata e ascendente nel movimento, con ghirlande inanellate e una zona media ben strutturata. Gli ovali sono gonfi, chiusi con lacci e la firma è quasi senza soluzione di continuità.

Una grafia che suggerisce grandi doti di comunicazione, di socievolezza e di estroversione. È una scrittura che esprime ricettività, apertura, avidità di contatto e ricchezza di sentimento, un sentire vivo e coinvolto. Il desiderio di piacere e di essere riconosciuto per i propri meriti è fortemente ribadito dalle “m” e dalle “n” in ghirlanda inanellata (coppe unite da un piccolo anello sinistrogiro) che sono peculiari di un carattere abile nei rapporti, con savoir-fair(“c” a conchiglia), con un’intelligenza pratica e volonterosa. Questo segno parla anche di un sano egocentrismo e della tendenza a rimuginare su fatti e persone senza mai perdere di vista il buon senso . La presenza di qualche “triangolo”  (nella “A” maiuscola) ci ricorda che in caso di necessità lo scrivente sa attingere alla propria ostinazione e al proprio autoritarismo nell’imporre  idee e decisioni.