Podoscypha multizonata (Berk. & Broome) Pat. (1928)

di Angelo Miceli, Carmelo Di Vincenzo, Francesco Mondello

L’articolo completo, in forma originale, è stato pubblicato su “Rivista di Micologia” Bollettino dell’Associazione Micologica Bresadola, Anno 2022, 65 (1): 71-78

Riassunto

Gli autori descrivono un ritrovamento effettuato nel territorio boschivo dei monti Peloritani, nel Comune di Tripi, nel territorio metropolitano della città di Messina, di Podoscypha multizonata, specie lignicola originaria da aree tropicali, ambientata in Europa ma considerata rara ed inserita, in alcuni paesi, nella Red list delle specie a rischio di estinzione (Læssøe & Ibarguren, 2014).

Introduzione

Ancora una volta il territorio boschivo dei monti Peloritani regala, agli studiosi di micologia, il ritrovamento di una bella e interessante specie fungina a crescita lignicola che è solita fruttificare alla base o sulle radici interrate di vecchie querce (Quercus spp.) o, a volte, di faggio (Fagus sylvatica) o, anche, genericamente, di colture arboree appartenenti alla Famiglia delle Fagaceae (Læssøe & Ibarguren, 2014).

La specie, anche se ha fatto registrare ritrovamenti in diverse aree boschive viene considerata rara e ritenuta, in alcune nazioni, specie a rischio di estinzione: Podoscypha multizonata (Berk. & Broome) Pat., oggetto del presente contributo, costituisce un ritrovamento personale degli autori risalente al 5 ottobre 2021, ef­fettuato in località “Bàmbina” nel comune di Tripi in provincia di Messina.

Genere PodoscyphaPat.

Essai Tax. Hyménomyc. (Lons-le-Saunier): 70 (1900)

Il genere, la cui specie tipo è Podoscypha surinamensis (Lév.) Pat. 1900, fu istituito da Narcise Teophile Patouillard (micologo e farmacista francese, Macorney,2 luglio 1854 – 30 marzo 1926). Ospita un numero elevato di specie a crescita terricola o lignicola, molte delle quali sono originarie da aree tropicali ed ambientate in Europa. I basidiomi risultano formati da numerosi, piccoli cappelli imbutiformi o flabelliformi, stipitati, spesso fusi tra loro, coriacei, sottili [Patouillard, 1900], disposte a forma di fitta rosetta, caratterizzate da: superficie sterile color rosa-ocra con evidenti zonature di colore rosso-bruno in ambiente umido, e variabili, in ambiente asciutto, da bruno-aranciato chiaro a bruno chiaro o bruno nerastro; margine liscio, inciso o cigliato; superficie fertile liscia, da rosa-ocra a bruno-ocra; gambo delle singole coppette poco delineato. Sistema ifale dimitico con ife generatrici e ife strutturali ialine; giunti a fibbia presenti; basidi bisporici o tetrasporici; spore ialine, da subglobose a ellissoidali [Jülich, 1989].

Podoscypha multizonata (Berk. & Broome) Pat. 

Annals Cryptog. Exot. 1(1): 6 (1928)

Basionimo: Thelephora multizonata Berk. & Broome, Ann. Mag. nat. Hist., Ser. 3 15: 321 (1865) 

Sinonimi

≡ Stereum multizonatum (Berk. & Broome) Massee, J. Linn. Soc., Bot. 27: 167 (1890)

≡ Phylacteria intybacea var. multizonata (Berk. & Broome) Bigeard & H. Guill., Fl. Champ. Supér. France (Chalon-sur-Saône) 2: 453 (1913)

Etimologia: Podoscypha dal greco podòs piede, gambo e da scyphos tazza, coppa, ovvero con il piede a forma di coppa; multizonata da multus “molto” e zona “cintura, orlo” per le numerose zonature che ornano i singoli pilei.

Posizione sistematica: divione Basidiomycota; classe Agaricomycetes; ordine Polyporales; famiglia Podoscyphaceae; genere Podoscypha.

Descrizione macroscopica

Sporoforo complessivo annuale, di medio-grandi dimensioni che può raggiunge 20-25 cm di diametro, lignicolo, a nutrizione saprotrofica, a forma di rosetta, composto da numerosi piccoli lobi (petali), sottili, coriacei [Phillips, 1985], posizionati in maniera concentrica e confluenti su una base comune. Ogni singola formazione è caratterizzata da:

Cappello di piccole-medie dimensioni, sottile e coriaceo. Superficie sterile liscia, ocracea, rosata, con evidenti zonature concentriche di colore rosso-bruno alternate a zone più chiare; orlo sottile, ondulato, inizialmente bianco. Superficie fertile liscia o appena increspata, da leggermente rosata a bruno grigiastro, tendente, verso la maturità, ad assumere colorazioni rosate sempre più marcate. Gambocorto, sottile, quasi inesistente, confluente su una grossa base comune a conformazione tuberosa. Contesto sottile, tenace, coriaceo, molto duro. Odore e sapore non significativi. Sporata bianca.

Habitat

Si associa, generalmente, in qualità di saprotofo, alle radici o ai ceppi di piante morte appartenenti al genere Quercus o anche, ma più raramente, a quelle appartenenti al genere Fagus [Overall & Mottram, 2006; Gàrate-Larrea, 2012]. La nostra ricerca bibliografica ha evidenziato anche un ritrovamento associato a Carpinus betulus risalente al mese di agosto dell’anno 2013 nel parco di Hampstead Heath (Londra) [AA.VV., 2013]. Per la particolare propensione ad associarsi alle radici arboree fuoriesce dal terreno presentandosi, apparentemente, come specie terricola.

Microscopica

Spore (4,5) 5-5,8 (6,1) x (3,6) 4,1-4,8 (5,1) µm; Me 5,4 x 4,4 µm; Q = (1,1) 1,2-1,3 (1,4). Qm = 1,2; n: 30, subglobose o largamente ellissoidali, con papilla, ialine, non amiloidi, con una grossa guttula oleosa rifrangente. Basidi clavati, tetrasporici, 40-55 x 4,5-6,5 µm. Gloeocistidi cilindrico-flessuosi a parete sottile. Sistema ifale dimitico. Ife scheletriche con parete spessa, ondulate, con rari setti e ramificazioni, lisce, x 4-7 µm. Ife generatrici presenti in percentuale maggiore (Bernicchia & Gorjón, 2010), con parete leggermente ispessita, x 3,5-6 µm, lisce, ialine, con ramificazioni e con giunti a fibbia.

Caratteri differenziali

Facilmente riconoscibile per la particolare conformazione dei carpofori formati da numerosi petali flabelliformi che uniti insieme formano una gradevole composizione a forma di rosetta con evidenti zonature concentriche di colore rosso-bruno alternate a zone più chiare, muniti di un gambo molto breve o quasi assente e confluenti su una base comune. Caratteristiche, queste, che da differiscono anche dalle numerose altre specie appartenenti allo stesso Genere [Akata & Sesli, 2017].

Specie simili

  • Cotylidia pannosa (Sowerby) D.A. Reid (1965)

Presenta analoga tipologia di crescita a forma di rosetta, caratterizzata da superficie del cappello inizialmente bianca tendente, verso la maturazione, ad assumere giallo ocra o bruno porporino. Differisce per la conformazione delle spore da ellissoidali ad obblunghe, non guttulate, 6-9 x 3,5-4; per le ife prive di giunti a fibbia e per la crescita terricola in boschi di vare latifoglie.

  • Thelephora caryophyllea (Schaeff.) Pers. (1801)

Presenta carpofori disposti a forma di Garofano o di largo ventaglio, di colore bruno scuro, quasi nerastri al centro e schiarenti al grigio-ocra verso il margine che è biancastro, sfrangiato o dentato. Differisce per la crescita terricola e le spore angolose, aculeate, come tutte le Thelephora

Diffusione territoriale

Si tratta di una specie che in Europa dove è stata segnalata nelle seguenti nazioni: Regno Unito, Francia, Italia, Germania [ECCF, 2001; Bernicchia & Gorjón, 2010; Læssøe & Ibarguren, 2017], Repubblica Ceca, Ungheria [ECCF, 2001], Slovenia [Bernicchia & Gorjón, 2010] Bulgaria [Bernicchia & Gorjón, 2010; Læssøe & Ibarguren, 2017], Spagna [Calonge & Romero De La Osa, 1997]. Il maggior numero di ritrovamenti è stato effettuato nel Regno Unito e, in maniera minore, in Francia [Læssøe & Ibarguren, 2014]. I ritrovamenti italiani risultano localizzati in Emilia Romagna Lazio, Sicilia, Sardegna [ECCF, 2001; Bernicchia & Gorjón, 2010]. Altri ritrovamenti in ambiente mediterraneo sono stati segnali in Turchia, nella foresta di Belgrad a Istanbul [Akata & Sesli, 2017].

In considerazione delle limitate fruttificazioni in territorio europeo, viene considerata specie molto rara ed è inserita nella Red List dei funghi a rischio di estinzione limitatamente all’area geografica dell’Ungheria, della Slovacchia e della Spagna [Læssøe & Ibarguren, 2014].

Raccolta studiata 

Località “Bàmbina” nel Comune di Tripi (ME) a 600 m s.1.m. La stazione di rinvenimento ricade, geograficamente, sul confine convenzionale tra i monti Peloritani e i monti Nebrodi, mentre geologicamente ricade nel comprensorio del Peloritani, in quanto la natura geologica della catena montuosa dei Peloritani si spinge ancora, verso occidente, fino al territorio di Sant’ Agata di Militello, ha esposizione Nord-Ovest, è interessata da un soprassuolo boschivo misto di latifoglie: Quercusgruppo pubescens e Castanea sativa con sottobosco di nocciolo (Corylus avellana). Due ritrovamenti in momenti successivi, nella stessa stazione: 5 ottobre e 12 ottobre 2021, fanno riferimento a un solo esemplare cresciuto sopra una ceppaia in decomposizione di Quercus gruppo pubescens. Leg. A. Miceli, C. Di Vincenzo e F. Mondello. Campioni essiccati sono stati depositati, con il numero 1249, nell’erbario dell’Associazione “Centro di Cultura Micologica” di Messina.

Altri ritrovamenti

  • 23 settembre 2010, nel Comune Caronia (ME), Monti Nebrodi, S.P. 168 Km. 18, un solo esemplare, isolato, in associazione a Quercus pubescens a 1.100 m s.l.m. Essiccata al n. 332 dell’erbario dell’Associazione “Centro di Cultura Micologica” di Messina.
  • 6 ottobre 2011, nel Comune di Ucria (ME), C.da Pineta, un solo esemplare in bosco misto di Quercus ilex e Pinus pinea, a 800 m s.l.m. Essiccata al n. 459 nell’erbario dell’Associazione “Centro di Cultura Micologica” di Messina.

Bibliografia

  • AA. VV., 2013: Podoschypha multizonata. Field Mycology, Vol. 14(4): 134
  • Akata Ilgaz, Sesli Ertuğrul, 2017: Four new records of basidiomycota for the Turkish mycota from Trabzon and Istanbul provinces. The journal of fungus Vol 8(2): 168-177
  • Bernicchia Annarosa, Gorjón Sergio Pérez, 2010: Corticiaceae s. l. Collana Fungi Europaei Vol. 12. Edizioni Candusso, Origgio (VA). I 
  • Calonge F. D. & Romero De La Osa L, 1997: Podoscypha multizonata (Berk. & Br.) Pat., Aphyllophorales, un hongo casi desconocido ed España. Boletìn Sociedad Micològica de Madrid, 22:295-296
  • ECCF (European Council for Conservation of fungi), 2001:Datasheets of threatened mushrooms of Europe, candidates for listing in Appendix I of the Convention. (2001) 34: 30
  • Jülich Walter, 1989: Guida alla determinazione dei funghi, Aphyllophorales, Heterobasidiomycetes, Gastromycetes. Vol. 2°. Arti Grafiche Saturnia, Trento. I
  • Gàrate-Larrea Jose Ignacio, 2012: Podoscypha multizonata (Berk. & Broome) Pat. 1928. Yesca 24: 103-106
  • Overall Andy, Mottram Keir, 2006: Podoscypha multizonata – Zoned Rosette. Field Mycology, Vol. 7(3): 82-84
  • Patouillard Narcisse Téophile, 1900: Essai taxonomique sur les familles et les genres des Hyménomycètes. Université de Paris. Ecole Superieure de Pharmacie, Anno 1900-1901, n. 2: 70-71
  • Phillips Roger, 1985: Riconoscere i funghi. Istituto Geografico De Agostini, Novara. I

Sitografia

  • Acta Plantarum (ultima consultazione, dicembre 2021)
    Etimologia dei nomi botanici e micologici e corretta accentazione. LINK
  • MB (ultima consultazione, dicembre 2021): Mycobank database. Fungal databases, Nomenclature & Species Banks. www.mycobank.org